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martedì, Febbraio 4, 2025
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Il vescovo di Locri-Gerace e le nuove normative sulle feste religiose

Da qualche giorno circola in paese la notizia che il vescovo Monsignor Oliva ha dettato delle nuove normative riguardo le feste religiose. In particolare con questi atti il prelato ha voluto dalle nuove direttive riguardo le processioni e anche ritenendo utile ridurre le feste ad un solo giorno.Mario Murdolo

A dire il vero in un primo momento ho pensato che fosse una notizia non vera ma poi leggendo un articolo giornalistico mi son dovuto ricredere. A questo punto mi sono associato alle numerosissime lamentele e contrarietà dei miei paesani che giustamente ritengono inopportuno e ingiusto un provvedimento del genere. Il fatto più increscioso che preoccupa e indigna noi bivongesi è quelloche avviene a pochi giorni dalla festa di Mamma Nostra.

In primo luogo perchè le processioni da noi hanno tradizioni millenarie e secondo, cosa molto significativa e importante non bisogna dimenticare che la nostra Madonna, detta Madonna dei Miracoli, proprio durante le processioni ha salvaguardato Bivongi da eventi mortali. Infatti nel 1951 quando una terribile e devastante alluvione stava per distruggere l’intero abitato e causare molti morti, il parroco dell’epoca, Don Cherubino Raspa tentò di scongiurare l’irreparabile, portando il quadro della vergine Maria in processione nei pressi del fiume in piena ed è così che avvenne il miracolo. In secondo luogo è importante ricordare il miracolo del terremoto, dell’invasione delle soldatesche francesi e delle grazie a singole persone che si rivolgevano alla Madonna per gravi motivi di salute, problemi esistenziali, controversie ecc.

Non si può dire se è stato un miracolo o una strana coincidenza ma devo dire che mia moglie proprio il 5 febbraio del 2015 dopo aver partecipato alla processione ritorna a casa e riceve la bella notizia che finalmente era arrivato il rene per il trapianto. Questo fatto pure mi lega molto all’importanza delle processioni. E’ risaputo che la Mamma Nostra rappresenta lo stretto collante che tieni uniti i bivongesi di tutto il mondo. La devozione nei confronti della nostra madonna é dimostrata dal fatto che lei é venerata e festeggiata dal 1995 in Australia, da molto tempo prima in Argentina e da qualche anno viene organizzato un importante e partecipato raduno del bivongesi del nord a Orbassano.

Pochi giorni fa mi e’ giunta notizia dell’inaugurazione di una nuova e accogliente cappella in una chiesa di La Plata dove c’e’ una comunità molto numerosa. Che facciamo? Togliamo anche a loro la possibilità e la gioia di poter festeggiare secondo tradizione? E poi a che serve ai nostri numerosi amici emigrati, venire a Bivongi per la festa e dopo aver affrontato costosi viaggi, trovarsi una festa ridotta al lumicino. Il vescovo si lamenta che c’e’ un disamore e continuo allontanamento dalla religione ma io penso che questa emorragia non si blocca così. Ci sono molte altre cause e motivazioni che stanno alla base di questo fenomeno. Si parla di folklore e in questo caso bisogna fare dei distinguo. Ci sono feste come quella di Palmi, di Riace, della stessa Reggio Calabria dove si travalicano i giusti metodi della sacralità. Ho visto da poco un video di un piccolo borgo, in cui a Pasqua si pratica un rito pagano alquanto bizzarro, dove i partecipanti si provocano ferite con alcune schegge di vetro, sul corpo con la fuoruscita di sangue. L’anno scorso, pur essendo in inverno per la festa del 5 febbraio sono stati molti gli emigrati tornati per la festa e da qualche commento ho capito che se vengono quest’anno il prossimo non ne vale la pena. Io mi auguro che il Vescovo migliori questo provvedimento perché piuttosto che ottenere il risultato sperato dovrà infine ammettere il contrario.

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