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sabato, Ottobre 5, 2024
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Inchiesta Sulla Sanità Calabrese: Coinvolte Tutte le Province

Un terremoto ha scosso la sanità calabrese, comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro, sotto la direzione della locale Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Catanzaro. L’ordinanza prevede misure cautelari personali per 15 persone, accusate di gravi reati quali corruzione, concussione, turbativa d’asta, truffa aggravata ai danni dello Stato, falso ideologico, accesso abusivo a sistemi informatici ed emissione di fatture false. Questi illeciti avrebbero favorito varie società, ritenute anch’esse responsabili amministrativamente.

Sono stati disposti gli arresti domiciliari per due imprenditori e un dirigente medico e docente universitario dell’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro. Inoltre, 13 pubblici ufficiali, tra cui il medesimo medico, sono stati sospesi dai pubblici uffici/servizi. I sospesi lavorano presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, l’A.O.U. “Renato Dulbecco” di Catanzaro, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Crotone, l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza, il Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi Melacrino Morelli” di Reggio Calabria e l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro. Tra gli indagati figura anche un consigliere comunale della provincia di Catanzaro.

L’indagine, condotta dal Nucleo di Polizia Economica-Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza di Catanzaro, ha portato alla luce irregolarità in nove appalti pubblici per un valore complessivo di oltre 33 milioni di euro. Questi appalti sono stati gestiti dalla Stazione Unica Appaltante della Regione Calabria, dall’Università “Magna Graecia” di Catanzaro e dall’A.O. “Pugliese-Ciaccio” e dall’A.O.U. “Mater Domini”. Gli illeciti riguardano legami tra pubblici ufficiali e rappresentanti delle società appaltatrici, con bandi di gara truccati per favorire determinati soggetti.

Sono emerse anche ipotesi di condotte corruttive e di falsi nei concorsi per il reclutamento di personale, nonché truffe relative alla ripartizione del fondo incentivi per le funzioni tecniche. È stata ipotizzata una truffa ai danni del Servizio Sanitario Nazionale, con un dirigente medico che percepiva indennità di esclusività mentre lavorava occultamente presso cliniche private. L’inchiesta ha portato al sequestro di beni per un valore di circa 530.000 euro.

L’intera operazione rientra nella fase delle indagini preliminari, e le accuse dovranno essere confermate nel corso del procedimento giudiziario.

 

 

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