Francesco Salerno commenta l’annullamento di un evento con ospite Marcello De Angelis, palesando le ragioni, non proprio corrette, che l’Anpi ha utilizzato per forzare tale decisione
L’Associazione nazionale partigiani italiani ha dimostrato, per l’ennesima volta, di essere l’incarnazione perfetta del modo di dire “predicare bene ma razzolare male”.
Il perché è presto detto:
Per domenica 6 agosto era previsto un evento a Montauro (Cosenza) che avrebbe dovuto avere come ospite Marcello De Angelis e il suo ultimo libro “Cosa significa essere di destra?”, con dibattito annesso.
De Angelis è però da alcuni giorni al centro di molte polemiche a causa di una sua uscita infelice sulla strage di Bologna. L’autore, nonché responsabile della comunicazione della regione Lazio, ha affermato che non vi era alcuna matrice fascista dietro le stragi, difatti rinnegando ciò che inchieste, indagini e storia affermano da decenni. Le reazioni, come è ovvio, sono state immediate, con politici e associazioni che hanno dichiarato vergognoso quanto affermato da De Angelis e, persino, offensivo verso le famiglie delle vittime della strage.
Ora, personalmente ritengo anche io che tali affermazioni siano state ridicole, per non dire peggio, e comprendo gli attacchi e le reazioni (lecite) di chi lo ha criticato. Dinnanzi a tale diatriba, tuttavia, l’Anpi ha voluto dimostrare nuovamente di essere la paladina unica della libertà e della lotta ad ogni fascismo. Come? Semplice, facendo pressioni affinché gli organizzatori dell’evento ad annullassero l’incontro con De Angelis.
Gli organizzatori stessi hanno dichiarato: “Al fine di evitare ogni polemica e strumentalizzazione di alcun genere, l’evento previsto per questa sera è annullato. Continuiamo a credere nel valore del pluralismo e rifiutiamo ogni accostamento ad ogni estremismo di qualsiasi estrazione o colore”.
Evento annullato. Missione compiuta.
Gli organizzatori credono così tanto al pluralismo da annullare un evento a causa di un ospite controverso. Complimenti per la coerenza.
Quest’ultima, tuttavia, è un concetto sconosciuto anche alla stessa Anpi che, adesso, può festeggiare il suo ennesimo, meschino, trionfo. Ma non erano loro i difensori della libertà di pensiero e opinione? Mi sembra che, col tempo, l’Anpi abbia compiuto la stessa parabola del governo intergalattico di Star Wars…
A dire il vero, non è nemmeno la prima volta che l’Anpi si comporta così. Vi invito a tornare indietro con i ricordi ai tempi del lockdown causa covid. Nello specifico, quando la segregazione era totale e ogni festa veniva annullata in nome della lotta al propagarsi della malattia.
Pasqua, Natale e così via. Tutto annullato. O meglio, quasi tutto.
Giacché quando venne il 25 aprile (ripeto, pieno lockdown) i vertici Anpi protestarono contro il governo affinché a loro venisse concesso il permesso di andare in piazza a migliaia per festeggiare quel giorno tanto importante. Ovviamente, venne concesso.
Perché dinnanzi al 25 aprile e alle bandiere dell’Anpi anche il covid si rifiuta di agire. Logico, non trovate? Badate bene, io non discuto affatto l’importanza o il valore della festa, bensì il fatto che loro si siano sentiti (e lo sono) gli unici ad avere diritto di festeggiare infischiandosene altissimamente di tutti i milioni di italiani che, invece, hanno rispettato le norme anti-contagio.
Ma si sa, i partigiani (quei pochi rimasti vivi, gli altri non so come definirli) sono sempre stati un po’ più “uguali” degli altri.
Tornando a De Angelis e alle sue “idee” che potremmo definire negazioniste, mi viene da dire che, pur trovandole indegne, nessuno dovrebbe avere il diritto di impedirgli di parlare.
So che la maggior parte delle persone non riesce o non vuole interiorizzare un concetto elementare, ovvero, che la libertà di pensiero e opinione non esiste se vi sono eccezioni.
Non si può dire che: “Ogni opinione ha diritto di esistere, tranne quella che…”
Sarebbe come dire: “Io non sono razzista, amo tutte le razze, tranne gli asiatici.”
Lo vedere anche voi che non regge.
E, dunque, anche le affermazioni, ripeto per me ridicole, come quelle di De Angelis hanno il diritto di esistere ed essere enunciate e nessuno può arrogarsi il diritto di non farlo parlare.
Altrimenti, cara Anpi, ti si potrebbe accusare di agire come i fascisti che affermi di combattere.