Il 29 ottobre 1949, a Melissa durante una protesta per la terra, il lavoro e la libertà, la polizia sparò sui manifestanti, uccidendo 3 persone: Francesco Nigro, Angelina Mauro e Giovanni Zito. Ogni anno, il 29 ottobre si commemora la strage. Quest’anno, però, Melissa non è andata alle urne per le elezioni comunali per mancanza di candidati. Questo è solo uno degli otto comuni italiani in questa situazione.
Vito Pirruccio
Il 29 ottobre prossimo celebreremo i 75 anni dalla strage di Melissa, l’epica rivolta dei contadini del Marchesato per la conquista della terra, del lavoro e della libertà. Quel sabato mattina di 75 anni fa la polizia di Scelba sparò su uomini, donne e bambini che avevano la sola colpa di chiedere “pane e lavoro” in quelle terre del crotonese bruciate dal sole e da secoli di sfruttamento da parte delle baronie locali finalmente colpite dal “Ministro dei Contadini”, il comunista Fausto Gullo. Le pallottole della polizia di Scelba colpirono a morte Francesco Nigro, 29 anni, Angelina Mauro, 23 anni, e Giovanni Zito, di 15 anni. Sul luogo della strage i nomi dei tre martiri del lavoro sono impressi sul marmo a imperitura memoria. Ci sono le foto di Angelina Mauro e di Francesco Nigro, manca quella del ragazzo Giovanni Zito, perché la miseria non aveva, ancora, fatto in tempo di immortalare il suo volto sulla pellicola. Giovanni Zito, il martire senza volto, è impresso, però, a pieno titolo nella storia del movimento operaio e meridionale.
Questa storia è alle nostre spalle che ci ammonisce e dovrebbe richiamare le coscienze di tutti noi. Ma è lì ferma, statica, afona. Chi avrebbe dovuto portare avanti l’eredità storica dei tre contadini del Marchesato si è arreso da tempo e ne troviamo traccia nei richiami dei giornali proprio nel giorno in cui stiamo per recarci nelle cabine elettorali per il rinnovo del Parlamento europeo e di alcune Amministrazioni Comunali. Apprendiamo, infatti, che Melissa non andrà alle urne per rinnovare il Consiglio Comunale per mancanza di candidati. Sarà in “buona compagnia” con altri sette comuni italiani, tra i quali San Lorenzo e San Luca in provincia di Reggio Calabria.
I politici sulle TV e sui social, non nelle piazze per essere vicini al popolo, straparlano e spesso si parlano addosso. A questi “politici social” non diranno nulla Melissa, San Lorenzo e San Luca e, con molta probabilità, diranno meno Francesco Nigro, Angelina Mauro e Giovanni Zito salvo straparlare di fascismo e antifascismo, ma senza costrutto né contenuto. Melissa (così come gli altri paesi su richiamati) rimane uno sperduto comune calabrese che un tempo faceva parlare Leonida Repaci, Pier Paolo Pasolini, Ernesto Treccani, ma principalmente dava voce e dignità alla gente dal volto bruciato dal sole e questo popolo rispondeva agli appelli e si esprimeva nelle piazze, nelle campagne e nelle urne. Alcuni dati della partecipazione al voto nel Comune di Melissa
- 2 giugno 1946: votanti il 90,01%
- 18 aprile 1948: votanti 91,21%
- 26 giugno 1983: votanti 72,30%
- 4 marzo 2018: votanti 57,35%
- 25 settembre 2023: votanti 38,31%
L’8 e il 9 giugno Melissa non si recherà alle urne per rinnovare la sua Amministrazione Comunale. Forse un piccolo drappello di indefessi andrà a votare per il rinnovo del Parlamento europeo. E pensare che il 1° maggio 1983 mi trovavo sul palco di uno sperduto comune del catanzarese insieme al senatore Pasquale Poerio, il comunista che raccolse il testimone dei morti di Melissa, per chiamare la gente alla battaglia politica e al voto.
Specie negli ultimi 40 anni è andato disperso un patrimonio ideale e politico oggi senza più storia. Il risultato: piazze e urne vuote e solo social vocianti con slogan scontati e dalla fantasia irridente: “Sono una donna, sono una mamma …” o uscite propagandistiche in libertà, tipo: “L’Europa è un pollaio. Scrivi Gallo!”.
Oggi sono otto i Comuni che non rinnoveranno i rispettivi Consigli Comunali. Fra non molto si darà notizia solo di chi andrà a votare, perché il conto sarà più facile.