È morto, in carcere, a Parma, Giuseppe Nirta, 83 anni, boss della ‘ndrina Strangio di San Luca. Nirta era detenuto dal 2016, nella sezione di alta sicurezza del carcere, dopo il suo arresto avvenuto a Locri nel 2008. Secondo le prime ricostruzioni, era stato ricoverato la scorsa settimana per problemi cardiaci.
L’83enne, chiamato “Versu”, era considerato il capo dell’omonima cosca di San Luca, federata con gli Strangio, detti “janchi”. Era il padre di Giovanni Luca Nirta, il vero obiettivo dei killer che, il giorno di Natale del 2006, misero in atto l’agguato in cui morì per errore Maria Strangio, moglie di Nirta e madre di tre figli. Nell’agguato, inoltre, rimase ferito un nipote di cinque anni di Maria Strangio. La morte della donna fu la causa scatenante della strage di Duisburg, in Germania, avvenuta il 15 agosto del 2007, uno degli episodi più cruenti della storia della ‘ndrangheta, nella quale furono uccise 6 persone: Tommaso Venturi, di 18 anni; Francesco Giorgi, (16), Francesco Pergola e Marco Pergola, (22 e 20); Marco Marmo (25) e Sebastiano Strangio (39). Le vittime erano appena uscite dal ristorante “da Bruno”, di proprietà di Sebastiano Strangio, dove avevano cenato per festeggiare i 18 anni di Tommaso Venturi. Una strage che, nel corso degli anni, gli inquirenti calabresi ricostruiranno, portando a condanne definitive, tra cui quella di Giovanni Strangio, punito col carcere a vita perché considerato la mente del commando entrato in azione nel giorno di Ferragosto. Strangio verrà arrestato il 12 marzo del 2009 in Olanda, a Diemen, piccolo centro vicino ad Amsterdam.