Mercoledì 11 agosto sono stato in Aspromonte, perché mi hanno insegnato che per raccontare devi vedere, devi toccare e devi sentire la notizia. Questa è la cronaca dettagliata di quello che ho visto con i miei occhi, del mio viaggio, mentre sui social continuano a regnare commenti fatti con poco cuore e molta retorica, con poco essere e molto apparire, salvo poche eccezioni
In questi giorni di incendi in tutto il mondo, si è molto scritto e parlato dell’incendio che ha colpito l’Aspromonte nel territorio di San Luca.
Io c’ero.
Sono stato in Aspromonte, perché mi hanno insegnato che per raccontare devi vedere, devi toccare e devi sentire la notizia, altrimenti fai un altro mestiere. Così dopo due giorni che vedevo foto sui social e commenti vari, ho preso la telecamera e sono partito.
Quando inizi a salire verso questa nostra grande madre, senti sempre un brivido, senti sempre un’emozione, oggi anche angoscia perché il cielo è pieno di fumo. La prima fermata è da Laura e Antonello, prendo il prosciutto crudo come alimento per colazione e pranzo eventualmente, loro amano l’Aspromonte e sono neri in volto, soprattutto Laura, ascolto la sua rabbia e mi rimetto in cammino. Arrivo allo Zomaro e poi continuo per Moleti e Zervò, fino a prendere la strada per Polsi. Sono quasi settanta kilometri, che devo fare perché in mattinata mi avevano detto che la strada da San Luca era bloccata, ci metto lo stesso 2 ore. Qui voglio far notare le prime critiche verso chi gestisce la cosa pubblica, in tutte queste strade non esiste nessuna segnaletica stradale (compito della Città Metropolitana), quando passi i grandi bivi sei nelle mani del signore, perché in questo posto meraviglioso non esiste ne rete telefonica ne rete internet, siamo fermi all’età della pietra (questo potrebbe farlo l’Ente Parco).
Salgo verso Polsi e mi rendo conto comunque della forza della Montagna, lei non può essere sconfitta dall’uomo e nemmeno dagli incendi, lei è troppo bella ed è quasi infinita. Ti trovi a prendere strade, che ripetono lo stesso tipo di curve per molte volte senza fine, passando veramente in posti che sembrano magici. Finalmente, dopo molto viaggio, scendendo vediamo una macchina di Calabria verde che sta intervenendo su alcuni focolai, ancora più giù a Canu c’è un coordinamento di Carabinieri forestali, Protezione civile, Calabria verde, Forestali e alcune persone volontarie tra cui Domenico Giorgi, presidente del consiglio comunale di San Luca. Non ci sono i Vigili del fuoco, mi dicono che è così, lo faccio notare. Adesso non siamo più soli e seguiamo loro per capire e vedere dove sono i focolai. Ce ne sono tre sostanzialmente, uno è dove siamo noi cioè nella discesa per Polsi, sembra essere sotto controllo anche se qui gli interventi li stanno facendo la Protezione civile, c’è anche una squadra che viene da Monza, i Carabinieri forestali e i forestali. Qui serve acqua, che nessuno riesce a trovare, nonostante la montagna sia piena di ruscelli. Su questo fronte si può dire che il peggio sia passato, come si vede nelle foto, anche se mentre effettuiamo una ripresa di un albero, che ancora prendeva fuoco, è arrivato un aereo Ericsson mi dicono e ha lanciato l’acqua a pochi metri da noi, spegnendo completamente il fuoco. Il secondo focolaio, quello più pericoloso, è nell’area A, dove ci sono i faggeti vetusti proposti come patrimonio dell’Unesco, la “Valle infernale”, che adesso sono a rischio incendio. Così entriamo in un’area mai vista, nonostante sono venuto molte volte da queste parti, vedo un cancello chiuso, ed una riserva di cui non avevo sentito mai parlare. Entriamo verso le 16,00 e ne usciremo alle 19,30, scendiamo incontriamo una jeep dell’Ente parco, chiediamo del presidente, e ci dicono che si trova a Reggio in prefettura, lo chiamiamo ed è una furia, non si può affrontare con questi pochi mezzi questa guerra ci dice. Andando avanti si nota un territorio completamente incontaminato, dove la presenza dell’uomo non è prevista. Lepri, cavalli, scoiattoli e molti altri animali girano in tranquillità. Scendiamo ed incontriamo altri gruppi di forestali e, successivamente, i Carabinieri forestali con le loro autobotti, che stanno a protezione del faggeto della valle infernale. Qui succede una cosa che fa capire il potere di questa montagna, tutti i presenti organizzano il presidio per la protezione durante la notte del faggeto e quando chiama il presidente del parco Autelitano per sapere se qualcuno vuole fare la notte, nessuno si tira indietro. Andiamo via con la sensazione di aver vissuto un miracolo di solidarietà per il bene di questa montagna. Riprendo la mia Jeep, che ormai ha imparato a conoscermi, ed insieme agli altri ci dirigiamo verso San Luca e qui incontriamo il terzo focolaio, il versante sud l’antica mulattiera per Polsi è tutta un fuoco, da quello che sappiamo noi qui l’intervento è previsto per domani (giovedì) da una squadra dell’esercito italiano, che viene dal Nord. Questa è la parte che più impressiona, perché il rosso del fuoco squarcia il buio pesto della sera aspromontana. Arrivati a San Luca, alle 20,30, incontriamo il sindaco Bruno Bartolo che era sveglio dalle 4 del mattino, predispongo una diretta volante, e lui si sfoga con tutta la rabbia accumulata da questi giorni di fiamme e abbandono.
Ripeto questa è la situazione in Aspromonte, niente di più e niente di meno. Non ci sono piromani, ci sono alcuni che cercano di creare disagi per interessi. Non ci sono task force, proprio questo non ha funzionato, questo incendio è partito circa dieci giorni indietro da Montalto, ma per giorni nessuno è intervenuto, io non vorrei dirlo ma in certi istituti pubblici, senza raccomandazione non si entra, quindi ci troviamo spesso degli incapaci delegati a fare lavori dove la competenza vale vite umane. Ma questi signori sono sempre coperti, vengono sempre salvati, fino a quando sarà cosi, i ribelli da tastiera che hanno riempito le pagine dei social possono stare freschi, anzi già lo fanno. Io, in questi giorni, prima e dopo mercoledì ho letto molto, e oggi devo dire cose inutili, perché sganciate dalla realtà, sembra quasi che molti volessero parlare di Aspromonte ognuno per i propri interessi, i nemici di Autelitano contro di lui, quelli dei sinistra contro la regione, quelli di destra contro il governo, e così via. Ho trovato poco cuore e molta retorica, poco essere e molto apparire. Salvo solo le penne sanguinanti di Gioacchino e Margherita, per il resto rimane il detto che la Calabria senza calabresi sarebbe una regione meravigliosa.
Aspromonte mercoledì 11 agosto 2021. Io c’ero.