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venerdì, Novembre 22, 2024
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Messina: presentato il libro di quattro giornalisti della Gazzetta del Sud

di Giusi Mauro

Mai come in questo caso, il sottotitolo di un libro risulta essere azzeccato: “Nulla è come sembra”. Non è quel che sembra il titolo: “Ottomani sullo Stretto” edito da Città del Sole edizioni, non sono ciò che sembrano, le storie narrate con uno scambio continuo tra finzione e realtà; non sono come sembrano gli stessi autori del libro, quattro giornalisti di “un certo spessore”, che hanno militato nella redazione del quotidiano, “vero ponte” tra Calabria e Sicilia. Presentato ieri pomeriggio, presso l’Auditorium di Gazzetta del Sud di Via Bonino a Messina, “Ottomani sullo Stretto. Nulla è come sembra” scardina le certezze dei lettori che si fermano alla copertina.

Andiamo con ordine. Presenti all’incontro, tre degli autori: Vinicio Leonetti, Aldo Mantineo, Marcello Mento, assente giustificato Davide Marchetta, il direttore responsabile di Gazzetta del Sud Alessandro Notarstefano, l’editore di Città del Sole Franco Arcidiaco. Come sottolineato dal direttore Alessandro Notarstefano,  “Ottomani sullo Stretto”,  lungi dall’essere (pare con suo sommo rammarico date le origini turche per lato materno) un trattato storico/sociologico sul popolo turco che ha lasciato le proprie tracce tra le sponde calabro-sicule, altro non è che un patchwork letterario. È il risultato della somma di appunti, ricordi, riflessioni e suggestioni di quattro cronisti che, dopo anni di traversate e pellegrinaggi in giro per le redazioni di Sicilia e Calabria della Gazzetta del Sud, hanno trovato la loro dimensione diventando vere e proprie storie; storie che, altrimenti, sarebbero rimaste lì, in un cassetto, dimenticate tra gli appunti di un taccuino. Otto racconti, due per ogni autore, collegati tra loro da un sottile filo: la ritrovata libertà di scrivere. Con un’analisi puntuale e dettagliata, il direttore Notarstefano, ben conoscendo gli autori, ha svelato quanto le loro personalità siano riconoscibili all’interno dei singoli racconti. Dall’”americano” Leonetti nei cui racconti riecheggia una certa confidenza con il genere d’oltre Oceano, al forte sentimento di “territorialità” che si avverte nei racconti di Marcello Mento, dove si coglie decisamente il ricordo e la malinconia di un passato vissuto in prima persona, l’infanzia vissuta in una Sicilia che ha il sapore dolceamaro dei film tipici del neorealismo del cinema italiano. Ma non solo, nei racconti, dall’incedere solo apparentemente leggero, si celano argomenti tutt’altro che leggeri: traumi non ben identificati che, una volta dipanati, rivelano le cause si quella “inspiegabile paura” e conducono alla redenzione da una vita che sembra segnata e marchiata ma che trova, sempre, una speranza; senso di giustizia che nella realtà fatica ad arrivare ma che, nella finzione riesce ad avere una soddisfazione, se pur minima. Alla fine della lettura si coglie il grido di libertà di queste “ottomani” che, finalmente libere dal vincolo delle battute tipografiche imposte dalla gabbia grafica del giornale, danno libero sfogo alla propria natura letteraria, per nulla scontata per un giornalista, come sottolineato dall’editore Arcidiaco, definito “coraggioso” da Aldo Mantineo e a cui va il merito di aver dato il ‘là’ a questa raccolta di “sensazioni” diventate parole e immagini vivide e evocative.

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