L’Arbëria crotonese piange la scomparsa di Giuseppina De Paola, 91 anni, ultima custode e cantrice della tradizione orale . Con la sua scomparsa, si spegne un importante legame con un patrimonio culturale e storico che affonda le sue radici in oltre 500 anni di storia.
Giuseppina De Paola era l’ultimo anello di una lunga catena generazionale, che attraverso i canti antichi, storie, miti e leggende ha mantenuto viva l’identità degli Arbëreshë, la comunità albanese stabilitasi in Italia nel XV secolo. Con la sua voce e la sua memoria, la signora Pina ha saputo custodire e trasmettere un tesoro di conoscenze, che rappresenta un valore inestimabile per la comunità di Carfizzi e per tutta l’Arbëria.
Era anche un’esperta dei “Canti Arbereshe del Matrimonio” e ha vissuto pienamente la cultura arbëresh, conoscendo i racconti della “Gjetonia”, del vicinato, in un’epoca in cui le comunità erano ancora profondamente legate al passato e conservavano le tradizioni. Ha visto le donne indossare la “coha”, il costume tipico arbëresh, un simbolo di appartenenza e identità. Giuseppina De Paola è stata un ponte tra passato e presente, sempre disponibile a condividere le sue conoscenze con ricercatori, giornalisti, scuole e chiunque fosse curioso di scoprire la ricchezza della tradizione arbëreshe.
Tra i canti da lei conservati, emerge il celebre “Canto di Costantino il Giovane”, un esempio di “Rapsodia,” un racconto cantato che si rifà alla tradizione omerica, capace di trasmettere emozioni profonde. In esso si raccontano temi come l’amore e il rispetto per l’amata, che Costantino ha giurato di sposare, rispettando la sua promessa e tornando al proprio villaggio. La tradizione orale arbëreshe comprende non solo questo ma anche altri “Canti d’Amore,” e “Canti Guerrieri” con le “Gesta” di antichi eroi, che Giuseppina De Paola ha saputo custodire e condividere.
Ursula Basta, presidente dell’associazione Fili Meridiani, ha voluto rendere omaggio alla memoria di Giuseppina De Paola, dichiarando:
“Con la scomparsa di Giuseppina De Paola perdiamo non solo una testimone preziosa della nostra storia, ma anche una parte autentica dell’anima arbëresh. Era il filo che ci legava a un passato ricco di valori, miti e canti che hanno formato la nostra identità. Il suo contributo alla conservazione del patrimonio orale arbëresh è inestimabile e sarà ricordato come un dono prezioso per le future generazioni.”
Anche Ettore Bonanno, che ha lavorato al recupero delle tradizioni orali arbëresh, ha voluto ricordare il prezioso contributo della signora Pina, dichiarando:
“Siamo onorati di aver incontrato la signora Pina ed aver registrato la ‘Vagha di Costantino’ e altre storie d’Arbëria. Un lavoro di recupero della memoria che permette di custodire il patrimonio orale delle comunità e condividerlo con tutti. Il suo contributo ci ha permesso di preservare e valorizzare una parte fondamentale della nostra storia.”
Fai buon viaggio, Signora Pina. Grazie per aver custodito e condiviso con noi il prezioso patrimonio degli Arbëreshë.