Jole Giugni, è stata la prima donna ad essere eletta deputato del IV Parlamento, nonché la prima donna d’Italia ad essere eletta nelle liste del Movimento Sociale Italiano. Donna con una personalità forte, carica di valori e ideali che ha lottato per dare alla sua Terra, la Calabria, il posto che meritava.
Jole Giugni, sposata Lattari, è stata la prima donna ad essere eletta deputato del IV Parlamento, nonché la prima donna d’Italia ad essere eletta nelle liste del Movimento Sociale Italiano. Nacque a Tripoli il 29 luglio 1923, si laureò in Filosofia, nel 1944, all’Università di Napoli, avendo come relatore della tesi il filosofo Benedetto Croce. Terminati gli studi, iniziò l’attività di insegnante di Filosofia e storia presso il Liceo Classico “Pitagora” di Crotone, trasmettendo la sua passione per le lettere a diverse generazioni di crotonesi. Sposata con Nicola Lattari, calabrese di Fuscaldo, avvocato civilista trasferitosi a Crotone nell’immediato secondo dopoguerra, ha dato alla luce tre bambine: Rachele, Ester e Barbara. Ma insieme al ruolo di moglie, madre e docente seppe coniugare perfettamente quello di donna impegnata nella politica e nel sociale, in un’epoca in cui le donne, a fatica, riuscivano a ritagliarsi un ruolo nella società. Venne eletta, per la prima volta, nel 1952 al consiglio comunale di Crotone, tra le file del MSI. Fu confermata anche nelle elezioni comunali successive (1956-1960-1964). Nel 1963 si candidò per le elezioni politiche, riuscendo ad ottenere 15.202 preferenze, diventando così la prima donna di Calabria a sedere a Montecitorio. Da Crotone, dunque, arrivò a Roma con un partito di destra in un’epoca in cui solo la sinistra, anzi solo il PCI raccoglieva consensi. Nelle file del MSI ha conquistato, a pieno titolo, un ruolo di leader, grazie all’impegno serio che profondeva in ogni sua attività, ma anche per merito della sua eloquenza sempre ricca di contenuti. I suoi comizi, che allora rappresentavano l’unico mezzo di propaganda politica, erano un evento: ad ascoltarla non c’erano solo le poche centinaia di militanti del MSI, ma migliaia di persone, tra cui molte donne, che l’ammiravano per il suo coraggio e per il suo impegno. La sera del 26 aprile 1963, anche gli avversari politici le cedettero il passo perché fosse lei a chiudere quella campagna elettorale che l’aveva vista pellegrina per centinaia di comuni della Calabria in cerca di consensi. “Crotone mia” era il suo saluto di prassi alla Piazza e quella notte pronunciato con voce un po’ roca, rispetto al tono abituale, fu il via per un’ovazione che coinvolse emotivamente tutta la piazza, anche coloro che non erano simpatizzanti del suo MSI, ma fu il segnale che le urne avrebbero riservato una gradita sorpresa, infatti arrivarono un numero eccezionale di voti per quella lista e quella candidata, che avrebbe fatto la differenza. Seguì l’insediamento e cinque anni di impegno parlamentare ad altissimo livello; mentre le vicende interne del MSI la portarono a schierarsi con il segretario nazionale Arturo Michelini, al quale dava battaglia Giorgio Almirante. Instaurò con il suo elettorato un rapporto nuovo, fatto di continue pubblicazioni della sua attività parlamentare. Seguì da vicino la problematica nata dalla istituzione della scuola media unificata; ha fatto parte del comitato dei nove per lo sviluppo della scuola; per la modifica delle norme relative ai concorsi magistrali, per la istituzione delle scuole materne statali; per la discussione del disegno di legge per il finanziamento del piano di sviluppo della scuola nel quinquennio 1966-1970, per l’esame delle proposte di legge di riforma dell’ordinamento universitario e così via per decine e decine di argomenti che riguardavano la scuola, l’università, la cultura. Ha presentato direttamente diverse proposte di legge, sempre attinenti al campo della scuola; emendamenti, ordini del giorno, mozioni, interpellanze ed interrogazioni che sono contenute nella pubblicazione da maggio a maggio (1963-1968) compendio della sua attività politica e parlamentare di quei cinque anni. Pochi sanno che Jole Lattari riuscì a raccogliere un’interpellanza, con la firma di tutti i 24 deputati della Calabria. Argomento di quella interpellanza: “Impegni assunti dal Governo per garantire la permanente funzionalità e per conoscere i risultati e gli accertamenti sulle dimensioni del consumo di zinco in relazione alla progettata costruzione di nuovi impianti metallurgici”. Si trattò, allora, di respingere il primo assalto della Sardegna allo stabilimento metallurgico crotonese. La Regione, a statuto speciale, aveva progettato uno stabilimento per la produzione di zinco a Porto Vesme, che avrebbe potuto mettere in crisi la Pertusola di Crotone; al suo fianco si schierarono tutti i Parlamentari della Calabria ed il progetto non vide la luce, sebbene fosse stato motivato dalla necessità di utilizzare le blende delle miniere sarde. Questo consentì di avviare il programma “Pertusola 130” che fu inaugurato a Crotone da Guy de Rotshild, capo dell’omonima famiglia di banchieri francesi. Grazie all’intervento e l’impegno della nostra deputata l’industria metallurgica in Calabria ha resisitito per altri trent’anni. Ma l’onorevole Lattari si occupò anche della realizzazione delle opere previste nel Piano regolatore del porto di Crotone (che oggi non c’è); del trasferimento all’Anas della strada che allaccia l’abitato di Bocchigliero alla statale 108 ter; della ferrovia Castrovillari-Spezzano Albanese e della nuova caserma dei Carabinieri ad Isola Capo Rizzuto; dell’assegnazione delle forniture militari alla Faini di Cetraro e della necessità di ammodernare gli impianti dell’aeroporto di Crotone e di prolungare la pista. A settembre del 1967, sul finire della legislatura, ha dato alle stampe “I Parlamentari della Calabria” che ha rappresentato, fino a qualche anno fa, l’unica opera sistematica sulla presenza calabrese in Parlamento. Un’opera che per lunghi anni è stata elemento essenziale di studio della politica in Calabria. Nel maggio 1969 terminò la sua attività parlamentare, nelle elezioni politiche del 1968, alla lista del MSI toccò un solo deputato, l’onorevole Nino Tripodi, uno dei più autorevoli esponenti, che la superò per poco più di un centinaio di voti di preferenza. Morì il 6 luglio 2007 a Roma, dove risiedeva da tempo.
Jole Giugni Lattari è stata una donna con una personalità forte, carica di valori, ideali e con una cultura notevole, che ha lottato per dare alla sua Terra, la Calabria, il posto che meritava.