Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ha ricordato nelle scorse giornate, i giovani rivoluzionari patrioti di Gerace, che ne 1847 persero la vita nei moti di rivoluzione delle città di Reggio Calabria e Messina, per combattere per la libertà.
Il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino ricorda l’evento che ha portato alla morte di 5 giovani della piana di Gerace che hanno perso la vita per combattere per la libertà.
Nel tardo pomeriggio del 2 ottobre 1847, nella piana di Gerace, per ordine del governo borbonico, vengono fucilati Michele Bello, Pietro Mazzone, Gaetano Ruffo, Domenico Salvadori e Rocco Verduci. I cinque giovani, tra i 23 e i 28 anni, figli di famiglie borghesi, erano entrati in contatto con gli ambienti liberali napoletani, condividendone ideali e ardore, fino a divenire protagonisti di un progetto di rivolta che, partito dal distretto di Gerace, prevedeva la sollevazione di Messina e Reggio Calabria. Fallito il tentativo rivoluzionario, l’uccisione e l’eco di quelli che da subito divennero i martiri di Gerace fu enorme destando commozione e solidarietà fra i liberali di tutti gli altri stati preunitari. Oggi, nel luogo ove furono uccisi sorge un monumento dedicato loro, “precursori della libertà”.