Lettera accorata dell’avvocato locrese, che accende un faro su un problema che per tutti sembrava non esserci.
Appello al signor Prefetto di Reggio Calabria
Al Presidente della regione On.Occhiuto
Al Vescovo di Locri Francesco Oliva.
Mi trovo per effettuare una visita all’ospedale di Locri, tra tanti medici e personale paramedico la gentilezza e la cortesia non manca e, mi piace sottolineare, che non ho l’esclusiva, nel senso che la boria che rendeva pesante un tempo questi spazi, oggi sembra essere venuta meno.
Chi invece, pur mantenendo gli stessi metodi di stile, manifesta tuttavia disagio e tristezza, sono i lavoratori e le lavoratrici delle cooperative di pulizia ed igienizzazione del nostro nosocomio. Pulito e profumato come pochi altri presidi ospedalieri della Calabria. Il motivo è uno solo: la mancata corresponsione degli stipendi da settembre. Da 90 giorni queste persone lavorano senza essere pagate, comprese le festività natalizie e la tredicesima. Questo fenomeno di “bullismo istituzionale” pari alla arroganza della ndrangheta, solo all’ospedale di Locri si verifica, con il silenzio di tutti i sindacati della Chiesa e dell’olimpo di coloro che potrebbero dire e fare e non dicono e non fanno. Da qualche giorno dopo la morte dell’arcivescovo Tutti i social hanno diffuso, più del virus questa frase: “Se tra gli oppressori e gli oppressi, non parli e non ti indigni, stai dalla parte degli oppressori.”
Io sono sempre dalla stessa parte, spero dal profondo del cuore che lo siate anche voi.
Pino Mammoliti