Le tensioni accese nel centrodestra calabrese dall’approvazione del ddl sull’autonomia differenziata non hanno ancora finito di produrre effetti. A livello nazionale, non sono state ben digerite le perplessità espresse da diversi esponenti calabresi, a partire dal governatore Occhiuto (espresse in verità già dallo scorso anno) e dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso.
È in casa Lega che la discussione si fa più accesa. Mancuso, pur chiarendo di non avere intenti polemici verso il partito, ha evidenziato tra le altre cose la mancanza di un dibattito sulle ricadute che la legge avrà sul Mezzogiorno. Il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, ha puntualizzato ai microfoni di Rainews 24 che «l’autonomia è da sempre il cavallo di battaglia della Lega. Il presidente del Consiglio della Calabria dovrebbe interrogarsi sul motivo per cui è entrato nella Lega». Ha poi aggiunto: «Darei per scontato che chi aderisce alla Lega sappia queste cose».
Insomma, a pochi giorni dalla brillante performance elettorale di Mancuso, nel Carroccio si passa già a rinfacciare il possesso o meno di un “pedigree” federalista ai propri appartenenti. Le opposizioni, con il Pd Calabria, parlano di «inutili commedie del presidente Occhiuto, che non ha alcuna intenzione di bloccare questa legge, sostenuta senza vergogna dagli eletti del centrodestra in Calabria, al netto delle giustificazioni grottesche che stanno inscenando nelle ultime ore».