Per raccontare chi era Marco Pezzati, il ragazzo morto in un incidente stradale, vogliamo pubblicare un ritratto. Tratto da Pallone e Pallonate rubrica del caro amico e corrispondente storico da San Luca, Antonio Strangio.
Antonio Strangio
Un’altra giornata tragica e terribilmente triste offende la comunità di San Luca. In un fatale incidente stradale avvenuto sulla statale 106 a Isca Provincia di Catanzaro, dove poco meno di cinquanta giorni fa nel giorno della Befana hanno perso la vita quattro giovani di San Luca, in seguito a un nuovo incidente stradale ha perso la vita un ragazzo che soltanto otto giorni fa aveva festeggiato il suo trentunesimo compleanno. Si chiamava Marco Pezzati ed era originario di Firenze, dove era nato il 14 febbraio 1993, ma era un calciatore del San Luca. Uno dei più forti e amati. Il leader, il condottiero, il guerriero che sapeva anche sorridere, un difensore centrale che alla causa sportiva dell’ASD San Luca stava dedicando tutto sé stesso, come aveva già fatto nella sua prima stagione a San Luca, quando i giallorossi conquistarono il quarto posto e disputarono la semifinale dei playoff. Dovendo raccontare per Gazzetta del Sud, il cammino calcistico del San Luca ho avuto modo più volte nel corso degli allenamenti settimanali, d’incrociare e scambiare qualche battuta con il poderoso centrale giallorosso che non aveva paura di niente e di nessuno. Un autentico uomo squadra, un punto di riferimento per i compagni più giovani, un leone come lo ha definito mister Mancini che, però, una volta terminata la partita si trasformava in un simpatico e burlone ragazzo di provincia capace di coinvolgere e tenere vivi e allegri tutti. Per tutta la comunità di San Luca, soprattutto quella sportiva, che voleva bene a questo toscanaccio con la battuta sempre pronta e tagliente, si tratta di una perdita terribile e incolmabile. E non solo sul piano calcistico, ma perché Marco anche fuori del campo si era integrato alla grande con i giovani della nostra piccola comunità, e perché aveva fatta sua la nostra causa sportiva, tanto è vero che anche quando non giocava, perché impedito da qualche infortunio visto che lui non si risparmiava mai, si accomodava in tribuna e tifava San Luca dall’inizio alla fine meglio del più incallito dei tifosi. So che il San Luca appena saputo della ferale e devastante notizia ha chiesto il rinvio della gara in programma domenica a Portici. Molto probabilmente si giocherà mercoledì 28, ma cambierà poco perché il dolore è davvero grande e letale e perché non riesco a capire con quale spirito a distanza di pochi giorni dall’incidente i nostri ragazzi riusciranno a scendere in campo determinati e compatti come voleva soprattutto lui che faceva da capo fila quando sugli infuocati campi avversari ci fischiavano e ci gridavano di tutto perché il calcio è così. Ma se ho davvero conosciuto lo spirito guerriero di Marco, i suoi compagni mercoledì 28 dovranno scendere in campo con lo spirito guerriero che lo ha sempre contraddistinto, perché questo è sicuramente il desiderio dello stesso Marco. E perché soltanto così onoreranno la memoria di un ragazzo che a San Luca ha lasciato un pezzo di cuore, mentre sulla maledetta statale 106, specchio fedele e vergognoso della nostra classe politica, ha lasciato tutta una vita. Ciao guerriero. Per sempre giallorosso!