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venerdì, Novembre 22, 2024
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Il Vaticano interviene sul ddl Zan: “Viola il Concordato”

È la prima volta che la Chiesa interviene sull’iter di approvazione di una legge dello Stato italiano ricorrendo a quanto stabilito dai Patti Lateranensi

Il Vaticano ha chiesto formalmente allo Stato italiano di sospendere l’approvazione del ddl Zan, dal momento che questo violerebbe in alcuni punti l’accordo di revisione dei Patti Lateranensi, la cui correzione è avvenuta nel 1984. Il ddl non dovrebbe essere bloccato, ma “modificato” in alcuni punti nodali

Ddl Zan: il lungo viaggio verso il Senato

Ricordiamo che il ddl Zan (disegno di legge relativamente breve, composto da appena 10 articoli) è stato approvato il 4 novembre 2020 alla Camera dei Deputati con 265 voti favorevoli, 193 contrari e un astenuto. Attualmente si trova all’esame della Commissione giustizia del Senato.

La nota arrivata in Ambasciata

A sollevare la questione è stato monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati per la Segreteria di Stato vaticana, l’equivalente del nostro Ministro degli Esteri. Lo scorso 17 giugno il prelato ha presentato all’Ambasciata italiana della Santa Sede una “nota verbale” –  ossia una comunicazione formale – in cui è riportata la preoccupazione del Vaticano relativamente a un nodo cruciale per ogni Stato che si consideri tale: la riduzione della libertà, la quale è garantita alla Chiesa nell’articolo 2, commi 1 e 3, del Concordato.

Questi commi tutelano da una parte la Chiesa stessa, a cui è assicurata la “libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale”; dall’altra garantiscono “ai cattolici e alle loro associazioni e organizzazioni la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

Perché il ddl Zan violerebbe la libertà della Chiesa

Non è la prima volta che la Chiesa solleva dubbi sul ddl Zan ddl (e non c’è da stupirsi, considerato il tema). La prima volta, nel 2020, la Santa Sede aveva asserito che una legge per punire i comportamenti violenti e persecutori esisteva già. Stavolta il motivo è meno generico e si appella decisamente alla giurisprudenza. Sotto osservazione da parte della Santa Sede c’è l’articolo 7 del ddl, che riconosce il 17 maggio come Giornata Nazionale contro l’omofobia, lesbofobia e transfobia, ma non esonera le scuole private dall’organizzare attività relative.

Cosa dobbiamo aspettarci

L’ANSA ha diffuso da poco la notizia che il senatore leghista, Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia a Palazzo Madama, ha chiesto formalmente di acquisire il testo della rilevante nota che lo Stato Vaticano ha inviato alla Farnesina dopo aver sentito la Presidente Elisabetta Casellati. Si attende che la nota venga portata all’attenzione del premier Draghi e del Parlamento

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