Associazioni, produttori, sindaci, istituzioni del reggino si coalizzano e si preparano alla protesta in seguito al clamoroso stop della Regione al percorso ormai concluso dell’IGP “Bergamotto di Reggio Calabria” approvato dal Ministero dell’agricoltura a dicembre scorso.
Oggi la Città Metropolitana ha approvato una mozione specifica, sottoscritta dai consiglieri metropolitani Giuseppe Marino e Domenico Mantegna, approvata dalla maggioranza e con l’astensione dei consiglieri metropolitani di Lega e Forza Italia. La mozione prevede che la metro city si impegni a chiedere un incontro al Ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida per ottenere le opportune spiegazioni in merito all’interruzione dell’ultima fase di ratifica dell’IGP ormai approvato; ciò a tutela dei diritti dei lavoratori, degli agricoltori e dell’intera filiera presente esclusivamente sul territorio metropolitano di Reggio Calabria.
E domenica 10 marzo il Comitato spontaneo dei bergamotticoltori reggini organizza alle 17,00 a Roghudi un’assemblea pubblica a favore dell’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria e la filiera bergamotticola. L’agronomo Rosario Previtera in rappresentanza del Comitato promotore per l’IGP del Bergamotto di Reggio Calabria ringrazia il Comitato spontaneo: “siamo stati invitati a questa assemblea e parteciperemo con grande piacere e numerosi, anche per sfatare le menzogne sull’IGP da parte dei detrattori a causa di interessi privati ormai noti, e per presentare il Disciplinare di produzione approvato dal Ministero dell’agricoltura il 12 dicembre 2023 e stoppato dalla Regione Calabria il 28 febbraio 2024 la quale dimentica che il Comitato promotore annovera più di 300 tra agricoltori, cooperative e trasformatori per più di 530 ettari di bergamotteti ovvero più del 50% dei bergamotticoltori reggini censiti dal settore agricoltura della Città Metropolitana e più di un terzo dei bergamotteti censiti dall’Istat nel 2022 pari a 1.500 ettari”.
Secondo il Comitato promotore dell’IGP:” I detrattori dell’IGP per il Bergamotto di Reggio Calabria, mentono consapevolmente, diffondendo notizie false come ad esempio che la “DOP è meglio dell’IGP” e che l’IGP consentirebbe l’ingresso di bergamotto da “fuori”. FALSO! Il Disciplinare di produzione del Bergamotto di Reggio Calabria IGP, per scelta dei produttori, prevede al pari delle DOP (che da anni sono riservate ai prodotti trasformati e non all’ortofrutta, tranne per prodotti di nicchia), che tutte le fasi previste si svolgano nell’area vocata ovvero che coltivazione, produzione, lavorazione e trasformazione avvengano ALL’INTERNO DELL’AREA VOCATA. Cioè non è consentito lavorare o “importare” bergamotti provenienti da altre aree della provincia, da altre province o regioni o dall’estero. Si tratterebbe cioè di truffa. Appare singolare che nessuno si è mai accorto (o fa finta di non sapere e vedere) dell’inutilità dell’essenza DOP del Bergamotto di Reggio Calabria e della inesistente tutela da parte del suo “Consorzio di tutela” visto che in provincia di Reggio Calabria si producono 150.000 Kg di essenza di bergamotto all’anno e nel mondo se ne commercializzando ben 4 mln di Kg. Sarà un’essenza miracolosa?”. In merito allo stop improvviso e incomprensibile da parte della Regione Calabria, il Comitato Promotore sostiene che
“La Regione si contraddice e boicotta l’iter quasi concluso dell’IGP Bergamotto di Reggio Calabria a circa tre anni dal suo stesso parere favorevole e dopo tre mesi dall’approvazione ministeriale. Eravamo a un passo dalla conclusione dell’iter e attendevamo la dovuta convocazione della Riunione di Pubblico Accertamento da parte del Ministero dell’Agricoltura dopo l’approvazione del Disciplinare di produzione del 12 dicembre scorso. Il nostro Comitato che deve organizzare la manifestazione di pubblica audizione per come previsto dallo specifico Decreto Ministeriale era già pronto ad adempiere alle incombenze previste insieme ai suoi associati. Ma il 28 febbraio presso la presidenza della Regione Calabria si svolgeva un’altra riunione-farsa, come quelle già svolte nel 2022 e nel 2023, in cui eravamo presenti insieme alle quattro associazioni di categoria, alla Camera di Commercio di Reggio Calabria e al Consorzio dell’essenza del Bergamotto DOP. La riunione tenuta dal presidente Occhiuto, dall’assessore Gallo e dal dirigente Giovinazzo è stata la replica delle varie riunioni precedenti nelle quali, a più riprese si è cercato chiaramente di fermare l’azione corale dei 300 bergamotticoltori dell’IGP a favore del progetto di estensione del disciplinare dell’essenza DOP al frutto, poi presentato ad agosto dal pluripresidente Ezio Pizzi in rappresentanza dei 20 soci di un consorzio che di fatto non ha mai operato sul territorio. Con la differenza che questa volta la riunione si è conclusa con l’anticipazione da parte del Governatore di voler scrivere al Ministero per perorare la causa della DOP, ritenuta più “qualificante”, e comunicare che il gruppo della DOP possiede maggiore rappresentatività e con l’intenzione addirittura di ritirare il parere favorevole della Regione espresso il 29 giugno 2021per l’IGP, confermando invece il parere favorevole espresso il 4 settembre 2023 a favore della DOP il cui Consorzio di tutela esistente dal 2007 annovera una ventina di associati. E così è stato fatto purtroppo. Tutto ciò nonostante in quella sede abbiamo spiegato con supporto documentale che DOP e IGP hanno identico valore, che la rappresentatività reale è chiaramente dalla nostra parte in termini di numeri e di prodotto, e nonostante le organizzazioni COPAGRI e CIA si siano chiaramente espresse a favore dell’IGP in quanto obiettivo ormai raggiunto e da considerare un successo del territorio, a differenza di Coldiretti e Confagricoltura che hanno sostenuto il percorso della DOP che prevederà tempi lunghissimi. Un percorso quest’ultimo di fatto è già stato sospeso ufficialmente dal Ministero e la cui istruttoria non è mai stata attivata proprio perché iniziata dopo due anni e mezzo dalla giusta conclusione e approvazione dell’iter dell’IGP. Dunque un chiara ed evidente macchinazione amministrativa intrapresa chiaramente proprio per bloccare e procrastinare all’infinito l’ottenimento dell’IGP. Ci chiediamo come sia possibile che, a condizioni immutate, il Dipartimento agricoltura ritiri il parere favorevole espresso per l’IGP dopo quasi tre anni e come il Dipartimento stesso e l’assessore Gallo si contraddicano visibilmente dopo aver scritto ufficialmente ad alcune associazioni di categoria poche settimane addietro in merito alla riunione di pubblico accertamento e aver pubblicato, anche su queste pagine, uno specifico comunicato nel quale veniva dichiarato in merito all’IGP che “il nostro sostegno non è in discussione e che se si è arrivati sin qui si deve anche al lavoro svolto dalla Regione” e come scriveva l’assessore Gallo “confermo l’impegno perché l’iter in essere prosegua secondo i tempi e le modalità previste per l’interesse esclusivo della Calabria”. Rimaniamo grandemente amareggiati nel constatare che in realtà è avvenuto proprio tutto il contrario, e constatiamo che eventuali problemi politici interni che non ci riguardano e la volontà di alcuni di favorire pochi soggetti a danno della stragrande maggioranza degli agricoltori, costituisce un qualcosa che ci porta seriamente a riflettere su modelli di governance che credevamo estinti e che invece risultano ancora in auge. Naturalmente i 307 operatori dell’IGP e le sigle sindacali che sostengono l’iniziativa, consci di un comparto già in crisi, riversano sull’approvazione della Indicazione Geografica Protetta “Bergamotto di Reggio Calabria” grande speranza per il rilancio concreto del settore primario e lo sviluppo del territorio. Ecco perché tutti insieme evidenzieranno le numerose zone d’ombra e i conflitti di interesse esistenti e tuteleranno i propri diritti, a garanzia della la trasparenza e della legalità in tutte le sedi opportune”.