Siamo ad una settimana di una storica e molto partecipata, tre gironi per la Locride, e non solo. Insieme a “Nessuno tocchi Caino”, all’associazione “22 Ottobre” e al “Comitato Zaleuco”, abbiamo programmato e organizzato la presentazione del libro in tre luoghi simbolici della Locride: Africo, Locri e Siderno. Nella speranza che, dopo che la gente conoscerà queste storie, si renderà conto di quante vittime innocenti ha fatto la santa inquisizione Antimafia, in nome di una lotta contro il Male che è solo sulla carta e costituisce il più grosso alibi ai crimini compiuti in suo nome.
Siamo ad una settimana di una storica, e molto partecipata, tre gironi per la Locride, e non solo. Quando mi ero sentito con “Nessuno tocchi Caino”, per organizzare la presentazione del libro “Quando prevenire è peggio che punire” inizialmente abbiamo pensato a una sola data, poi a due e, infine, grazie al contributo di Ilario Ammendolia, nostra guida, abbiamo realizzato anche il terzo appuntamento per il 25 aprile, Festa della Liberazione. Insieme anche all’associazione “22 Ottobre” e al “Comitato Zaleuco”, abbiamo programmato e organizzato la presentazione del libro in tre luoghi simbolici della Locride.
Il 23 aprile siamo stati ad Africo in una palestra che viene usata come sala del consiglio comunale, perché – ha spiegato il sindaco Domenico Modaffari – i commissari prefettizi, una volta insediatisi, hanno smantellato l’aula all’interno del municipio per fare spazio a due nuovi uffici, come se il consiglio non si dovesse più riunire dopo di loro. Misteri dei commissariamenti, ma anche la nostra prima denuncia di questo nostro viaggio. Africo per noi è un simbolo, è la terra degli ultimi, un paese che dopo essere stato per interessi economici strappato al suo luogo originario, l’Aspromonte, è stato portato in basso alla marina, strappandogli così anche l’anima. L’incontro, moderato dal giornalista Luigi Longo, ha visto i saluti del sindaco Modaffari, un intervento introduttivo di Sergio D’Elia e, soprattutto, una riflessione di Gioacchino Criaco, a cui questa terra ha dato i natali. Hanno preso la parola l’avvocato Pasquale Simari, lo scrittore Rosario Rocca, il sindaco di Bova Marina Saverio Zavettieri e lo scrittore Ilario Ammendolia. Ha concluso la prima giornata da par suo Rita Bernardini.
Il 24, domenica, siamo stati nel borgo antico di Moschetta, contrada di Locri, per noi Epizefiri. Qui visse e concepì il suo lavoro Paolo Orsi, archeologo a cui dobbiamo molta della ricostruzione della nostra storia. È anche la terra di Zaleuco, un grande politico considerato il primo legislatore del mondo. Il sindaco era fuori sede e ha introdotto i lavori l’avvocato Pino Mammoliti. L’incontro è stato moderato dal giornalista Pasquale Motta. Tutti gli interventi meritato di essere riascoltati: quello dello scrittore Mimmo Gangemi, del giornalista Paride Leporace, dell’ex sindaco di Marina di Gioiosa Domenico Vestito, degli avvocati Mario Mazza, Pasquale Foti e Antonino Napoli.
Nell’ultima tappa, quella a Siderno, abbiamo ricordato Sergio Malgeri, un giovane magistrato del territorio morto in questi giorni. Siderno, capitale economica della Locride, più volte sciolta per mafia, è il simbolo del tormento e della repressione imposti all’intera regione. Qui, abbiamo commemorato il 25 aprile, coi suoi significati e lotte, la Resistenza che deve continuare nel passaggio liberatorio dagli stati di emergenza allo Stato di Diritto. L’incontro è stato moderato dal giornalista Gianluca Albanese. Dopo i saluti del sindaco della città, Mariateresa Fragomeni e il mio intervento come direttore editoriale della “Riviera”, hanno parlato Elisabetta Zamparutti, Ilario Ammendolia, Federica Roccisano, Eugenio Minniti, Alessandro Figliomeni, Pietro Sergi, Vincenzo Belcastro. Animati da grande passione, sono intervenuti due ex sindaci: quello di Marina di Gioiosa Rocco Femia, vittima di una plateale ingiustizia e quello di Siderno Pietro Fuda, una persona per bene umiliata nella sua persona e con lui l’intera comunità dall’onta infame dello scioglimento del comune per mafia. Sergio D’Elia e Rita Bernardini hanno concluso questo nostro viaggio nella vita e in un mondo, quello descritto dal libro “Quando prevenire è peggio che punire”, fatto di prevenzione sbagliata e di punizioni a sorteggio.
Nella speranza che – dopo la lettura, dopo che la gente conoscerà queste storie – si renderà conto di quante vittime innocenti ha fatto la santa inquisizione Antimafia, in nome di una lotta contro il Male che è solo sulla carta e costituisce il più grosso alibi ai crimini compiuti in suo nome. Siamo partiti con questo intento, invece, abbiamo visto molte facce, molti sguardi di gente che ancora spera in un destino diverso per questa terra, nonostante siano passati trent’anni dall’inizio dello stato di emergenza e di una legislazione speciale che tante vittime hanno fatto. Non per caso, ho voluto riportare i nomi di tutte le persone intervenute in questi tre giorni. Sono quelle che ci hanno messo la faccia, mentre alcuni mi hanno chiamato per dirmi che i loro avvocati hanno sconsigliato di partecipare per evitare problemi. Grazie, quindi a “Nessuno tocchi Caino”, grazie a chi ha voluto partecipare, perché per il loro coraggio un nuovo giorno, quello della liberazione della Locride e non solo, può iniziare.