Gli esami di maturità sono iniziati e con loro un periodo di intense emozioni: paure, gioie, preoccupazione per i ragazzi e anche per chi, genitori e docenti, li ha seguiti e sostenuti in questo percorso di esperienza educativa e formativa.
Qualche dolce o amaro ricordo lo suscitano pure in noi che ci siamo passati e abbiamo vissuto l’intensità di quei momenti e anche, perché no, la vivace spregiudicatezza con cui i giovani affrontano le prove.
Il desiderio della maturità cresce nelle ultime settimane ma, in realtà, si inizia percepire fin dall’inizio delle scuole superiori dove i ragazzi e le ragazze coltivano i loro sogni, le loro ambizioni e anche le aspettative nel mondo del lavoro.
La maturità non è solo un “pezzo di carta” ma rappresenta la fiducia che il mondo ripone nelle nuove generazioni, nel loro cuore e nella loro forza di guardare avanti. La prova di maturità rappresenta anche un modo per mostrare tutto il lavoro svolto durante i cinque anni.
In questo periodo non mancano certo le polemiche: le tracce, il metodo di valutazione tra Covid e post Covid, il livello di preparazione e i paragoni con le altre generazioni, i favoritismi sono argomenti che ci porteremo dietro per un po’.
Tempo che impone anche delle riflessioni: saremo capaci noi adulti di garantire a tutti loro maturandi un dignitoso futuro? Saremo capaci di valorizzare le immense e fresche risorse che ci forniranno e riversarle nel mondo della cultura, dell’arte, delle professioni?
Certamente, ma soltanto se saremo pronti a riconoscere la passione, il desiderio di conoscenza e la volontà con cui hanno affrontato gli studi, la diligenza, l’impegno e il sacrifico che ragazzi e ragazze ci hanno messo in questi anni, le competenze acquisite, le capacità, i meriti.
Già i meriti. Il nuovo Governo italiano ha introdotto la parola «merito» nella denominazione del Ministero dell’Istruzione generando, a dire il vero, qualche polemica anche sullo stesso significato del termine.
Aldilà della polarizzazione del dibattito politico, la scuola, sia essa pubblica o privata, ha il dovere di rendere gli studenti e le studentesse persone potenzialmente meritevoli concedendo eguali opportunità senza distinzione alcuna ma ha anche il compito di occuparsi della loro formazione e valutarli secondo i risultati ottenuti.
Spetta alla politica poi garantire a tutti una vita decorosa eliminando ogni disparità perché ogni uomo e ogni donna possa trovare la gioia della vita; allo stesso modo deve favorire incarichi e responsabilità sulla base delle competenze e dell’impegno di ciascuno. In altre parole, costruire insieme una società più giusta.
Ed allora, cari ragazzi coltivate i vostri sogni e realizzate i vostri desideri; pretendete da chi occupa ruoli di responsabilità il riconoscimento dei vostri meriti acquisiti sul “campo” e fuggite le scorciatoie offerte dalla mala politica per assaporare il profumo della libertà.
Giuseppe Serranò