Sono uscite le motivazione di appello per la condanna a Ciro Russo l’uomo, che a Reggio Calabria, ha tentato di uccidere la moglie.
Le motivazioni della sentenza d’appello per il tentato omicidio di Maria Antonietta Rositani, affermano che: “L’imputato ha dimostrato una volontà di perseverare nell’obiettivo programmato, ossia quello di punire la moglie per la fine della loro relazione, per la detenzione successiva alla denuncia sporta, nonché per l’intento di proseguire nell’azione legale, finalizzata alla separazione e all’affido esclusivo del figlio minore, e un’assenza di qualsivoglia ripensamento critico dei propri atteggiamenti”. Hanno, inoltre, escluso che Russo fosse “incapace di intendere e di volere” e hanno sottolineato, piuttosto, che l’azione delittuosa era stata “meditata da lungo tempo, programmata nelle sue varie fasi e articolata con mezzi adeguati e del tutto idonei alla riuscita dell’efferato gesto”.
Sono le motivazioni della sentenza d’appello per il tentato omicidio di Maria Antonietta Rositani che, attraverso il suo avvocato Alessandro Elia, si è costituita parte civile nel processo contro l’ex marito Ciro Russo.
L’ex marito di Maria Antonietta Rositani, Ciro Russo, il 13 marzo 2019, era evaso dai domiciliari che stava scontando a casa dei genitori a Ercolano, per recarsi a Reggio Calabria allo scopo di uccidere l’ex moglie, Maria Antonietta Rositani.
L’uomo, una volta raggiunta, speronò la sua auto, le versò benzina addosso e le diede fuoco. Antonietta si salvò solo grazie alla sua forza d’animo, ed al suo amore per i suoi figli. Uscì dal mezzo avvolta dalle fiamme e si gettò in una pozzanghera, riportando gravissime ustioni che le ricoprivano il 50% del corpo, ed uscendo dal Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria solo dopo 20 mesi e dopo avere subito decine di interventi chirurgici.