Il racconto dei Santi Cosma e Damiano, la tradizione dei santi martiri che si festeggia ogni anno a Riace. I due Santi sono i protettori, da sempre venerati nel paese di Mimmo Lucano, il paese dell’accoglienza e della solidarietà.
di Bruno Gemelli
Ci sono tanti motivi per visitare Riace, sia l’acrocoro sia la marina. Una comunità che riserva sempre sorprese mentre accumula sospetti e benemerenze. Come ogni anno, il 26 settembre, nel paese di Mimmo Lucano, si sono festeggiati i santi Cosma e Damiano. Essi sono ritenuti dalla tradizione due gemelli di origine araba, medici in Siria e martiri sotto l’impero di Diocleziano. Dal 1734 sono i protettori di Riace e sono venerati, in due tempi distinti: la seconda domenica di maggio e dal 25 al 27 settembre. Nel Santuario che porta il loro nome vengono ogni anno, da ogni parte del mondo rom, gitani, sinti. Questi ultimi sono una etnia appartenente alla più ampia famiglia delle comunità romaní dell’Europa.
L’origine del nome sinti è nella parola indo-persiana Sindh, ad indicare la regione nella valle dell’Indo e lo stesso fiume Indo (Sindhu), nell’attuale Pakistan ed India nord-occidentale, e per estensione tutta l’India. In Francia, i Sinti sono chiamati Manouches o Manus (nella loro lingua, una delle parole per “uomini”), in Spagna Caminadores sebbene alcune fonti le trattino come etnie differenti. La lingua propria dei Sinti è comunque pressoché la stessa dei Manouches, ed è piuttosto affine alle lingue parlate dai Rom nonché condivide il lessico base dei gerghi parlati dai Kalé: tutte queste etnie condividono una stessa origine linguistica.
Il Santuario dei santi medici a Riace è particolarmente ricco per le rimesse dei devoti che offrono doni ai loro santi. Al punto che, in anni passati, la povera Diocesi di Locri chiese e ottenne dalla Santa Sede che il Santuario dei santi Cosma e Damiano, che era sotto la giurisdizione dell’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, restasse nella Locride. I confini delle diocesi quasi mai corrispondono ai limiti statali. La presenza dei gitani ha radici molto antiche che risalgono ai mercanti di bestiame che giungevano a Riace per la tradizionale fiera. Alcuni fedeli indossano gli abiti tradizionali, mentre accompagnano la processione ballando la “Danza dei coltelli”. Sicché la tarantella ballata a Riace, rigorosamente maschile, può assumere anche il carattere di una danza armata.
«Nel Santuario – recita un opuscolo distribuito in Chiesa – è collocato un dipinto raffigurante il Beato Ceferino Giménez Malla, detto Zeffirino o anche “El Pelé” (1861 – 1936), martire gitano di origine Rom, ucciso durante la guerra civile spagnola, proclamato beato da papa Giovanni Paolo II, il 4 maggio 1997». Cosma e Damiano sono, come è noto, patroni di medici, chirurghi e farmacisti. Curavano gratis i malati e per questo furono martirizzati sotto Diocleziano. Per questo sono chiamati Santi Medici. Il loro culto è diffuso, in Italia, soprattutto al Centro Sud.
Cosa hanno in mano i Santi Medici? Secondo la pàssio (passione) in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da parte di una contadina, Palladia, miracolosamente guarita dall’emorroissa. Sempre secondo la pàssio in una sola occasione era stata elargita ai santi una ricompensa, di tre uova nelle mani del fratello minore Damiano, da parte di una contadina, Palladia, miracolosamente guarita dall’emorroissa. Cosma era rimasto tanto deluso e mortificato per quel gesto da esprimere la volontà che le sue spoglie fossero deposte, dopo la morte, lontane da quelle del fratello.