È morto Pino D’Agostino, già dirigente dei comunisti di Gioiosa Jonica e consigliere provinciale della vallata del Torbido. I suoi funerali sono stati l’occasione per riunire i sopravvissuti di una parte importante della Sinistra e di quello che fu il vivace partito comunista della Locride. Quasi una verifica di esistenza in vita. La salute è malferma e le scarpe sono rotte, ma cercheremo di percorrere l’ultimo tratto di strada donando ciò che resta di noi per un mondo migliore.
È morto Pino D’Agostino, già dirigente dei comunisti di Gioiosa Jonica e consigliere provinciale della vallata del Torbido. I suoi funerali sono stati l’occasione per riunire i sopravvissuti di una parte importante della Sinistra e di quello che fu il vivace partito comunista della Locride.
Quasi una verifica di esistenza in vita.
Non siamo mai stati una falange compatta e la militanza l’abbiamo vissuta in maniera molto diversa tra di noi: ortodossi ed eretici, creativi e fedeli. Insieme abbiamo condotto battaglie importanti per la nostra Terra.
Il “treno rosso” che, nonostante i pericolosi sabotaggi, entrava alla stazione di Reggio per dilagare entusiasta a Piazza Duomo, in una città militarmente occupata dai “Boia chi molla”, non è stata che una delle prove di passione e coraggio, di determinazione e di forza.
Vittorie e sconfitte; elaborazione culturale e miseria umana.
Uomini diversi per storia personale e per formazione culturale ma che, a volte, hanno rinunciato ad anni importanti della propria vita per inseguire il sogno di una “una nuova umanità”.
Siamo stati sconfitti. Su questo non c’è dubbio alcuno.
Le nostre prime lotte sono state per la pace, contro le spese militari, contro il riarmo ed oggi si combatte una guerra assurda nel cuore del l’Europa mentre aumentano le spese militari e si staglia all’orizzonte l’olocausto nucleare. Abbiamo combattuto per l’uguaglianza e oggi le dieci persone più ricche della Terra possiedono quanto la metà più povera dell’umanità.
Abbiamo combattuto la “mafia” ed oggi, abbiamo uno Stato ed una società mafiosizzati sino al midollo. Ci siamo sentiti i principali difensori della Costituzione che oggi, grazie soprattutto a quella che è stata la nostra parte politica, subisce forsennati attacchi.
Siamo stati meridionalisti, eredi del pensiero di e di Gramsci, di Giustino Fortunato e di Carlo Levi, capaci di mobilitare e portare alla lotta migliaia di persone ed oggi il Meridione è solo e criminalizzato.
Privo non di fondi, ma di classe dirigente. Risento ancora il nostro grido possente “i soldi della NATO al Sud sfruttato” e ci ritroviamo a subire la “secessione dei ricchi” e l’aumento delle spese in armi.
Eppure, sono certo che la conquista della “Gerusalemme Celeste”, per dirla con Vittorio Foa, è solo rimandata.
Noi ci siamo ancora.
Noi ritorneremo con altri nomi, con diverse organizzazioni, con altri sogni… ma ritorneremo comunque.
Cavalieri imperfetti dell’Ideale.
Non puri, non senza macchia e non senza paura, perché siamo stati, siamo e saremo umani… Terribilmente umani.
Ma capaci, almeno qualche volta, di credere che i bei sogni possano diventare realtà.
Ribadisco: Noi ci siamo ancora.
Non come élite ma come lievito.
Un tempo sentivamo un fremito quando nelle piazze si diffondevano le note belle dell’Internazionale, le lacrime ci salivano agli occhi per il Che, per il presidente Allende, per il Vietnam. Ci siamo nutriti del pensiero di don Milani, delle eresie dei Cristiani, degli anarchici, dei libertari, di tutto il mondo.
Non possiamo e non dobbiamo gettare alle ortiche quei pochi semi positivi di cui siamo stati portatori e di cui nostri paesi, la Locride e la Calabria hanno un grande bisogno.
La nostra Terra, molto prima che di soldi ha bisogno di idee, di dignità e, perché no, di orgoglio e di fierezza. Certamente non di protettori e non di tutori.
La salute è malferma e le scarpe sono rotte, ma cercheremo di percorrere l’ultimo tratto di strada donando ciò che resta di noi per un mondo migliore.