La crisi c’è, è sotto gli occhi si tutti, mentre noi siamo spettatori attoniti, piuttosto che sconcertati di un discutibile spettacolo, inscenato da un comico, Beppe Grillo, per l’appunto. Intanto, per essere certi di superare l’attuale nodo gordiano, se cade Mario (Draghi) si scalda Giuliano (Amato e sempre di più tale). Si ripete il 1992?
Parliamoci chiaro e fuor di metafora, la crisi c’è, è sotto gli occhi si tutti, mentre noi siamo spettatori attoniti, piuttosto che sconcertati di un discutibile spettacolo, inscenato da un comico, Beppe Grillo, per l’appunto.
Costui è, notoriamente ricco, molto ricco e persino pregiudicato, per omicidio plurimo colposo e indagato, con l’ipotesi accusatoria di traffico di influenze dalla Procura di Milano, a fronte di benefit elargiti dal noto armatore Vincenzo Onorato (patron della Tirrenia e alla faccia della purezza, sbandierata dai presunti puri che si rivelano certificati impuri).
La cosa sarebbe il minimo del massimo o il massimo del minimo, fate voi, in quanto non c’è mai limite al peggio (patti chiari: politicamente parlando).
Sulla scena, ovviamente, incede la ‘spalla’, che ogni buon comico deve sempre avere: lo era Peppino De Filippo per Totò e lo è Peppino Conte per Grillo!
Certo, Conte non fa ridere come il fratello del grande Eduardo, però sempre nell’odierno campo politico (e chiedo scusa ai politici di ieri e ai pochi dell’oggi, se abuso dell’aggettivo) dicevo Conte, al secolo noto per essere stato definito dal mio amico Roberto D’Agostino, Peppinelo Appulo (dal paese di Volturara Appula, che gli ha dato i natali), invece fa trasecolare, per le sue grottesche comicità.
Esse, difatti, sono talmente parossistiche, da diventare più che sarcastiche o sardoniche, un vero e proprio osanna all’insostenibile leggerezza dell’essere.
Anzi, verrebbe proprio da dire l’incompetenza elevata a sistema, certificata in maniera cristallina, principalmente, nella vicenda inerente lo ‘sbarco russo’ durante la prima emergenza covid, dove, lo stesso Conte in persona (da Presidente del Consiglio) trattò gli aiuti (ovviamente pelosi) dello stato putiniano all’Italia, senza accorgersi, per evidente sprovvedutezza, scarsa dimestichezza e nessuno ha le prove di ben altro e più grave comportamento dell’Appulo Peppiniello, circa il suo fiancheggiamento a favore dello zar post sovietico, dicevo senza accorgersi (Conte) come tra i militari medici, inviati dalla Russia vi fossero potenziali spie dei loro servizi segreti e segnatamente dell’FSB (erede del tristemente noto KGB) e del GRU (ovvero, la branca apposita dell’esercito).
Solo l’esperienza del buon Ministro della Difesa Lorenzo Guerini (tra l’altro con me al Giovanile della DC, precisamente in quota andreottiana), evitò che tale ‘tattico benché non disinteressato sostegno russo all’Italia, non si palesasse per come si voleva veramente a Mosca, cioè un’azione di intelligence sul territorio italiano.
Per di più, l’infiltrazione, rischiava di materializzarsi a ridosso di due basi Nato nel nostro Paese (Ghedi a Brescia e Gioia del Colle in Puglia), dove vi sono arsenali nucleari americani, seppur di ‘condivisione’ (il termine tecnico è proprio questo!) dell’Alleanza Atlantica.
Delirium tremens o squilibrium demens? Fate voi!
Non sarebbe solo ciò nel ‘carnet’ dei nostri alleati yankee, soprattutto di marca democratica, quindi quelli dello stesso ‘segno’ che amministra (da loro non si governa) gli USA, ovvero dalle parti di Washington (cioè, Casa Bianca, Dipartimento di Stato e Pentagono) e Langley (in Virginia, sede della Cia), dove ricordano bene quanto stress-test politico, dovette passare l’allora Presidente Obama e il suo staff, per le bizzarre bizzarrie del Grullo (pardon, Grillo) parlante, nel 2013, quando si scatenò contro la stazione MUOS di Niscemi, in Sicilia.
Difatti, il MUOS è un sistema satellitare di controllo e comunicazioni militari eccezionale, di cui una delle quattro stazioni a terra è proprio impiantata sul nostro territorio dell’antica ‘Trinacria’, a circa 50 km dalla base navale di Sigonella.
Il discutibile comico genovese, in piena campagna elettorale per le regionali sicule del novembre 2012 (le quali anticipavano quelle politiche del febbraio 2013), si scatenò contro tale progetto mettendo in allarme l’Ambasciata USA a Roma e il Consolato Generale di Palermo, salvo poi recedere nel 2018, una volta che, sciaguratamente, arrivarono al Governo in Italia, gli ‘statisti’ pentastellati.
È facile immaginare e sostenere, che costoro furono ‘amabilmente’ richiamati (ed io aggiungo, pure, giustamente!), ma, altrettanto, verosimilmente, oltreoceano, negli anni coevi, si saranno ricordati di questa turbolenza e staranno analizzando e bene! Le comportamentalità fuori luogo ‘grillincontiane’ (e difatti, Di Maio, da attuale studente e part time Ministro degli Esteri, se n’è andato, da quella banda di scappati di casa, di cui fu il calo politico).
A tutto ciò, aggiungete il caos e l’affronto rifilato a Mario Draghi e immaginate cosa si potrà prefigurare sulla testa di Grillo, Conte, Bonafede, Taverna, Ruocco e simil tali: finalmente, eventi (ed agenti) endogeni, ci libereranno di questa turbativa e turbolenza, anche se dovremo ancora attendere un po’, prima di rivedere una classe politica, autenticamente italiana (e non italica), di cui al di là e al di qua` dell’Atlantico si comincia ad anelare l’essenziale arrivo e qualcuno lo favorisce pure.
Intanto, per essere certi di superare l’attuale nodo gordiano, se cade Mario (Draghi) si scalda Giuliano (Amato e sempre di più tale).
Si ripete il 1992?
Forse, vedremo, vai a saperlo, ma qualcosa accadrà.
Vincenzo Speziali