L’area in cui è sorto il traliccio per l’installazione dei ripetitori 5G è una zona residenziale. Questo contravviene alla volontà dell’urbanista di mantenere l’area con bassa densità edilizia e una maggiore quantità di verde, al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’espansione di Siderno verso quell’area.
Loredana Commisso
In questi giorni abbiamo letto numerosi articoli dal punto di vista scientifico e medico sulla questione dei tralicci per l’installazione dei ripetitori 5G. Non essendo esperta in tali ambiti, mi affido alle competenze della scienza. Tuttavia, posso dare un contributo dal punto di vista paesaggistico, essendo un architetto che ha deciso, non senza difficoltà, di rimanere nel mio paese.
Con grande entusiasmo ho cercato di mettere in pratica quello che ho studiato nel mio percorso universitario: la storia dell’arte, il restauro architettonico, la progettazione architettonica, la riqualificazione urbana e molte altre discipline, al fine di dare decoro e qualità al paesaggio. Perché questa è la missione di un architetto.
Non sono contraria alla tecnologia, anzi, sono la prima a beneficiare delle opportunità che ci offre. Nondimeno, ciò non deve avvenire a discapito della qualità dell’ambiente.
L’area in cui è sorto il traliccio per l’installazione dei ripetitori 5G è una zona residenziale con un indice di utilizzazione fondiaria (IUF) 0,40 mq/mq e un’altezza massima degli edifici di 7,50 metri.
Purtroppo, l’installazione di un traliccio alto 30 metri in una zona residenziale con così basso indice contravviene alla volontà dell’urbanista di mantenere l’area con bassa densità edilizia e una maggiore quantità di verde, al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’espansione di Siderno verso quell’area.
Questa decisione non rispetta il contesto paesaggistico e architettonico che caratterizza la zona. È fondamentale preservare l’integrità visiva e ambientale del nostro territorio, promuovendo uno sviluppo sostenibile che non comprometta la qualità della vita dei residenti e l’estetica del paesaggio urbano. La presenza di un traliccio così imponente in un’area progettata per avere bassa densità edilizia e ampi spazi verdi rappresenta una contraddizione rispetto agli obiettivi di pianificazione urbana e tutela ambientale.
La società oggi ci porta a vivere la vita in modo frenetico, senza soffermarci sugli affetti o su ciò che è veramente importante per noi.
Invito non solo i miei colleghi architetti, ma tutti i cittadini a fermarsi nel luogo e ricordare le bellezze del nostro territorio, riflettendo su come gli interventi lo stanno deturpando. Io posso ormai solo ricordare come era via Feudo Vecchio, ricca di vegetazione e di piccole abitazioni rurali che si integravano perfettamente con l’ambiente. Questa via rappresentava un perfetto equilibrio tra architettura e natura, un equilibrio che oggi rischia di essere compromesso da interventi poco rispettosi del contesto paesaggistico.
Come architetto, è mia responsabilità sottolineare l’importanza di trovare soluzioni che concilino lo sviluppo tecnologico con il rispetto del contesto paesaggistico, garantendo che le innovazioni non compromettano il benessere ambientale e visivo delle nostre comunità.