Francesco Martino analizza e commenta con sarcasmo il progetto che vedrebbe l’installazione di cinque pale eoliche (torri del vento) ad Agnana, criticando con spirito la creazione di tali edifici che andrebbero a rovinare il paesaggio senza, tuttavia, portare alcun vero beneficio alla popolazione locale.
Francesco Martino
Una bella cattedrale nel deserto, mi verrebbe da dire, è la proposta di una azienda del Nord di impiantare un parco eolico nel Comune di Agnana, al confine con il Comune di Mammola e quello di Siderno, indicativamente sopra la contrada Salvi.
Cinque belle torri alte 200 metri svetteranno in alto, distribuite in una zona che la natura selvaggia ha salvaguardato in questi anni.
Zone non densamente popolate, ma che potrebbero, se sfruttate turisticamente, offrire maggiori opportunità e introiti per il territorio, di quanto promette questa azienda, tra l’altro registrata a Milano.
Come al solito lo studio progettuale promette miracoli e minimizza gli effetti negativi.
Che bello spettacolo si potrebbe ammirare nella zona, da una parte queste torri maestose che svettano e distante 600 metri il Monte Mutolo, le opere dell’uomo contro la Natura, la potenza distruttrice degli imprenditori e lo scenario maestoso delle Dolomiti del Sud.
Vi immaginate lo stupore dei turisti che arriveranno a flotti per guardare queste stupende opere d’ingegno umano a confronto dei resti archeologici del Monte Ginarra (‘Ncinarra) nella zona di Salvi di epoca millenaria, ancora da scavare e scoprire!
L’ingegno meneghino perché non va a scovare luoghi meno ameni nel Nord, ad esempio nelle valli lombarde e nell’area delle Dolomiti?
Sarebbe il luogo più adatto, perché il Nord produce meno energia elettrica del Sud, da cui la importa per le sue aziende, che producono ricchezza.
La Calabria produce molto più energia elettrica, almeno tre volte, di quanto serve al nostro territorio, questi altri 30 megawatt da aggiungere alla rete nazionale che passa da Siderno Superiore, distante alcuni chilometri, a cosa servirebbero? A chi gioverebbero?
La stessa Agnana, beneficiata da tanto disinteresse imprenditoriale, finalmente troverebbe il volano per lo sviluppo industriale? I soliti pochi posti per un deserto intorno alla zona agricola e turistica. Ma non ci prendano per i fondelli.
Si spera che i Comuni interessati, la Regione e la Città Metropolitana si oppongano a questo scempio delle bellezze che ancora abbiamo, dando pareri negativi all’impianto inutile e impattante.
La Regione dovrebbe dare l’Autorizzazione Unica di “Dichiarazione di pubblica utilità e apposizione del vincolo preordinato all’esproprio”, da ridere o da piangere.
Quale indirizzo politico darà il Presidente della Regione alle sue strutture dipartimentali che debbono esprimere pareri o dare il Nulla Osta a questo imbroglio?
Lo stesso dicasi agli altri organi interessati a esprimersi:
Si spera un risveglio anche delle associazioni ambientaliste e naturaliste.
E per non drammatizzare più di tanto, all’armi contro l’esproprio dal Nord!