Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 7 Giugno.
Accadde che:
1926 (98 anni fa): l’architetto catalano Antoni Gaudí viene investito da un tram, il primo tram messo in circolazione nella città. Il suo miserevole aspetto ingannò i soccorritori, i quali lo credettero un povero vagabondo e lo trasportarono all’ospedale della Santa Croce, un ospizio per i mendicanti. Fu riconosciuto soltanto il giorno successivo dal cappellano della Sagrada Família. Morì il 10 giugno e, nonostante questa fine quasi miserabile, al suo funerale parteciparono migliaia di persone. I barcellonesi lo soprannominarono da quel momento “L’architetto di Dio”. Inoltre, venne disposta la sepoltura nella cripta della Sagrada Familia, forse la sua opera più significativa. La sua carriera di architetto è stata caratterizzata dall’elaborazione di forme straordinarie, imprevedibili e oniriche, realizzate utilizzando i più diversi materiali, da cui Gaudí seppe trarre le massime possibilità espressive, con una profonda attenzione per le lavorazioni artigianali. La profonda fede cattolica dell’artista e la sua spiritualità permeano tutte le sue opere. L’arcivescovo di Barcellona ha avviato il processo di canonizzazione nel 1998, definendo Gaudí “Un laico mistico”. Nel 2003, conclusa la fase diocesana, la documentazione è stata inviata alla Santa Sede, il Vaticano ha dato via libera alla beatificazione, nominandolo “Servo di Dio”.
1984 (40 anni fa): durante un comizio a Padova, sul palco di Piazza della Frutta, in vista delle successive elezioni europee, il leader del PCI, Enrico Berlinguer, viene colpito da un ictus. Iniziò a sentirsi male, mentre si apprestava a pronunciare la frase: “Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda.” Pur palesemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse: «Basta, Enrico!». Alla fine del comizio rientrò in albergo, dove si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Dopo il consulto con un medico, venne trasportato all’ospedale e ricoverato in condizioni drammatiche. Morì l’11 giugno a causa di un’emorragia celebrale. Il presidente della Repubblica Sandro Pertini, che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo a entrare in stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Si impose, poche ore dopo il decesso, per trasportare la salma sull’aereo presidenziale, dicendo: «Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta». Commovente fu il suo saluto al funerale, il 13 giugno, al quale partecipò circa un milione di persone: il presidente si chinò con la testa sopra la bara, baciandola tra gli applausi dei presenti. Anche coloro che erano in assoluto politicamente più distanti da Berlinguer, ovvero Giorgio Almirante e Pino Romualdi, rispettivamente segretario e presidente del Movimento Sociale Italiano, riconoscendo il rigore morale dell’avversario, parteciparono al funerale. Il corteo con la bara, accompagnato dalla musica dell’ Adagio in sol minore di Remo Giazotto, sfilò dalla sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure, a piazza San Giovanni, rendendo palese l’ammirazione che una larga parte dell’opinione pubblica italiana aveva nei confronti di Berlinguer. Le imminenti elezioni europee, anche in ragione dell’ondata emotiva determinata dalla morte del leader comunista, videro un grande successo del PCI che, per la prima e unica volta nella storia, superò la DC, affermandosi come primo partito italiano (33,3% contro 33,0%); Berlinguer, candidato nella circoscrizione centrale, ottenne oltre 710 mila voti di preferenza (a fronte degli 836 mila conseguiti alle europee di cinque anni prima). Per evocare la forte ascesa del PCI, si è a lungo parlato di “Effetto Berlinguer”, sebbene una parte degli osservatori politici e alcuni esponenti del partito avessero negato che il successo elettorale fosse da ricondurre alla scomparsa del segretario. Per decisione della famiglia, secondo la volontà espressa alla moglie, Berlinguer è stato sepolto a Roma nel cimitero di Prima Porta, nonostante il Partito desiderasse che fosse tumulato al Cimitero del Verano, nel mausoleo in cui già riposavano i dirigenti comunisti Palmiro Togliatti, Giuseppe Di Vittorio e Luigi Longo e dove nel 1999 sarebbe stata sepolta anche Nilde Iotti.
Nato oggi:
1848 (176 anni fa): nasce, a Parigi, Paul Gauguin pittore, considerato tra i maggiori interpreti del post-impressionismo. Dopo aver conosciuto il pittore Ėmile Schuffenecker inizia a dedicarsi alla pittura, intraprendendo la professione da autodidatta. Il suo tutore possiede un’importante collezione d’arte contenente dei dipinti di Delacroix, da cui Paul trae ispirazione. All’accademia Colarossi conosce Pissarro, pittore impressionista francese, che gli da consigli importanti che influenzeranno il suo modo di dipingere. In questo periodo acquista tele impressioniste, ed espone una sua opera paesaggistica presso il Salon di Parigi. Nei suoi dipinti, uno dei soggetti più rappresentati è quello delle nature morte. Conosce anche i fratelli Theo e Vincent Van Gogh, grazie a quest’incontro lo stato di salute mentale di Vincent migliora sensibilmente, ma dura poco, perché il pittore olandese il 23 dicembre 1888 si taglia una parte dell’orecchio con un rasoio. Tra il 1889 e il 1890 torna in Bretagna e l’anno dopo parte alla volta di Tahiti, dove riesce a vendere uno dei suoi quadri, “La Belle Angèle”. Durante questo soggiorno, prova un grande interesse per la cultura maori e per le sue usanze, dipingendo nelle sue tele scene di vita quotidiana e le persone del luogo. Sfidando la povertà, continua la sua attività artistica fino al giorno della sua morte, avvenuta l’8 maggio 1903, a Hiva Oa (isola dell’oceano Pacifico), a causa della sifilide. Tra le sue opere più note: “Il cristo giallo” e “Due donne tahitiane”