Anche quest’anno, al Liceo Scientifico Zaleuco, guidato dal Dirigente Carmela Rita Serafino, il Natale acquista un significato speciale e particolare, con uno sguardo alla situazione conflittuale mondiale che stiamo vivendo. Il Presepe, allestito con maestria dai fratelli Domenico e Alessandro Zappia, ex allievi della scuola, coadiuvati dalla prof.ssa Luisa Totino, dal prof. Renato Lizzi, dalla prof.ssa Marilena Demarte, dagli allievi Umberto Carpentieri, Panetta Christian e Panetta Dalia (classe II A), nella sua essenzialità, ci riporta ad un momento in cui gli sfarzi e i ricchi addobbi sono inadeguati. La semplicità dell’impostazione si collega a tutte quelle persone, legate ad una speranza labile e tremula, che vedono ancora lontano un nuovo inizio, quasi impossibile una nuova nascita, nella pace e nella serenità. Attanagliati dai bombardamenti e dal freddo incalzante, gli ucraini guardano la loro terra diventare una landa desolata, spenta e sterile, e i rami secchi posti ai lati della natività rimandano a ciò. Ma anche dall’aridità morente, può divampare la vita, rappresentata da petali di stelle di Natale, che rimandano alla tenacia, alla lotta per la dignità, per la libertà e per l’orgoglio della democrazia. La guerra è sempre una sconfitta, per vinti e vincitori, spezza l’umanità e produce ferite, difficili da sanare. Il Signore della vita, però, amore totalizzante, si ripresenta con fulgore prorompente, trovando, anche in mezzo ai rami secchi dell’odio e della violenza, la strada della ripresa e del riscatto esistenziale dell’uomo. Ed è sulla scia di questo che si collega, anche, l’allestimento dell’Albero di Natale, ad opera della classe V B, supportata dalla prof.ssa Luisa Totino, dalla prof.ssa Rosella Fontana e dalla prof.ssa Alexandra Tino. Una testimonianza ostinata, tra tanti momenti difficili, della gioia, che deve risplendere per tutti. Ogni addobbo un desiderio di speranza, di felicità, ogni luce un piccolo faro verso un futuro dove possa risplendere il rispetto, la condivisione, il confronto e l’accoglienza. Dopo tutto l’abete, fin dai tempi antichissimi, ha avuto una valenza cosmica, che lo collegava alla rinascita prorompente della vita dopo l’inverno, e al ritorno della fertilità della natura, ricordandola con frutti dalla forma rotondeggiante, che venivano appesi, per decorare l’albero. In ambiente cristiano l’abete divenne simbolo di Cristo e della sua immortalità, visto che è una pianta resistente ai più gelidi inverni, senza morire mai. Un simbolo, dunque di tenacia e fiducia nel nuovo che verrà. Grazie ai ragazzi del Liceo Zaleuco, per queste splendide testimonianze, con l’augurio di vivere Feste serene!
“Il Natale è l’appuntamento con Dio, che nasce nella grotta di Betlemme, per insegnarci la potenza dell’umiltà. Infatti, è anche la festa della luce, che non viene accolta dalla ‘gente eletta’, ma dalla ‘gente povera e semplice’, che aspetta la salvezza del Signore” (Papa Francesco)