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venerdì, Novembre 22, 2024
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La pesca della discordia

Giuseppe Serranò commenta il tanto discusso spot di Esselunga, cercando di donarci il proprio punto di vista su famiglia, politicamente corretto e ideologie dei nostri tempi.

Giuseppe Serranò

Anche lo spot della Esselunga diventa un caso politico. L’animata discussione sui social chiama in causa anche i partiti e i loro leaders: dalla Premier Meloni che lo trova “molto bello e toccante” a Fratoianni che preferisce si parli del carrello piuttosto che della bambina per arrivare a Pierluigi Bersani che trova sbagliato “mettere in mezzo la sofferenza dei bambini su temi delicati per scopi commerciali”.

In breve, una bimba si perde nel supermercato e la sua mamma, dopo un momento di preoccupazione, la trova intristita intenta a guardare una pesca che entrerà a far parte del carrello della spesa. Usciti dal supermercato la bimba appare sempre più malinconica quando dal finestrino vede una famiglia tutta felice. A casa riprende la sua vita tra giochi e risate con la madre e a sera, quando il papà la va a prendere corre a mettere nello zainetto la pesca che darà al papà accompagnandola con un’innocente bugia “Questa te la manda la mamma” e lui risponde con dolcezza “Più tardi chiamo la mamma per ringraziarla”, nel mentre alza lo sguardo verso finestra facendo intendere che in fondo non tutto è perduto.

Il tentativo della bimba che attraverso la perdonabile bugia cerca di far riunire la famiglia ha diviso il pubblico tra chi accusa Esselunga di strumentalizzare i sentimenti e le emozioni di una bambina e chi loda il coraggio di affrontare il tema della separazione dei genitori con figli minori e le loro sofferenze.

Qualcuno, addirittura lo ritiene “filogovernativo” considerate le posizioni di questa maggioranza su alcune materie, tra cui la famiglia, le adozioni, la maternità surrogata.

Certamente non si può negare che nel cortometraggio il tema della famiglia tradizionale sia quello preminente rispetto alle tante altre questioni sulle quali riflettere.

Negli ultimi anni il “politicamente corretto” ha quasi imposto nelle serie tv, nelle pubblicità e nei film la rappresentazione delle coppie omosex o delle famiglie allargate come la “nuova normalità” abbandonando la raffigurazione della famiglia eterosessuale

Senza voler discutere qui o approfondire il concetto di normalità ma soffermandosi semplicemente sull’idea che il concetto di normalità corrisponda a ciò che è più probabile, non possiamo negare che ancor oggi nonostante le varie declinazioni di famiglia quella più “normale” (probabile) sia formata da un uomo e da una donna.

Non voglio qui negare le difficoltà del vivere e condividere la meraviglia della vita, crescere i figli, educarli e dar loro un futuro ma credo che la famiglia pur non perfetta sia ancora un “miracolo” nella sua essenza.

Le altre famiglie, quelle non classiche intendo, certamente non li demonizzo e credo anche siano contenitori di accoglienza, solidarietà, amore. Neppure li discrimino ma mi piace immaginare che ancor oggi, e anche domani, ogni qual volta vi siamo in gioco i diritti dei minori di questi bisogna parlare perché loro sono il centro degli interessi e non gli egoismi individuali degli adulti: un bimbo o una bimba hanno diritto di avere una madre e un padre e il desiderio di essere padri o madri non è un diritto assoluto alla paternità o alla maternità.

Per questo lo spot di Esselunga non mi dispiace, anzi suscita in me grande tenerezza la bimba del cortometraggio che ci fa riflettere e discutere e checché se ne dica rappresenta ancora un’importante spaccato di vita della società che merita di essere raccontato.

Mi piacerebbe anche che quel “politicamente corretto” che sta tanto a cuore a chi sostiene le minoranze o alcune categorie di persone non finisse col discriminare le altre o addirittura le maggioranze impedendo loro di dire semplicemente ciò che pensano.

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