Intervista alla soprano Eleonora Pisano di Monasterace Marina. Una voce che trasmette emozioni intense, poiché la sua passione per il canto non è esprimibile a parole, ma è un qualcosa che si sente e basta.
Come ti presenteresti ad un pubblico che non ti conosce?
Solitamente non mi presento mai… Amo lasciare che siano i personaggi che interpreto a parlare per me. Sono una persona molto introversa e timida, anche se non si direbbe o potrebbe sembrare un po’ un controsenso. Dico sempre che la musica, ha scelto me ed io mi sento al servizio del pubblico donandomi totalmente. Dio mi ha donato tanto concedendomi questo dono, ed io cerco di onorarlo il più possibile.
Cosa hai provato quando, dopo l’emergenza sanitaria, sei ritornata sul palcoscenico, sentendo il calore del pubblico?
È stata pura magia. È stato come fossi stata in una bolla che si è frantumata. Finalmente profumo di vita!Respiro ancora! Di nuovo sul palco, nel mio magico mondo, un tutt’uno con la gente. Mi sentivo viva e nutrita dalla loro presenza VIVA! Non saprei descrivere l’emozione… la tradurrei come pura energia. Finalmente insieme… non ho mai amato i concerti in streaming e mi sono letteralmente rifiutata di farli nell’attesa trepidante di riassaporare il contatto umano.
Come nasce la tua passione per il canto?
Guardavo la Callas alla TV e mi chiedevo come si potesse diventare così unici e talentuosi. Ero una bambina innamorata di qualcosa che sembrava soprannaturale. Poi conobbi il Maestro Valenti Michelangelo e mi innamorai dei suoi racconti su Puccini e l’opera in generale. Ero appena 14 enne e lui già in pensione, guardarlo dirigere e nutrirmi di quei suoni mi ha plasmata inesorabilmente verso la lirica. Un uomo di grande cultura musicale che ha subito notato la mia naturale propensione verso il canto, finché un giorno mi suggerì di studiare. Da quel momento quella luce mi accompagna sempre e a lui va il mio eterno grazie.
Come descriveresti la tua voce?
Una grazia del cielo. Ho una tessitura che mi permette di affrontare diversi ruoli. Direi che mi sento una privilegiata perché penso di essere abbastanza versatile. Una voce calda e possente con al contempo le agilità.
Qual è stato l’ostacolo più difficile da superare per arrivare fino a dove sei adesso?
La passione e l’amore che nutro mi ha spinta a non arrendermi, sebbene il mio personale percorso è stato molto tortuoso e difficile per motivazioni personali che mi hanno costretta a un fermo di diversi anni. Ma il gusto di riprendere consapevole di avere una forza “Nuova” che mi guida e mi spinge a fare sempre di più. Le sofferenze, se sappiamo accoglierle, possono diventare la nostra forza motrice, il che non è scontato, ma è possibile. Tutti gli autori delle mie eroine come Verdi e Puccini, hanno avuto una vita molto travagliata, ed è stato nelle più grandi sofferenze che hanno portato alla luce i personaggi più commoventi e che tanto amo interpretare.
La più grande delusione e la più grande soddisfazione avuta in ambito Lavorativo?
Come in ogni ambiente lavorativo anche nel nostro settore la meritocrazia non vince sempre se non è accompagnata da un buon “Bigliettino da visita”, ma credo sia così un po’ in ogni campo. Questo fa male, ma preso atto non mi fermo, né ho intenzione di con formarmi o accettare certi schemi che non mi appartengono. La più grande soddisfazione è stata debuttare due ruoli importanti (Traviata e Cavalleria Rusticana) di cui “Traviata” nel pieno della pandemia e la “Boheme” il 20 di agosto.
Quale personaggio sogni di interpretare che ancora non hai avuto la possibilità? Sicuramente “La Tosca” di Puccini. Amo molto quel personaggio, la sua forza il suo coraggio, ma ci sarebbe tanto altro da dire.
Hai un idolo?
Sicuramente Maria Callas, ma anche Renata Tebaldi. Pilastri del bel canto che ci hanno resi famosi in tutto il mondo, con le loro interpretazioni uniche.
Quali saranno i tuoi prossimi progetti?
In un momento così difficile non precludo nulla, ma penso “Alla giornata” nella speranza di poter raggiungere l’estero e poter continuare a mettere la mia voce a disposizione del pubblico. Ma sappiamo bene che la difficile situazione sanitaria non è di aiuto. L’arte è la cultura stanno soffrendo molto. Mi auguro, che presto. questi anni rimarranno solamente un brutto ricordo.