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lunedì, Novembre 25, 2024
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Ministro Valditara si fermi

Alcuni docenti specializzati nel sostegno, in Italia, hanno deciso di scrivere una lettera al ministro dell’istruzione, Giuseppe Valditara, chiedendo di non procedere ai contratti a tempo indeterminato per gli insegnanti che hanno conseguito i titoli all’estero.

Gentile Ministro Valditara,

apprendiamo con rammarico, in questi giorni, che è Sua intenzione modificare l’ordinanza ministeriale 112 del 6 maggio 2022 che, allo stato attuale, preclude alle scuole di stipulare contratti a tempo determinato con coloro che hanno conseguito all’estero l’abilitazione nella materia o la specializzazione per il sostegno, fino a quando il titolo non verrà riconosciuto. La sentenza del Consiglio di Stato n. 22 del 29 dicembre 2022 ha stabilito un principio di diritto da cui si evince che è necessario e obbligatorio, per il Ministero, effettuare una valutazione dei titoli relativi ai soggetti abilitati/specializzati all’estero, caso per caso, con conseguente apertura nei confronti di coloro che hanno conseguito i suddetti titoli, evitando per essi un’esclusione aprioristica, ma, allo stesso tempo, ritenendo necessaria un’attenta valutazione da parte del Ministero. Il Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria, afferma che il Ministero dell’Istruzione e Merito dovrà esaminare singolarmente le istanze di riconoscimento e valutare l’equipollenza dell’attestato di formazione conseguito all’estero, disponendo eventuali opportune e proporzionate misure compensative ai sensi dell’art. 14 sopra richiamato della Direttiva 2005/36/CE. Il Ministero non potrà quindi rigettare “massivamente” le richieste di riconoscimento di titoli conseguiti in Paesi come la Romania, come sinora ha tentato di fare, ma dovrà verificare se, e in quale misura, si debba ritenere che le conoscenze attestate dal diploma rilasciato da altro Stato o la qualifica attestata da questo soddisfino, anche parzialmente, le condizioni per accedere all’insegnamento in Italia, salva l’adozione di opportune e proporzionate misure compensative ai sensi dell’art. 14 della Direttiva 2005/36/CE. Per tutta risposta, con il consenso del sindacato Anief, Lei intende capovolgere tale ragionevole principio di diritto e modificare, con un colpo di spugna, l’ ordinanza n. 112 del 2022, ammettendo con riserva la stipula dei contratti a tempo determinato nel prossimo mese di settembre, ripristinando la situazione quo ante, con la scusante che una valutazione di tutti i titoli richiederebbe troppo tempo. Gentile Ministro, da professore universitario, dovrebbe comprendere che quella valutazione è necessaria e obbligatoria e non può essere raggirata in alcun modo da inopportuni artifizi pseudo giuridici. Lei sa bene che i titoli conseguiti all’estero sono frutto non di uno studio meritorio ma di una vera e propria compravendita, nella maggior parte dei casi. Gli specializzati all’estero, a differenza nostra, nella quasi totalità dei casi, non hanno effettuato alcun tirocinio presso le Università estere, né in Romania, né in Spagna, presupposto quest’ultimo pregiudiziale per conseguire l’abilitazione sulla materia e la specializzazione sul sostegno. E che dire delle prove preselettive e degli esami effettuati, quasi tutti farlocchi? Ciò che risulta disdicevole è l’evidente conoscenza di tali fatti da parte degli addetti ai lavori del Ministero, che oggi lei rappresenta, nonché del sindacato Anief. È un paese normale quello in cui viene consentita l’abilitazione in Spagna e in Romania all’insegnamento della disciplina, attraverso enti, purtroppo anche accreditati al Miur, che operano in un vero e proprio mercato di titoli, la cui acquisizione non ha nulla a che vedere con le modalità di svolgimento dei corsi abilitativi effettuati in Italia? Le pare normale un paese che equipara la specializzazione sul sostegno conseguita in Italia a quella conseguita in Spagna e Romania, senza che venga svolto un solo giorno di tirocinio in quegli Stati? Le sembra lecito ed etico procedere alla selezione dei docenti in quest’ultimo modo? Lei è proprio sicuro che i certificati rilasciati attestino fatti veritieri? Le sembra corretto che gli abilitati e specializzati in Italia, passati da una rigida selezione, debbano vedersi scavalcati nelle GPS di prima fascia da chi non ha ancora titoli debitamente riconosciuti, sol perché ha investito somme fino a 10.000 Euro?

Se la pone una domanda signor Ministro, che ha una rigida logica: perché un cittadino italiano a fronte del superamento delle prove nelle Università italiane, con conseguente impegno di spesa non superiore a 3.000 Euro, preferisce rivolgersi ad Enti sconosciuti e spendere cifre molto più alte? Questo è il Merito che tanto ostenta il suo Ministero? Tanti docenti abilitati/specializzati in Italia hanno investito tempo e (meno) denaro per poter svolgere una professione che amano, con famiglie a carico, spediti da un posto all’altro del Belpaese per poi dovere scoprire, addirittura, che, in molti casi, taluni docenti hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento e la specializzazione sul sostegno addirittura nello stesso anno! Costoro, forse, hanno il dono dell’ubiquità! Ci auguriamo che il “merito” di cui tanto si parla, già comunque previsto nella Costituzione all’art. 34, sia veramente realizzato. Non troviamo scandaloso, anzi lo riteniamo giusto, che al più alto grado degli studi pervengano i “capaci e i meritevoli”, ai quali, in caso di difficoltà economica, vengono garantiti dallo Stato i mezzi di sostentamento. In questo caso, però, vanno avanti i furbi e coloro che cercano scorciatoie. La preghiamo, pertanto, di rispettare i principi di diritto determinati dalla decisione del Consiglio di Stato e provvedere alla valutazione dei titoli, caso per caso, così come sancito dalla recentissima sentenza di Palazzo Spada, sopra richiamata, onde evitare ulteriori e numerose azioni giudiziarie che sicuramente verranno incardinate innanzi alle autorità competenti per la tutela dei nostri diritti, con un ulteriore danno all’erario e all’immagine del Ministero del cosiddetto “Merito” che lei oggi rappresenta.

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