Il nuovo governo si è inventato una norma per bloccare l’ingresso di profughi, con una categoria assurda “i fragili”, che verrebbero controllati da medici sulla nave. Solo questi verrebbero fatti scendere dall’imbarcazione, gli altri verrebbero rispediti altrove. I medici facciano obiezione di coscienza, per evitare di essere complici nel selezionare persone da respingere all’inferno dei loro paesi, oppure nei campi di concentramento in Libia, o altrove.
Siamo ormai abituati che questo governo, essendo la continuazione storica del vecchio centrodestra di Berlusconi, con rapporti di forza cambiati, da una maggioranza centrista liberale a una nuova, erede del vecchio MSI (Movimento Sociale Italiano), creato dagli eredi della RSI (Repubblica Sociale Italiana) del 1943, non poteva smentirsi.
Il vecchio proverbio, tipico di questo raggruppamento, deboli con i forti (potenti) e forti con i deboli (poveracci), viene sempre a proposito.
Non dimenticando le molteplici leggi ad “personam”, inventate da azzeccagarbugli, create per salvare il Presidente di FI, accusato, a torto o ragione di vari reati, per arrivare al punto di trasformare in Parlamento, una giovane escort nella nipote di un Presidente egiziano e salvarlo da accuse legate alle feste eleganti”, come lo stesso le definiva.
Adesso si sono inventati una norma per bloccare l’ingresso di profughi, con una categoria assurda i “fragili”, che verrebbero controllati da medici sulla nave, osservando le condizioni delle mani, come sembra preveda il protocollo previsto.
Solo questi verrebbero fatti scendere dall’imbarcazione, gli altri verrebbero rispediti altrove.
Sarebbe per lo meno opportuno che i dottori non si prestino a queste assurdità.
Facciano obiezione di coscienza, per evitare di essere complici nel selezionare persone da respingere all’inferno dei loro paesi, oppure nei campi di concentramento in Libia, o altrove, che non sono luoghi di vacanza, come ebbe a dire Berlusconi sul confino degli antifascisti a Ventotene, durante il fascismo.
Qualcuno dirà che esagero, ma alcuni stanno pensando, che tali aberrazioni si avvicinino alla selezione che facevano i nazisti nella suddivisione dei deportati ai campi di concentramento, in base alla religione, alla politica, alla provenienza, o sessualità.
Insistere come fanno molti, anche laureati, non solo i meno acculturati, che dovrebbero trasportarli nei paesi in cui è registrata la nave, come che queste delle ONG, fossero da crociera, significa che l’ignoranza e l’odio nei confronti dell’altro permea la pelle dei cittadini.
L’Italia si trova al centro di questi movimenti, confina con Africa e Asia, è un passaggio obbligato!
Questa società impoverita, rabbiosa, che pensa di salvarsi espellendo o rifiutando, in una fase di trasformazione epocale, gli altri, quasi fossero rifiuti ingombranti, ci dice che uscire da queste nebbie di razzismo è molto difficile.
Si accusano gli immigrati di prendere il posto di lavoro dei “nostri”, invece di schierarsi contro delinquenti di varia natura che li sfruttano con paghe da fame.
Invece di applicare le norme contro il lavoro nero, illegale, senza garanzie, si invertono i ruoli, colpa dello sfruttato, invece dello sfruttatore, il caporale che li sceglie o il padroncino che non li paga o l’agricoltore che li utilizza poiché sottopagati.
Dove sono i controlli? Non si può, perché i loro elettori vogliono lavoratori sottomessi, vogliono legge e ordine, e qualche manganello non guasta contro i “debosciati” dei rave.
Per prendere voti FDI e Lega, solleticano la pancia degli elettori di destra, rave e profughi, sono due argomenti che servono a fidelizzare i loro votanti, nessuna pietà è concessa, malgrado si dichiarino di religione cristiana.
Parliamo di navi delle ONG.
Quasi fosse l’invasione dei marziani, che vengono da lontano per colonizzare le nostre menti, conquistare e trasformare le nostre sacre tradizioni e religioni di gente guerriera e invincibile.
Il periodo in cui vi è stato un incremento notevole di arrivi è sotto il governo Renzi (2014-2016).
Dal 1997, il massimo assoluto degli sbarchi, 181.436 arrivi è nel 2016, per poi scendere a 11.481 nel 2019.
Dal 2020 è iniziata di nuovo una fase di incremento, ad oggi siamo intorno ai 90 mila.
Solo una parte dei naufraghi arriva con le navi dei “ribelli” delle ONG, sono un numero bassissimo quelle attive, in cerca delle barche dei disperati in difficoltà.
Altri arrivano autonomamente, la maggior parte viene salvata dalla nostra guardia costiera, vedi l’ultimo arrivo a Roccella di questi giorni o in altre località delle nostre coste o siciliane, arrivate indisturbate e senza la grancassa mediatica di questo governo.
Molti di quelli che arrivano, appena possono vanno nei paesi del Nord, dove le opportunità sono migliori di quello di finire nei centri di accoglienza italiani, senza grandi prospettive.
Sarebbe anche necessario gestire umanamente questi luoghi, sono il posto dove la disumanità delle guerre, i cambiamenti climatici, la fame e le violenze dei despoti e tiranni, costringe persone a trovare un rifugio e una vita migliore.
Le regole da seguire, in questi casi, sono stabilite dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS) e, a livello europeo, dal Regolamento di Dublino, entrambi sottoscritti dall’Italia.
La prima, all’articolo 98 recita: «Ogni Stato deve esigere che il comandante di una nave che batte la sua bandiera […] presti soccorso a chiunque sia trovato in mare in condizioni di pericolo»; l’articolo 19 prevede che «in nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati».
Il Regolamento di Dublino, stabilisce «i criteri e i meccanismi di determinazione dello Stato membro competente per l’esame di una domanda di protezione internazionale presentata in uno degli Stati membri da un cittadino di un paese terzo o da un apolide».
In modo semplice, spetta allo Stato di «primo ingresso illegale» prendersi carico della richiesta di asilo.
Successivamente, con accordi con gli altri Stati Europei, provare a distribuirli in posti più accoglienti o dove gli stessi naufraghi hanno parenti o amici pronti ad accoglierli.
Francesco Martino