Verrebbe da dire: “Mala tempora currunt sed peiora parantur (corrono brutti tempi ma se ne preparano di peggiori)”, visto le tante guerre che nel mondo ci sono e che spesso dimentichiamo, soffermandoci, invece, su quelle che più ci toccano da vicino, come che non fossero collegate.
Francesco Martino
Le guerre per estendere la democrazia in tutto il globo, bandiera sotto cui si nasconde l’esigenza di mantenere il dominio dei paesi occidentali, sotto il vessillo della NATO, e di garantire il controllo delle materie prime, dei territori amici, e il benessere delle popolazioni occidentali.
Si sperava che dopo le tragedie del secolo scorso, con due guerre mondiali, che hanno coinvolto le potenze europee, Giappone e Stati Uniti, con milioni di morti, menti illuminate si sedessero alla guida del loro paese e raggiungessero accordi di coesistenza.
Dopo la caduta dell’orso russo, travolto prima dall’occupazione dell’Afganistan, e poi dal crollo del Patto di Varsavia, si pensava a un’Europa che accomunasse anche la Russia, non più potenza contrapposta, ma nella stessa famiglia.
Invece ci troviamo ad assistere a guerre tra Occidente e Russia anche per il rinascere di nazionalismi e di Stati che si suddividono in mini Stati, in base a fedi religiose o etnie, anche sotto la spinta di questi ultimi di condividere e partecipare al banchetto dei più ricchi, attratti nell’orbita accidentale.
La tigre cinese, con 1 miliardo e 400 milioni di abitanti in diminuzione, seconda dopo l’India per poche decine di milioni, ma in crescita, con la sua politica di investimenti nei paesi del mondo, ha provato a proporre un altro modo di convivenza tra i popoli, con “la via della seta”, che aveva convinto anche l’Italia.
Ma le belle idee, non sempre convincono chi ha da perdere il dominio del mondo.
Gli USA, unica superpotenza rimasta, ma che non vuole perdere questo suo ruolo, e non accetta che il suo dominio sia nella fase di decadenza, con il rischio di essere soppiantata dai Cinesi, riescono ancora a tenersi stretta, sotto la sua potenza egemonica e al controllo della NATO, l’Europa.
E sotto la parola “democrazia e libertà” assistiamo a guerre intestine che si svolgono in tutto il globo, potremmo dire per procura, vedi Ucraina, ma anche altrove in Africa.
Non da meno, la Russia di Putin, che vuole ritornare ai vecchi splendori di potenza.
Dopo l’illusione del Presidente dell’Unione Sovietica Michail Gorbaciov, che la Russia, potesse rientrare nell’ambito europeo, per la sua storia millenaria di appartenenza alla nostra cultura e tradizione, Putin ha portato la guerra nel centro dell’Europa, sentendosi accerchiato.
I paesi dell’Est Europa che erano stati sotto il suo dominio, vogliono essere protetti dalla NATO.
Paesi, nazionalisti, alcuni dei quali autoritari, ma che vogliono aderire alla Nato.
Abbiamo assistito allo sgretolarsi di popoli che erano uniti in uno stesso stato, Jugoslavia, ma anche Cecoslovacchia, il sorgere di piccoli Stati, e in questi giorni la perenne guerra Israele-Palestina, che sta coinvolgendo l’intera area.
Vedremo lo sgretolarsi di altri Stati, la nascita di altre piccole entità statuali?
E le pecorelle occidentali, che sono presenti ancora in Stati in perenne guerra tra diverse etnie, anche per garantire le popolazioni (peacekeeping), di queste guerre, ne sono compartecipi, vedi la guerra in Libia e l’uccisione di Gheddafi, vedi la guerra in Jugoslavia, la guerra in Iraq.
Non partecipano con le loro forze, ma armano gli eserciti, vedi la guerra in Ucraina, in questi ultimi due anni.
Siamo in una crisi economica ed ecologica che avrà impatto a lungo termine, già si vede l’impoverimento delle popolazioni europee, mentre nel mondo poche persone hanno ricchezze stratosferiche, i ricchi spogliano i poveri, i lavoratori, aumenta la disoccupazione, il lavoro non garantisce più di arrivare a fine mese.
Crescono le spinte nazionaliste, identitarie, di gruppo ristretti, vedi autonomia differenziata in Italia, si preparano bilanci di tagli e si aumentano le spese militari, non solo nello stivale.
Non si sentono nel mondo le voci lungimiranti, che, anni fa, hanno avuto l’idea di unificare sotto un unico tetto gli stati europei, che per anni si combattevano in guerre disastrose, in termini di morti e distruzioni.
Invece di destinare i bilanci per superare le difficoltà economiche, investire in azioni di pace, a costruire amicizia tra i popoli, a fornire aiuto e assistenza agli Stati in difficoltà, che significa anche ricchezza per gli investitori, sprecheremo i soldi in bombe e armamenti per una nuova guerra.
Invece di grano e alimenti, bombe nucleari tattiche, che portano morte.
Per prepararci alla nuova guerra? Dopo l’Unione Sovietica, ci sarà la Cina, che diventerà il nemico principale per dominare il mondo, conquistare terre e depredare ricchezze.
È questo il mondo che vogliamo?L’Europa che vogliamo?
Per fortuna che le popolazioni cominciano ad averne le scatole piene di questi apprendisti stregoni.
La maggioranza dei cittadini europei, italiani in primo luogo, non vogliono più proseguire la guerra in Ucraina, sarebbe ora che finisse presto.
Poi faremo i conti di chi ha perso. Ucraini in primo luogo, ma anche i soldati russi mandati allo sbaraglio. Valeva la pena per un un altro pezzo di terra?
E noi saremo inconsapevoli vittime di queste scellerate scelte, spesso schierandoci con l’uno e contro l’altro, pagando anche sulla nostra pelle in termini di sacrifici e ristrettezze, decisioni che arricchiranno i venditori di armi, i portatori di morte e distruzione.
Ci stiamo chiudendo a riccio, per difendere le nostre sicurezze, contro la prospettiva di un mondo che cambia, che dovrebbe essere aperto a tutti e ci affidiamo a chi vuole distruggere anche la vita sulla terra.
Si rimpiango gli ideali di una generazione che lottava contro l’imperialismo Yankee e certo non amava l’Unione sovietica, ma condivideva ideali di pace e fratellanza, invece ci troviamo in un mondo rancoroso e senza speranze di un mondo migliore, che rischia di implodere in una guerra nucleare.