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venerdì, Febbraio 28, 2025
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Lettera al Presidente del Tribunale di Locri Fulvio Accurso

Caro Presidente,

ieri ho avuto il privilegio di partecipare con grande entusiasmo alla presentazione del nuovo progetto “Pro.Me” e le prospettive della Giustizia ripartiva nella Locride, promosso da Lei e dalla Caritas della Locride. Ritengo utile soffermarmi su questa iniziativa che, pur partendo da lontano, sta portando enormi benefici al nostro territorio.

Il progetto prevede l’affidamento di lavori di pubblica utilità a detenuti del carcere di Locri, con l’obiettivo di reintegrarli nel mondo lavorativo e sociale. Un esempio concreto di questa iniziativa è quello di Ilario Primerano, un ragazzo che era stato condannato dallo stesso giudice a 15 anni di carcere, e che ora è stato protagonista di un affidamento presso il porto turistico delle Grazie. L’iniziativa è stata portata avanti dalla Caritas, con la direzione di Carmen Bagalà, una figura che, permettetemi una parentesi, per chi come me ha conosciuto il padre, rappresenta bene questa comunità. Il direttore Bagalà è stato un direttore che ha lavorato con generosità, buona educazione e una passione profonda per la vita sociale del nostro territorio. Questa è, secondo me, la forma più nobile di interpretare il ruolo di chi ha il compito di aiutare, accogliere, prima che punire e condannare.

Voglio inoltre condividere il racconto che ha fatto Lei, Presidente, sulla Sua esperienza a Locri, che meriterebbe di essere raccontata in un film. Lei ha descritto il suo arrivo in un tribunale fatiscente, dove regnava il degrado. Angosciato da questa situazione, ha cercato un’idea, e l’ha trovata insieme al direttore del carcere di Locri: coinvolgere un gruppo di ragazzi detenuti nella ristrutturazione del tribunale. Un’operazione rischiosa, ma che ha visto risultati straordinari. Successivamente,  altra opere realizzate, è stata la riorganizzazione dell’archivio del tribunale, dove migliaia di carte raccontano la vita di tante persone della Locride. Queste due operazioni hanno visto il coinvolgimento di numerosi ragazzi che stavano scontando la pena nel carcere di Locri. Lei ci ha raccontato di sorrisi, speranza e fiducia che sono nati in questi ragazzi, sentimenti come il rispetto e la fedeltà che sono riusciti a coltivare grazie alla Sua guida.

Per chi non ha avuto la fortuna di essere presente a questi momenti, esiste un video che racconta questa esperienza, ma spero con queste parole di riuscire a trasmettere almeno una parte dell’emozione che ho vissuto. Un episodio che mi ha particolarmente colpito è quello che Lei ha raccontato riguardo a Ilario, il ragazzo che Lei aveva condannato a 15 anni di carcere. Dopo diversi anni, Lei lo ha incontrato di nuovo in carcere, durante questa operazione, e ne è rimasto colpito dal sorriso che Ilario gli ha rivolto. Come ha detto Lei, Presidente, è stato incredibile vedere un ragazzo che, anziché odiarLa, ha sorriso, nonostante fosse la persona che gli aveva inflitto una condanna così dura. Ilario è stato uno dei protagonisti di questo percorso di crescita e di collaborazione con i detenuti.

L’emozione più grande, sempre secondo Lei, è arrivata quando Ilario le ha confidato di essersi innamorato di una ragazza. A quel punto, il rapporto tra detenuto e giudice è stato azzerato dalla pura umanità di questi gesti. Questa esperienza mi ha fatto riflettere su quanto spesso, in questa terra, scriviamo di uomini piccoli, di “nani” che lo Stato invia per etichettarci come mafiosi, senza conoscerci veramente, senza capirci. In questo caso, però, mi sento di dire che lo Stato ha inviato un gigante, una persona che sa fare la differenza. Non è una persona che racconta solo belle storie, ma una persona che agisce con coraggio e con il cuore.

Penso che ci siano nella nostra terra molte persone disposte ad aiutare un simile progetto, perché tutti meritano una nuova occasione per tornare ad essere uomini. A questo punto, mi sento di rivolgerLe una domanda: quale sfida possiamo raccogliere noi della comunicazione per aiutarLa a portare avanti questi progetti così importanti? È questa la domanda che avrei voluto farLe ieri, perché credo che iniziative come questa meritino di essere supportate, raccontate e diffuse.

Con grande stima,
Rosario Vladimir Condarcuri

 

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