Il 14 agosto del 1971, a Caulonia, ci fu una manifestazione di zona che sarebbe giusto ricordare nella storia della nostra Terra. Si trattava di una iniziativa illegale, perché il governo con un apposito decreto aveva vietato le manifestazioni in tutta la nostra provincia. Tuttavia, un gruppo di “Eretici” rispetto alla linea ufficiale della Sinistra, tra cui c’ero anch’io, decise di non accettare lo spirito e la lettera di quel decreto
Il 14 agosto del 1971, l’Italia era in fibrillazione tra tentativi di golpe militare e di eversione nera e estremismo “Rosso”. La provincia di Reggio era sconvolta da fatti molti diversi tra di loro. Poco tempo prima c’era stato il summit di Montalto in cui tutte le cosche della provincia si erano ritrovati in Aspromonte per siglare un nuovo patto tra di loro e con lo “Stato”. La rivolta popolare di Reggio, era stata trasformata, all’insaputa della città, in un tassello della strategia golpista. I partiti in Calabria non avevano alcuna strategia, che non fosse una pallida eco dei temi nazionali.
Eppure nella Locride, precisamente a Caulonia centro, ci fu una manifestazione di zona che sarebbe giusto ricordare nella storia della nostra Terra. Si trattava di una iniziativa ILLEGALE, perché il governo con un apposito decreto aveva vietato le manifestazioni in tutta la nostra provincia. Un gruppo di “Eretici” rispetto alla linea ufficiale della Sinistra, tra cui c’ero anch’io, decise di non accettare lo spirito e la lettera di quel decreto. Eravamo convinti che il contrasto dei disegni eversivi ed oscuri delle forze antidemocratiche non fosse un mero problema di ordine pubblico da delegare alle “Forze dell’ordine“ che molti di noi consideravano i “Gendarmi dello Stato borghese”.
Noi dovevamo essere in prima fila qualunque fosse il rischio da correre o il prezzo da pagare. Ci siamo illusi di essere “I nuovi partigiani” pronti a riscattare la “Resistenza tradita”. Sicuramente un’illusione, ma in questa cornice ideologica maturò e si svolse la manifestazione del 14 agosto.
Ovviamente la tensione era altissima. A dire la verità, in quel periodo ogni giorno, ogni momento si viveva come se lo “Scontro finale” dovesse essere imminente.
La manifestazione si svolgeva a Caulonia, ma partecipavano ragazzi provenienti da quasi tutti i paesi della Locride. Tanti i “comunisti” pur se diversa intensità : dal PCI a “Servire il popolo”. Ma erano presenti anche gli anarchici ed i socialisti.
Si scelse Caulonia perché sin dalla seconda metà degli anni ‘60 era stata un forte baluardo della “Resistenza contadina” all’assurda politica di spopolamento ed abbandono dei paesi e delle campagne. Ma la manifestazione del 14 agosto era fortemente e soprattutto ideologica. Partimmo dalla piazza storica del paese con gli striscioni, le bandiere rosse e con slogan che a risentirli oggi farebbero venir la pelle d’oca. Non saprei dire se quelle lotte hanno avuto dei risultati positivi. Fummo denunciati poco meno di cento persone. Ad alcuni di noi hanno contestato una sfilza lunghissima di reati, molto di più rispetto a quelli contestati ai partecipanti al summit di Montalto.
Per una parte dello “Stato” profondo, i nemici eravamo noi , non “Montalto” . E se”ci” fossimo ancora i nemici saremmo sempre “Noi”. Oltre la metà dei denunciati erano delle ragazze dei ragazzi minorenni. Avevano intorno a 16/17 anni.
Le ragazze in minigonna che manifestavano con noi, erano già una grande conquista rispetto ai secoli precedenti. I giovani che pretendevano di fare la storia erano già una svolta radicale rispetto al passato. Ovviamente non tutto era positivo e non tutti i risultati furono felici. In quegli anni si ottenne il diritto allo studio, la riforma sanitaria per tutti, la giusta causa dei licenziamenti, l’abolizione delle gabbie salariali, l’abolizione del delitto d’onore, e poi il divorzio e tanto altro ancora. Merito di tante persone che hanno tenuto le piazze anche nei momenti di pericolo, ma anche dei socialisti e dei cattolici che erano al governo. So che grazie alla vigilanza popolare fu sventato il golpe dell’Immacolata, che sarebbe dovuto scattare l’8 dicembre di quell’anno. So che divoravamo i “Sacri testi” da “Lettera ad una professoressa” di don Milani agli “Scritti corsari” di Pasolini ed ancora“Eros e civiltà” di Marcuse o “I poeti maledetti” Ogni generazione vuole mettersi in viaggio e la nostra meta fu l’Utopia. E quando questa sparì dall’orizzonte ognuno intraprese una sua strada.
Non siamo stati eroi. Anche se i prezzi pagati furono altissimi, ma non tanto per le denunce all’autorità giudiziaria (che furono molte) per i ricatti e le persecuzioni (che ci furono) quanto per il doloroso contrasto con il mondo che ci aveva partorito, per la messa in discussione di solide amicizie, per l’incomprensione nelle nostre stesse famiglie. Ho pensato a quel giorno ormai lontano, guardando la manifestazione sindacale a Siderno del 26 luglio. Con tutto il rispetto tutta un’altra storia.
Ricordo un episodio che, malgrado gli anni, mi è rimasto impresso nella mente: arrivò un avvocato di Reggio incaricato alla nostra difesa legale e venne scortato da un gruppo di “Compagni”. Ad attenderlo eravamo un centinaio di persone. Nel momento del suo ingresso nella nostra sede, un “Compagno” anziano si alzò in piedi col pugno chiuso: “Un saluto ai compagni di Reggio”. Cento persone scattarono in piedi come fosse un sol uomo, cento pugni chiusi si alzarono come volessero conquistare il cielo. Operavamo in un piccolo paese ed in una provincia, che rappresentava l’epicentro dell’offensiva reazionaria contro l’Italia democratica, ma quella scena sembrava tratta dal libro “I dieci giorni che sconvolsero il mondo” di John Reed. Personalmente, oggi più che mai colgo chiaramente i gravissimi limiti di quella fase storica; non mi sento un “Pentito” ma non so se, con l’esperienza di oggi, vorrei ancora rivivere quei giorni. Poi, quando sembrava che il cielo stesse per colorarsi di rosso scesero le nuvole grigie. Forse (ed il dubbio è atroce) abbiamo bruciato nel fuoco della ideologia e di una passione infinita (che sconfinava nel fanatismo) i nostri anni più belli. Abbiamo fatto dono della nostra gioventù ad un Ideale di cui resta poco e vive solo nei ricordi. Comunque siamo stati marinai su “Un battello ebbro”(R) e ciò ci ha consentito di vedere, sia pure per qualche secondo, paesaggi meravigliosi, colori smaglianti, acque cristalline, e di fare sogni indimenticabili ma svaniti…in un’alba infuocata.