Sta per terminare lo straordinario viaggio dell’evento “La Calabria per Dante”, serie di incontri culturali che hanno portato alla scoperta, con la riproduzione e la spiegazione, dei passi nei quali è citata la Calabria. L’ultima tappa sarà giovedì 13 a Cosenza.
Il progetto, curato sotto ogni aspetto da Simonluca Spadanuda, ha visto l’impegno di varie associazioni e persone che, lavorando fianco a fianco, hanno potuto portare il Sommo Poeta nella nostra bella regione. Così, lo stesso Spadanuda, sulla genesi dell’evento:
“Siccome il materiale fornito con la definizione dei termini dialettali calabresi in uso all’interno della Divina Commedia hanno dei riferimenti a delle terzine specifiche in canti di tutti e tre i libri, ho subito pensato alle illustrazioni del grande Gustave Doré. Qualche anno fa avevo sfogliato un’edizione su grande formato della Divina Commedia illustrata dall’artista francese di meravigliosa fattezza non solo per la bellezza dei lavori ma anche per l’incredibile manualità, la padronanza della tecnica dell’incisione e la capacità di sintesi nella composizione delle scene da vero “storyteller”. Per quanto possibile ho cercato di usare le illustrazioni dei canti specifici in cui compaiono le citazioni dei vocaboli ancora in uso nel dialetto calabrese per ogni pannello dell’esposizione. Avendo scelto una dimensione importante per i pannelli (un metro per due) per questione di versatilità, in quanto la mostra è itinerante e non tutte le location hanno caratteristiche simili per l’allestimento, la soluzione tipografica è delle più semplici e meno invasive possibili, con una colonna di testo defilata per lasciare più spazio alle opere di Doré, senza però rinunciare alla leggibilità. La scelta dei colori dei pannelli riprende la palette utilizzata per l’identità visiva del progetto, che include, oltre alla creazione del semplice logo, anche una composizione illustrata in cui campeggia un ritratto di Dante ad opera di Doré immerso in un paesaggio onirico di matrice calabrese, quasi a richiamare alcuni vecchi poster di promozione turistica in chiave contemporanea. I pannelli che non hanno la fortuna di essere illustrati dall’artista di Strasburgo utilizzano un espediente digitale di manipolazione fotografica che imita in qualche modo i mezzi toni tipici della tecnica dell’incisione pur non riuscendo lontanamente ad avvicinarsi alle meravigliose linee del Maestro Doré”.