Fu latitante dal 1993 al 2010, anno in cui venne arrestato ma che non lo fermò ad impartire ordini e indicazioni ed a gestire gli affari. Il capo della famosa cosca è morto nella giornata di ieri, era definito un “uomo di pace”.
Giovanni Tegano, 81 anni, era al vertice dell’omonima cosca operante nel quartiere Archi di Reggio Calabria, uno dei più potenti casati mafiosi della città dello Stretto, fra i principali protagonisti della seconda guerra di ‘Ndrangheta. Era amato da molte persone, nonostante la figura mafiosa che rappresentava, lo dimostra il fatto che quando fu arrestato nel 26 settembre 2010, poche ore dopo la sua cattura, al momento dell’uscita del boss della questura, una folla si radunò davanti all’ingresso degli uffici della Polizia ed iniziò ad applaudire al boss, ad inviare baci.
Era definito addirittura un “uomo di pace“, quando una donna, mentre lo acclamava all’uscita della questura, lo definì in questo modo, infatti grazie alle dichiarazioni del boss pentito Nino Lo Giudice si seppe che Tegano avrebbe mandato, durante la sua latitanza, più volte dei messaggi per evitare frizioni interne alle cosche, specie in alcuni periodi dove si rischiò un nuovo conflitto armato.