Questa mattina, con l’operazione, denominata “Planning”, dodici persone, tra cui presunti affiliati alla ‘ndrangheta ed imprenditori collusi, sono state arrestate a Reggio Calabria nel corso di un’indagine condotta dalla Dia e dalla Guardia di Finanza su direttive della Direzione distrettuale antimafia, diretta da Giovanni Bombardieri.
L’operazione avrebbe consentito di sgominare un’associazione criminale che avrebbe visto alleati imprenditori e famiglie di ‘ndrangheta, finalizzata all’infiltrazione di alcune cosche nel settore edile e nella grande distribuzione alimentare. Ci sono stati arresti e perquisizioni anche in Lombardia, Abruzzo e Lazio.
Secondo quanto è emerso dalle indagini, l’infiltrazione delle cosche nel settore edile e nella grande distribuzione alimentare sarebbe avvenuta attraverso la compartecipazione occulta di loro esponenti alle iniziative economiche gestite, ed organizzate tramite imprese fittiziamente intestate a terzi, ma anche attraverso l’affidamento di servizi e forniture ad imprenditori che facevano parte dell’associazione criminale.
Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa e concorso esterno nello stesso reato, oltre che di associazione per delinquere, impiego di denaro di provenienza illecita, autoriciclaggio e trasferimento fraudolento di valori, reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Sono stati, inoltre, sequestrati beni mobili e immobili del valore di oltre 32 milioni di euro.
I nomi
Tra i nomi degli arrestati compare anche quello dell’ex assessore e presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria, Dominique Suraci, coinvolto nella sua qualità di imprenditore legato, secondo l’accusa, alla ‘ndrangheta. Fra gli indagati risultano i fratelli Giampiero e Sergio Gangemi, Antonio Mordà, e Domenico Gallo.