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domenica, Settembre 8, 2024
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La storia delle lettere tra Anna Kuliscioff  e Filippo Turati

Matteo Lo Presti, ci racconta a modo suo la storia d’amore e le lettere che la raccontano, che coincide con la storia del partito socialista Italiano tra Anna Kuliscioff  e Filippo Turati.

Matteo Lo Presti

Sono conservate, nel fondo “Schiavi” della Biblioteca comunale di Forlì, numerose lettere  scambiate tra Anna Kuliscioff  e Filippo Turati e che non furono pubblicate nell’edizione critica dell’epistolario pubblicato da Einaudi “Amore e socialismo. Un carteggio inedito” edizioni Nuova Italia. Lettere che coprono quattro anni (1896-1900) della vita dei due coraggiosi militati del Partito Socialista Italiano che era stato fondato a Genova nel 1892.  Ricorrendo il quarto centenario della scoperta dell’America, chi si recava nel capoluogo ligure aveva cospicui sconti su biglietti ferroviari. Arrivarono militati da tutta Italia e nella sala dei Carabinieri (che usavano la carabina) furono poste le basi di uno dei movimenti politici più importati del secolo scorso. Anna che era nata il 9 gennaio del 1857 in Crimea e aveva studiato medicina arrivò in Italia dopo terribili vicissitudini sotto l’impero russo nel 1877, dopo aver avuto una figlia Andreina, da Andrea Costa anch’egli socialista di grande valore. La sua storia con Turati nacque nel 1885. Turati nato a Canzo (Como) il 26 novembre 1857  nel novembre del 1896 viene eletto deputato nella lista socialista del collegio di Milano. La lontananza e l’inizio dei lunghi soggiorni romani  segnano uno spartiacque, i loro scambi si intensificano in un epistolario fittissimo, due lettere e due cartoline al giorno. L’intenso e ricco dialogo rivela la natura di una coppia inconsueta. La singolarità sta non solo nel condividere quotidianamente qualunque problema politico si affacci all’orizzonte di quel turbolento scorcio di secolo, ma anche nel modo in cui aspetto pubblico e sfera sentimentale si intrecciano indissolubilmente. L’osmosi tra sentire privato e impegno politico-intellettuale si svolge in una fase molto delicata per la vita del PSI, alle prese con l’ancora inesplorata cittadella di Montecitorio.

Lei lo chiama “Filippin” e lui le risponde su una cartolina (che lei detesta perché non consente lunghe conversazioni) “Addio ti bacio…. in russo e quanti ne vuoi”.

Il compito storico di Turati era di inserire i lavoratori nella vita politica italiana cercando al tempo stesso la difficile definizione della propria identità. Spesso in disaccordo su problemi tattici Anna e Filippo creano quasi sempre una sintesi che riassume due personalità profondamente diverse .

 

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