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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 15 Giugno.

Accadde che:

1864 (160 anni fa): viene fondata la Croce Rossa Italiana, come “Comitato Milanese dell’Associazione Italiana per il soccorso dei feriti e malati di guerra”. Sin dalla sua nascita, la Croce Rossa è stata in prima linea in qualunque crisi, calamità, emergenza. In ogni momento storico, questo agire ha contribuito a diffondere quella rivoluzione culturale che Henry Dunant, padre fondatore del Movimento della Croce Rossa compì alla fine del XIX secolo e che gettò il seme di quello che oggi è considerato l’umanitarismo moderno. L’Associazione Italiana della Croce Rossa ha come obiettivi l’assistenza sanitaria e sociale alla popolazione sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Rappresenta una forza di 120 milioni di volontari, animati dalla stessa vocazione e dalla stessa generosità. L’idea della Croce Rossa inizia a prendere forma nella mente del suo fondatore quando, il 24 giugno 1859, egli si trova ad assistere alla sanguinosa Battaglia di Solferino, uno degli episodi più tragici della storia d’Indipendenza d’Italia. Dunant rimane sconvolto dal numero impressionante dei feriti e dei morti, ma soprattutto dal fatto che essi vengano abbandonati a loro stessi. Impotente di fronte a queste scene di dolore e di disperazione, Dunant cerca invano medici, chirurghi e infermieri che possano alleviare le sofferenze di tanti uomini. Cosciente, quindi, che l’unica cosa da fare è quella di ricorrere alla buona volontà degli abitanti del paese, Dunant stesso si improvvisa infermiere, raduna uomini e donne, procura acqua, brodo, biancheria e bende, ritorna sui campi di battaglia per raccogliere il maggior numero di feriti. Nonostante tutto è ben consapevole dell’insufficienza dei soccorsi in rapporto alle necessità. La CRI, oggi, è presente negli eventi catastrofici naturali o originati dall’uomo del nostro Paese o sulle scene internazionali, in applicazione del motto “Primi ad arrivare, ultimi a ripartire”.

2008 (16 anni fa): a Siderno, avviene un terribile incidente in cui perdono la vita tre giovanissimi: Federica Petrolo, Alba Lucia Caricari di 17 anni e Alessio La Rosa, di 19 anni, nei pressi dello Stadio Comunale. Nella macchina, in cui viaggiavano, si trovavano altri due ragazzi, rimasti feriti. I cinque stavano ritornando da una festa di inizio estate, quando al termine della festa i ragazzi  hanno deciso di riaccompagnare le due diciassettenni a casa. Quando l’auto, una Volkswagen Golf, è giunta in località ‘Zamaniti è sbandata scontrando prima contro una cabina telefonica e poi contro un muro. Federica e Alba lucia sono morte sul colpo, mentre Alessio è deceduto alcuni giorni dopo all’ospedale di Reggio Calabria. Il sindaco di allora, Alessandro Figliomeni, ha proclamato il lutto cittadino. Nel giorno 2018, a 10 anni dalla tragedia, è stata intitolata un’opera ad Albalucia, Federica e Alessio. Si tratta di una scultura in ferro, dell’artista Francesco Misuraca, che non ha un valore solo simbolico, ma si traduce in impegno concreto per la sicurezza stradale di tutti.

Scomparso oggi:

2019 (5 anni fa): muore, a Roma, Franco Zeffirelli regista, sceneggiatore, scenografo e politico. Nato, a Firenze, il 12 febbraio 1923 debutta nel cinema, nel 1947, interpretando il ruolo di Filippo Garrone ne “L’onorevole Angelina” di Luigi Zampa ed assistendo Visconti sul set de “La terra trema”. Il primo film da lui diretto è “Camping”, del 1958. Nel cinema restano famose le sue trasposizioni letterarie: dalla romantica vicenda di “Romeo e Giulietta” del 1968, a una sentita biografia del poverello d’Assisi, ossia il “San Francesco” del 1972, all’ “Amleto” del 1990. La sua opera è dominata da una vena romantica di accurata sensibilità sia per il particolare che per la definizione dei personaggi. Resta memorabile il suo Gesù di Nazareth del 1977, entrato nella storia del cinema per il ritratto particolarmente umano del Cristo, la cui eterea spiritualità pervade l’intera opera. Infine, nel campo dell’opera lirica non si possono dimenticare le storiche produzioni, a cominciare dalla “Traviata” con Maria Callas. Franco Zeffirelli, che era dichiaratamente omosessuale, dichiarò di non apprezzare il «movimento gay», in quanto per lui “l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa”.

 

 

 

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