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La giacca dei 2 B

Ci fu un tempo, il tempo di Tangentopoli, spostata micragnosamente a Reggio, in cui gli aficionados di Sinistra si radunavano dinnanzi al Tribunale, alzavano cartelli e osannavano, dal nome del purificatore che non ha purificato:“Uno, dieci, cento Pennisi”. Era o non un modo di condizionare l’autonomia dei magistrati inquirenti?
Ci fu un tempo più recente in cui la Corte d’ Appello di Reggio, ascoltati gli ultimi interventi difensivi, si ritira in camera di consiglio per procedere alla sentenza per l’omicidio Fortugno. Ma prima ancora il collegio giudicante, oltre i parenti degli imputati e dell’ucciso, può godere della vista dell’integerrimo Lumìa e del senatore Luigi De Sena, colà presenti per solidarizzare con la vedova, gli orfani figli e propiziare la speranza d’una condanna degli imputati. Che c’è stata ed è stata poi riformata: il mandante ed esecutore Alessandro Marcianò torna libero, il figlio Giuseppe lascia il 41bis. Quella presenza allargava o restringeva i polmoni autonomi del collegio giudicante? Nessuno si pose la domanda. Siamo a Reggio dove vigono i tribunali speciali.
Mi fermo a questi due solo esempi. Il terzo riguarda l’invasione del tribunale di Milano, anche quello speciale, quando si tratta di giudicare i calabresi e soprattutto Berlusconi. Il Presidente Napolitano s’è rammaricato della “marcia”, pur mentre richiamava i giudici al rispetto delle regole processuali. Ma dove sta lo scandalo?
È fuori dalla natura umana stringersi attorno ad un amico trascinato in tribunale, manifestare solidarietà al capo politico, quando s’avverte che la giustizia diventa giustizialista?
Non c’è pace per la giustizia italiana. Si salverebbe, se fatta d’etere, sfuggisse alla presa. è fatta di stoffa. È una giacca lunga che anche un bassotto come Berlusconi può raggiungere e tirare dalla sua parte e che a maggior ragione è raggiunta da Bersani, che bassotto non è. E per quanto dispiaccia al Diavolo nero la realtà è che gli scassinatori della giustizia sono i capi del centrosinistra.
La verità è questa. I piddisti sanno che per la diritta via del voto non riescono a sconfiggere Berlusconi. Ci vuole la via contorta della magistratura milanese. Siccome una posizione del genere è grave anche politicamente, è chiaro che lanciano la pietra e poi nascondono la mano.

Pasquino Crupi
Sab, 16/03/2013

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