Vincenzo Attisani presidente dell’Associazione “Radicando” propone di intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Fulco Ruffo di Calabria, asso dell’aria della Prima guerra mondiale
È in questi giorni in visita in Calabria per conoscere, e far conoscere, i suoi borghi più belli, il principe Fulco Ruffo di Calabria, nipote di Paola di Liegi, consorte di re Alberto II, regina dei Belgi il cui padre (e nonno del principe) era quell’omonimo Fulco Ruffo di Calabria eroe e asso del Servizio Aeronautico del Regio Esercito Italiano nella Prima guerra Mondiale, tra l’altro principe di Scilla e conte di Nicotera.
I Ruffo di Calabria sono una delle famiglie della nobiltà italiana più antiche e blasonate, già annoverata tra le sette più grandi casate del Regno di Napoli, e strettamente legata alla Calabria non solo per il suo “nomen omen”, ma per la sua presenza importante e determinante nel territorio sin dall’anno Mille, con probabili origini normanne, e con vari possedimenti tra cui lo spettacolare Castello di Scilla (Rc), antica fortificazione sul promontorio proteso sullo Stretto di Messina, che ospita il faro della Marina Militare.
Fulco Ruffo non ha fatto mai mistero del suo stretto e appassionato legame con la regione bruzia, e proprio in questi ultimi tempi lo si è visto attivarsi come spontaneo “ambasciatore” delle sue bellezze e ricchezze, con la convinzione, più volte esplicitata, che sia venuto il momento di rivendicarne l’unicità e la potenzialità di meta turistica di eccellenza.
Tra le tappe di questo suo entusiasmante tour, il principe è stato accolto a Montepaone Lido dal presidente dell’Associazione “Radicando” di Girifalco (Cz), l’avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, operatore culturale e animatore, tra l’altro, del Premio “Brigantino d’Oro”, attribuito ogni anno a personalità calabresi distintesi nel mondo. Con lui, Mario Iannelli presidente dell’Associazione culturale “Ione” di Stalettì, e Massimo Brescia conduttore di Radio Ciak. Durante l’incontro in cui si è ragionato su varie iniziative da poter mettere in campo per le accennate finalità promozionali, relazionali e d’immagine a favore della Calabria, Attisani ne ha proposto una particolarmente significativa: l’intitolazione dell’aeroporto di Lamezia Terme all’eroe dell’aria Fulco Ruffo di Calabria. Ecco le sue parole:
“Aeroporti di tutto il mondo sono giustamente intestati a personalità legate al volo e all’aviazione, come per esempio quello di Lugo di Romagna, che porta il nome del grande Francesco Baracca. Anche in Calabria, quello di Reggio è intitolato a Tito Minniti, sottotenente della Regia Aeronautica e Medaglia d’oro al valor militare per la Guerra in Etiopia, dove morì tragicamente. A Ruffo di Calabria sono poi intestati il viale che porta da Napoli all’aeroporto di Capodichino, una via vicino lo scalo di Roma Fiumicino, e un’altra in prossimità di quello di Palermo Punta Raisi. E comunque, anche al di là di questo riferimento specifico al tema dell’aviazione, il nome di Ruffo di Calabria con quel ‘di Calabria’ appunto al suo interno, e con il suo prestigio e blasone internazionale, costituirebbe una significativa opportunità per trasmettere e veicolare storia, valori, tradizioni e ‘nobiltà’ del nostro territorio, con una intitolazione credo generalmente condivisibile e scevra da quei campanilismi che finora hanno impedito una decisione consensuale per il nome del nostro principale scalo”.
Il nobile nipote del grande aviatore si è detto assolutamente entusiasta di questo suggerimento e di questa intuizione dell’avvocato Attisani, condividendo le motivazioni esposte, e pronto a “garantire” il pieno appoggio suo e della famiglia reale, anche con l’immaginabile beneficio per il territorio che potrebbe derivare dai legami internazionali che questa può vantare tra teste coronate e non solo, in tutto il mondo.
Mario Iannelli ha ricordato a proposito il recente ritrovamento dello “Spad”, il prestigioso caccia della Prima guerra mondiale, di fabbricazione francese, il più antico esistente al mondo, appartenuto proprio all’eroe Fulco Ruffo di Calabria, poi restaurato e ora conservato al Museo Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, e alla cui inaugurazione hanno presenziato proprio Alberto II e la regina Paola di Liegi: “già da solo – ha tenuto a sottolineare Iannelli – è stato questo un fatto rilevante, che ha trovato ampio spazio sulla stampa per aver riportato alla luce una grande pagina di storia italiana e mondiale. L’intitolazione dello scalo di Lamezia, con tutte le azioni di promozione che si potranno costruirci intorno, e lo dico anche da operatore turistico, potrebbe essere allora e certamente una gran bella cosa, e un trampolino di lancio per una regione che ha urgente bisogno di recuperare terreno in campo turistico e non solo”.