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sabato, Novembre 23, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 24 Giugno.

Accadde che:

1901 (123 anni fa): viene inaugurata la prima mostra dei lavori dell’artista Pablo Picasso. Ad accorgersi subito del suo innato talento artistico fu il mercante d’arte Ambroise Vollard (che lanciò anche Matisse e Cézanne), che organizzò l’evento a Parigi, nella galleria in Rue Lafitte. Picasso, allora appena ventenne, mise in mostra diverse opere e numerosi dipinti furono venduti (sebbene a prezzi bassi), decretando un buon successo della mostra. L’incontro con Vollard fu il trampolino di lancio per Picasso, arrivato in Francia nel 1900 per visitare l’Esposizione Universale con pochi soldi e tanta voglia di disegnare e far esplodere il suo estro artistico. Da allora i due iniziarono un lungo e fruttuoso sodalizio: nel 1906 il mercante acquistò 27 quadri di Picasso, nel 1909 il pittore spagnolo fece l’iconico ritratto di Vollard. Parigi fu un luogo ideale per il giovane Picasso che così ebbe la possibilità di esprimere al meglio il suo talento: dal 1901 al 1904 arrivò infatti il cosiddetto “Periodo blu”, poi il “Periodo rosa” e il cubismo che rappresentò un modo del tutto inedito e originale di dipingere. Il successo del pittore spagnole varcò i confini europei, diventando uno degli artisti simbolo del ‘900.

1950 (74 anni fa): Papa Pio XII canonizza Maria Goretti alla presenza della madre e dell’assassino della bambina; è la prima volta che la cerimonia si svolge in pubblico e in Piazza San Pietro. Il Papa regalò al mondo intero l’esempio della piccola martire appena dodicenne, uccisa da un ragazzo, suo vicino di casa, durante un tentativo di violenza al quale la giovane si oppose con tutte le sue forze. Nata da una famiglia di umili contadini, le precarie condizioni economiche della famiglia li spinsero ad associarsi nel lavoro alla famiglia Serenelli che abitava nella stessa cascina. A turbare la pace spirituale della ragazzina è stato il momento in cui divenne oggetto delle morbose attenzioni del diciottenne Alessandro Serenelli da lei fino a quel momento considerato un fratello. Il giovane provò ripetutamente ad insidiare Maria, e, respinto ogni volta con l’invito a non offendere Dio, arrivò a minacciarla di morte se avesse parlato di quelle avances con la famiglia. Il 5 luglio 1902 mentre i Serenelli e i Goretti erano nei campi e Maria si trovava sola in casa, Alessandro la aggredì e tentò di violentarla. “No, Dio non vuole, andrai all’inferno!”, lo ammonì la bambina desiderosa di custodire la sua castità. Il giovane allora, accecato dalla rabbia, la colpì ripetutamente con un punteruolo, ferendola mortalmente. Il giorno successivo, prima di spirare, la piccola perdonò il carnefice confidando alla madre l’intimo desiderio che anche lui potesse raggiungerla in Paradiso. Condannato al carcere il ragazzo si convertì nel 1910 e, scontata la pena, nel 1928 chiese perdono ad Assunta Goretti, accostandosi con lei alla Comunione.

Nato oggi:

1940 (84 anni fa): nasce, a Roma, Maurizio Mosca giornalista, conduttore televisivo e opinionista, che ha impresso il suo nome nel mondo del giornalismo sportivo e del piccolo schermo. Per anni, ha trattenuto il pubblico nella sua effervescente e colorita narrazione degli eventi sportivi, firmando pagine di tv che sono rimasti nella storia. Suo padre, Giovanni Mosca, era un umorista, giornalista e scrittore; il fratello Paolo, scomparso nel 2014, era uno scrittore. All’alba della sua importante carriera, Maurizio ha lavorato per il quotidiano La Notte di Milano, poi a La Gazzetta dello Sport, (testata in cui è stato anche direttore ad interim. Oltre che per la sua straordinaria parabola nel mondo della carta stampata e del piccolo schermo, Mosca è famoso anche per i suoi pronostici sportivi con il “pendolino“, assoluto protagonista di sipari entrati di diritto nella memoria della televisione italiana. L’appello del martedì, dove entrava in scena vestito da magistrato e nella quale, è stato uno dei programmi in cui il suo volto l’ha fatta da padrone, tra accenti ironici a metà strada tra la cornice dell’opinionista e quella del puro showman, pioniere assoluto della narrazione di un calcio in cui restano indimenticabili le sue “bombe di mercato“. Tra i format di cui ha calcato le scene, verve inossidabile e gestualità rovente, figurano anche “Controcampo”, “Zitti e Mosca” e “La Mosca al naso”. Sulla sua tomba ha voluto un epitaffio che sigilla il perimetro di un carattere poco incline all’anonimato, sempre pronto a far parlare di sé: “Ho cercato di spargere allegria tra la gente”. Muore, a Pavia, il 3 aprile 2010.

 

 

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