Governo contro la Magistratura: il caso dei centri per migranti in Albania diventa terreno di scontro fra le due fazioni.di Oreste Romeo
«Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e quindi non si muove per interessi personali ma per visioni politiche e questo la rende molto più forte, e anche molto più pericolosa la sua azione … Meloni oggi è un pericolo più forte di Berlusconi. Dobbiamo porre rimedio.» Quelli del Sostituto Procuratore della Cassazione Marco Patarnello, non a caso di Magistratura Democratica, sono pensieri tutt’altro che estemporanei, anzi tradiscono destabilizzante continuità di insane pulsioni, ai limiti dell’eversione, coltivate all’interno della magistratura italiana già dai tempi del Cavaliere.
Davanti a queste preoccupanti evidenze, la parte dell’Italia che si è inventata il pericolo fascista minimizza all’insegna del negazionismo e si attiva per depotenziare i provvedimenti che il Consiglio dei Ministri assumerà, dopo quelli adottati dal Tribunale di Roma, per affrontare i gravi effetti provocati sull’ordine pubblico dal fenomeno migratorio che produce denaro e consenso in termini di voti ad una ben riconoscibile parte politica. La Schlein, serva come i suoi predecessori di encomio verso l’Ordine Giudiziario, ha già consumato il codardo oltraggio del Presidente del Consiglio in carica, accusandolo di vittimismo, non senza lasciare intendere che sarebbe stato maggiormente gradito un atteggiamento istituzionalmente omertoso da parte della Meloni.
E il Presidente della Repubblica?
Mattarella, Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura, è impegnato in un minuetto, secondo il protocollo democristiano: anziché intervenire e dare risposta ai conati di rigurgiti eversivi, preferisce legittimare, seppur indirettamente, l’ennesima invasione di campo, sotto forma di invito delle Istituzioni al dialogo e all’abbandono delle visioni ideologiche per fare spazio alla mediazione e alla sintesi. Quasi che alla Magistratura competa il rilascio di una sorta di nulla osta perché il Governo eserciti le proprie prerogative costituzionali. E il popolo italiano, costretto a non poter mettere il naso fuori dalla porta di casa, assiste sconcertato al teatrino della Stato di Diritto da tutti invocato, mentre il Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Magistrati attende paziente il momento giusto per “piazzare” la fatwa solenne dell’autonomia e indipendenza della magistratura.