Quest’anno la Riviera compie 25 anni, un compleanno importante per un mezzo di comunicazione che ha segnato la storia di un intero territorio. Ripercorriamo, quindi, la storia di Riviera, attraverso il racconto di colui che ha reso possibile la nascita e la realizzazione di questo giornale.
Mi chiamo Rosario Vladimir Condarcuri, sono l’amministratore unico della No così srl, ed oggi vorrei raccontare la storia della Riviera. Dopo gli studi mi sono ritrovato a fare il militare a Siderno, in questo periodo ho approfittato per lavorare con alcune agenzie di viaggi, con cui avevo sempre mantenuto un rapporto lavorativo, siamo nel 1995 e dopo qualche anno di lavoro ad alto livello e ben remunerato con i soldi messi da parte, ho iniziato una nuova attività. Così nel 1998, nel mese di maggio, dopo alcuni incontri con vari imprenditori del settore siamo andati dal notaio, per costituire “La Riviera srl”. Da subito, mi viene affidata la carica di amministratore unico e, dopo qualche mese, avrò modo di rendermi conto di cosa significhi. Infatti, partiamo con l’investimento minimo di un sesto del capitale sociale, per cui su venti milioni di vecchie lire ne mettiamo due ciascuno. Nel mese di luglio diamo alle stampe il numero zero de “La Riviera”, direttore responsabile Antonio Pio Condò, con tutta una squadra di collaboratori. Da quel giorno, inizia la mia avventura scritta, giorno dopo giorno, con sacrifici e passione. Il giornale inizia a funzionare, inizio la collaborazione con “Il Domani”, un quotidiano regionale appena nato che viene stampato a Marcellinara, in provincia di Catanzaro. Questa collaborazione ci porta nuovi giornalisti e nuove prospettive, nel luglio del 2000 iniziamo a realizzare 4 pagine di quotidiano relativo alla Locride, che vengono stampate all’interno di questo quotidiano. In questo periodo iniziamo a stampare anche un settimanale di proprietà de “Il Domani” che si chiama “Nuova Calabria”. Quindi abbiamo il quotidiano, il settimanale e “La Riviera” la trasformiamo in mensile, con nuovo direttore Enzo Romeo. Nel luglio del 2001 lasciamo “Nuova Calabria” e realizziamo solo la Riviera settimanale free press, come si usa in quel periodo nelle grandi città, con giornali tipo Metro oppure Leggo. Da quel momento, parte il successo editoriale del giornale che nel giro di poco tempo viene stampata in 15 mila copie, distribuite da noi in modo gratuito nei bar, edicole e posti pubblici. Nel giro di qualche anno diventiamo il mezzo pubblicitario della Locride, non c’è attività che non fa la pubblicità su “La Riviera”. Nel 2003 il progetto de “Il Domani” tramonta definitivamente, ed anche la tipografia di Marcellinara chiude i battenti, così noi insieme ad altri giornali veniamo trasferiti alla tipografia De Rose. Passiamo in poco tempo da 24 pagine iniziali a 48. Arrivano anni di consolidamento e leadership, anni in cui la Riviera diventa il giornale della Locride, in cui non c’è parlamentare, consigliere regionale, provinciale o sindaco che non passano dalla nostra redazione. In particolare, il 2005 è stato l’anno disgraziato della Locride: il 24 maggio viene ucciso Gianluca Congiusta mio grande amico e cliente, mentre il 16 ottobre avviene il più clamoroso omicidio di ‘ndrangheta, quello di Franco Fortugno davanti al seggio elettorale delle primarie a Locri. Fu una stagione di straordinaria tensione tra stato e criminalità, che probabilmente si può leggere solo nelle pagine de La Riviera. Queste sono sensazioni che non si possono quantificare, nessuno riesce a dare valore a questo elemento, ma probabilmente non ha prezzo, perché mentre tutto morirà le parole scritte su La Riviera rimarranno scolpite negli occhi delle future generazioni. Dal 2006 al 2008 sono le stagioni più belle per questo giornale perché decolla in tutti i posti, diventa certamente l’unico mezzo di informazione calabrese libero e in continua espansione. Nel 2007 parte tutto alla grande, da Reggio Calabria c’è molto interesse verso il nostro giornale, io stesso entro in Confindustria come simbolo di una generazione di moderni imprenditori della Locride e divento presidente del settore di competenza, comunicazioni e vengo eletto nella giunta esecutiva di questo rinomato organo di categoria. Abbiamo il vento in poppa, tutto funziona a meraviglia, dopo aver avuto alcuni giovani direttori come Alessandra Tuzza e Antonio Aprile, che inaugurano la stagione reggina, ci affidiamo alla conoscenza e saggezza prima di Francesco Barbaro, fratello dell’ex sindaco di Locri e consigliere regionale e zio di Carmine, sindaco di Locri durante il periodo dell’omicidio Fortugno, e poi di Nicola Zitara, sicuramente il meridionalista più noto nel resto d’Italia d’Europa, guida e maestro dei più noti giovani meridionalisti, Pino Aprile in testa. L’anno boom è stato sicuramente il 2008, perché dopo vari studi decidiamo di partire con 2 edizioni, una per Reggio e Provincia di Vibo ed una per la Locride e per la Piana. Il 30 marzo del 2008 il numero 14 de La Riviera ha 2 edizioni, Santo Versace in copertina a Reggio Calabria e Francesco Macrì, sindaco di Locri, in quella della Locride.
Le difficoltà iniziano nel 2009, già il 3 gennaio muore mio padre e forse non c’era segno più chiaro di questo.
Il primo ottobre del 2010 muore Nicola Zitara e prende la direzione Pasquino Crupi, altro grande meridionalista autore della storia della letteratura Calabrese. Dopo la morte di mio padre, mi è molto stato vicino e volle organizzare una giornata in ricordo, da quel giorno iniziò a collaborare con il giornale. In occasione del matrimonio di una figlia di Fortunato Nocera abbiamo avuto modo di ritrovarci al tavolo. Io raccontavo che Nicola Zitara mi aveva chiamato per dirmi che gli rimanevano pochi mesi di vita e che voleva morire come direttore de la Riviera. Prima che terminassi di parlare, Pasquino guardò mia madre e m disse: “Dopo Zitara il direttore lo faccio io”. Da quel momento la nostra collaborazione divenne intensa, l’ho vissuta giorno dopo giorno fino al 19 agosto del 2013, giorno della sua morte. È stata una bellissima esperienza, porterò sempre nel cuore la bontà di Pasquino, terrò sempre in mente alcuni suoi insegnamenti. A Dicembre del 2013 arriva il curatore fallimentare e muore La Riviera srl.
Nel 2010 diventa necessario cambiare metodo di lavoro, molte cose diventano di difficile gestione, per cui cerchiamo di riparare con la divisione dei due settori fondamentali del nostro lavoro, editoria e pubblicità. La pubblicità del settimanale inizia così ad essere gestita da un concessionario come del resto in tutto il mondo e voglio aggiungere che fattura per il 97% a privati, mentre tutto il resto dell’editoria raggiunge almeno il 40% di soldi pubblici, scelta fatta proprio per cercare di mantenere una certa indipendenza dalla politica.
Voglio solo menzionare che questo giornale ha dato molto fastidio alle classi dominanti che pensavano non fosse giusto a queste latitudini avere libertà di pensiero e di scrittura. Così, ho ricevuto molti avvisi, già, appena arrivato al domani un misterioso personaggio offri dei soldi al tipografo, perché interrompesse la collaborazione con la nostra testata. Mentre ancor più grave fu l’attacco ricevuto dall’ex presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini che convocò una riunione a Roma con le tre sindache calabresi (Lanzetta, Tripodi e Girasole) antimafia, ed emise un comunicato di fuoco contro il giornale e il direttore Pasquino Crupi.
Per chiudere questa storia voglio ricordare i nomi dei grandi personaggi della Locride, della Calabria e dell’Italia che hanno collaborato con la Riviera: oltre ai già citati Pasquino Crupi, Nicola Zitara, Toto Delfino, Ciccio Barbaro, Tano Santagata, Rocco Ritorto, Paolo Catalano, Saro Gambino, Sisinio Zito, Mimmo Bova, Guglielmelli, Ilario Ammendolia, Pino Mazzù, Gioacchino Criaco, Pino Aprile, Mimmo Gangemi, Franco Crinò, Francesco (Ciccio) Macrì, Bruno Gemelli, Filippo Veltri, Paride Leporace, Enzo Romeo, Enzino Romeo, Pino Nano, Antonello Lupis, Gigi Romano, Pierpaolo Bombardieri, Luigi Sbarra, Guido Laganà, Ercole Macrì, Bruno Giurato, Lidia Zitara, Antonella Italiano, Cristina Briguglio, Enzo Carrozza, Piero Schirripa. Dimentico sicuramente qualcuno a cui chiedo scusa.
Inoltre, un ringraziamento anche a chi ha diretto il giornale:
Antonio Condo’, Enzo Romeo, Alessandra Tuzza, Antonio Aprile, Antonio Tassone, Maria Giovanna Cogliandro, Rocco Muscari, Pietro Melia, Lidia Zitara, oltre all’attuale direttore Franco Arcidiaco.
Il momento più difficile subito, in questi lunghi 25 anni, è stato quando ho subito un fallimento dovuto ad un’istanza fatta da Umberto De Rose, che vorrei ricordare da tipografo è riuscito a far fallire per mia conoscenza tre giornali, La Riviera, Calabria Ora ed il Garantista. Dopo quasi 10 anni di processo con la grave accusa di Bancarotta fraudolenta”, sono stato assolto con formula piena e con una frase del magistrato che non dimenticherò facilmente, “Ci dispiace che gente per bene debba subire questi torti dalla giustizia”. Ringrazio ancora il giudice, Fulvio Accurso, che ha letto tutte le carte.
Di solito vado nelle scuole a parlare della storia del giornale, perché comunque vada rimarrà nella storia di questo territorio, anzi devo dire che sfogliando le nostre collezioni si ritrova la storia della Locride.
Che dire dopo questi intensi 25 anni… Lunga vita alla Riviera.