Il Tribunale di Locri, presieduto dal giudice Fulvio Accurso, al termine del dibattimento di un lungo e controverso processo ha ritenuto Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, responsabile di quasi di tutti i reati per i quali è stato indagato condannandolo a 13 anni e due mesi di reclusione, ed al risarcimento di diverse centinaia di migliaia di euro per presunti reati legati al modello di accoglienza, quasi raddoppiando le stesse richieste della pubblica accusa.
L’emozione è forte, occorre leggere le motivazioni, rileggerle, per poter esprimere una valutazione, rispetto una decisione che lascia attoniti. E lo faremo in modo con la consueta oggettività e spirito propositivo, fuori da ogni polemica.
Intanto voglio esprimere la mia solidarietà, non potendo che constatare che, anche se la responsabilità penale è personale, questo è un processo che, in qualche modo, travalica la persona, con i suoi eventuali errori, finendo per giudicare un intero modello, Riace, un esempio di accoglienza, ed integrazione dei migranti in un piccolo borgo spopolato, ed in una regione devastata da logiche mafiose.
Sono certo che per questo modello, antitetico ai tempi bui che stiamo vivendo, ci sia speranza di rinascere e che Domenico Lucano, sorretto dalla presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva, avrà modo di dimostrare la sua estraneità alle accuse.
“Ho speso la mia vita per gli ideali, contro le mafie, ho fatto il sindaco, mi sono schierato dalla parte degli ultimi, dei rifugiati che sono arrivati, mi sono immaginato di contribuire al riscatto della mia terra, è stata un’esperienza indimenticabile, fantastica, però oggi devo prendere atto che per me finisce tutto”, ha dichiarato Lucano, subito dopo la notizia della condanna.
Carlo Maria Muscolo