Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 20 Aprile.
Accadde che:
1964 (60 anni fa): viene commercializzato il 1° vasetto di Nutella, da un’ idea di Pietro Ferrero, pasticciere di Alba e di Michele suo figlio. Il prodotto è una crema gianduia contenente zucchero, olio di palma, cacao, nocciole, latte, lecitina di soia e vanillina, precedentemente denominata Pasta Giandujot e poi SuperCrema. Il nome deriva dal sostantivo nut, che significa «nocciola» in inglese, e il suffisso italiano –ella, per ottenere un nome orecchiabile. La storia di questo successo planetario inizia in una pasticceria di via Rattazzi ad Alba, nel mezzo della Seconda guerra mondiale. Qui l’imprenditore Pietro Ferrero allestisce un laboratorio dolciario, dove sperimenta ricette innovative per l’epoca, facendo spesso di necessità virtù. Nello specifico, la pesante tassazione sull’importazione dei semi di cacao lo costringe a cercare un ingrediente da associare al cacao, facilmente reperibile e dal costo contenuto. Di qui l’intuizione di utilizzare le nocciole, prodotto tipico delle Langhe, dalle quali riesce a ricavare una crema che commercializza con il nome di Giandujot, in omaggio alla nota maschera del carnevale piemontese. Venduta in blocchi da taglio, avvolti in carta stagnola, la speciale pasta incontra il favore della clientela, che per il suo valore energetico la reputano una colazione efficace per affrontare la giornata lavorativa. L’eredità di Pietro viene raccolta dal figlio Michele che nel 1951 trasforma la ricetta del padre nella Supercrema, venduta in grandi barattoli. Dodici anni più tardi ne rivede la formula scoprendo quel gusto inconfondibile che resterà da qui immutato per sempre. Nel 1965, la Nutella conquista il mercato tedesco e prima della fine degli anni Sessanta attraversa l’oceano per approdare negli Stati Uniti d’America.
2008 (16 anni fa): Papa Benedetto XVI visita Ground Zero, a New York, luogo originario delle Twin Towers, distrutte l’ 11 settembre 2001. Il Papa era accompagnato dal cardinal Edward Egan e ad accoglierlo ha trovato il sindaco di New York Michael Bloomberg e i governatori di New York David A. Paterson e del New Jersey John Corzine, 24 persone in rappresentanza dei feriti e dei parenti delle vittime dell’attentato dell’11 settembre 2001 con alcuni dei soccorritori: Vigili del Fuoco, Polizia, Protezione Civile. Prima ancora di salutarli, Benedetto XVI è andato a inginocchiarsi davanti al piccolo specchio d’acqua dove era stato posto un inginocchiatoio. Commosso, Papa Ratzinger si è alzato e ha acceso un cero e poi dopo che gli hanno portato il microfono ha pronunciato la preghiera da lui stesso composta: “O Dio dell’amore, della compassione e della riconciliazione rivolgi il Tuo sguardo su di noi, popolo di molte fedi e tradizioni diverse, che siamo riuniti oggi in questo luogo, scenario di incredibile violenza e dolore. Ti chiediamo nella Tua bontà di concedere luce e pace eterna a tutti coloro che sono morti in questo luogo, i primi eroici soccorritori, i nostri vigili del fuoco, agenti di polizia, addetti ai servizi di emergenza e personale della Capitaneria di Porto, insieme a tutti gli uomini e le donne innocenti, vittime di questa tragedia solo perchè il loro lavoro e il loro servizio li ha portati qui l’11 settembre 2001. Ti chiediamo, nella Tua compassione di portare la guarigione a coloro i quali, a causa della loro presenza qui in quel giorno, soffrono per le lesioni e la malattia. E per la perdita delle persone care. Concedi loro la forza di continuare a vivere con coraggio e speranza. Ricordiamo anche coloro che hanno trovato la morte, i feriti e quanti hanno perso i loro cari in quello stesso giorno al Pentagono e a Shanksville, in Pennsylvania. I nostri cuori si uniscono ai loro, mentre la nostra preghiera abbraccia il loro dolore e la loro sofferenza. Dio della pace, porta la Tua pace nel nostro mondo violento: pace nei cuori di tutti gli uomini e le donne e pace tra le Nazioni della terra”.
Nato oggi:
1492 (532 anni fa): nasce, ad Arezzo, Pietro Aretino poeta, scrittore e drammaturgo italiano, chiamato Il Divino Pietro Aretino. È conosciuto principalmente per alcuni suoi scritti dal contenuto considerato quanto mai licenzioso. È stato un letterato tanto amato quanto discusso, se non odiato (da molti considerato semplicemente un arrivista e uno spregiudicato cortigiano). In realtà, ha rappresentato anche un modello dell’intellettuale rinascimentale. Tra le sue opere: “Sonetti lussuriosi” e “La cortigiana”. Il suo obiettivo è quello di manifestare una netta distanza dalla corte ma ponendosi, di fatto, in una relazione dialogica con essa ma dall’esterno, assumendo il ruolo di intellettuale libero il cui parere, proprio in virtù di questo status, ha più valore. Si tratta di un modo di fare ambiguo e scivoloso, che ha però avuto successo, vista la fama raggiunta ed il favore ricevuto dai grandi regnanti di Francia e d’Asburgo. Una delle sue frasi celebri è la seguente: “Anche quando si inveisce contro di me, guadagno rinomanza”. Muore, a Venezia, il 21 ottobre 1556.