Ho avuto tanti maestri.
I migliori sono stati contadini.
Non so quanto abbia imparato.
Non so, neppure, se mangerò mai qualcosa dal mio orto.
Ma non è questo che conta.
A me serve capire.
Il senso e la fatica.
Per avere rispetto.
A me servono i calli della zappa.
Per non sentire il peso del superfluo.
A me serve quella riga di sudore che solca il viso.
Per non sprecare le lacrime e il perdono.
A me serve impastare i sogni tra la terra.
Per non perdere la strada.
di Felice Foresta