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venerdì, Novembre 22, 2024
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Il tempo dei ricordi

Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 20 Gennaio.

Accadde che:

1792 (232 anni fa): con 387 voti favorevoli e 334 contrari, l’ex sovrano di Francia, Luigi XVI, viene condannato a morte. La mattina del 21 gennaio 1793, Luigi Capeto si sveglia alle cinque e mezzo da un sonno apparentemente tranquillo. Dopo essersi confessato indossa un abito grigio e verso le otto e trenta sale insieme al suo confessore sulla carrozza che dal Tempio lo conduce alla piazza della Rivoluzione, l’odierna Place de la Concorde. Alle dieci e dieci la vettura arriva nella piazza della Rivoluzione dove la folla è tenuta ben distante dal patibolo da un cordone di soldati. Secondo alcune testimonianze sembra abbia esclamato: “Perdono coloro che hanno causato la mia morte e spero che il mio sangue non debba mai ricadere sulla Francia”.  La sua testa cade pochi istanti dopo. Così, il re viene giustiziato di fronte al suo popolo come un uomo qualunque. Buona parte della storia della Francia, ma anche dell’Europa, è spazzata via con quella decapitazione. I resti del defunto sovrano sono cosparsi di calce viva e tumulati all’interno del vecchio Cimitero della Madeleine. Il fratello, Luigi XVIII, una volta diventato re, nel gennaio 1815, decide di riesumare i resti di Luigi XVI per seppellirli nella Basilica di Saint-Denis insieme a quelli di Maria Antonietta.

1961 (63 anni fa): John F. Kennedy diventa ufficialmente il 35º presidente degli Stati Uniti. Inizia così, sessantuno anni fa, una presidenza entrata nell’immaginario e nel mito, ma tragicamente finita a causa dell’attentato a Dallas. È stato il primo presidente cattolico e anche il più giovane. Il giorno prima si svolse una delle feste che è stata tra le più grandi mai viste a Washington. Venne organizzata da Frank Sinistra, che chiese ai teatri di Broadway di sospendere gli spettacoli, per quella sera, per permettere a molte star di essere presenti all’evento. Il discorso di Kennedy è diventato uno dei più importanti del 900, grazie anche a una frase ormai diventata citazione imprescindibile: “Nella lunga storia del mondo, solo a poche generazioni è stato garantito il ruolo di difendere la libertà nell’ora del massimo pericolo. Non mi sottraggo a questa responsabilità, anzi, le do il benvenuto. Non credo che qualcuno di noi cambierebbe il suo posto con un altro popolo o con un’altra generazione. L’energia, la fede, la dedizione che porteremo in questo sforzo illuminerà il nostro paese e chi lo serve, e la luce di questo fuoco può davvero illuminare il mondo. Dunque, miei concittadini americani, non chiedete cosa il vostro paese può fare per voi, chiedete cosa potete fare voi per il vostro paese”.

Scomparso oggi:

2018 (6 anni fa): muore a Locri, a soli 43 anni, investito da un’auto, all’uscita del cinema, sulla statale 106, Pasquale Sgotto, imprenditore di Siderno. Nel ricordarlo, pubblichiamo l’articolo che Rosario Vladimir Condarcuri, ha scritto all’epoca del tragico evento, in cui si legge tutto il dolore di chi, all’improvviso, ha perso un caro amico.

“Maledetto sabato. Alle 23,30 precise ricevo una telefonata che mai avrei voluto ricevere. Mi chiama un amico di Locri e mi dice: “C’è stato un incidente all’uscita del cinema, alla fine del paese, mi dicono che è morto un tuo amico, Pasquale Sgotto”.

La vita spesso si decide in poche parole. In pochi secondi, forse 20.

Con Pasquale ci conosciamo da sempre, le nostre famiglie sono sempre state vicine, mio padre era molto amico di tutta la famiglia, con Nino poi c’era un rapporto particolare. Spesso capitava che in caso di lutti di parenti o amici ci si sedeva insieme per scrivere il manifesto e in questo mio padre era un esperto. Negli anni sia io che lui abbiamo sostituito i nostri genitori in questo rito che, nonostante la tristezza di certi momenti, dava dignità alle persone a noi care. In una di queste circostanze Pasquale mi sbalordì con una sua richiesta che mi fece molto piacere: era morto mio zio Dante e io ho seguito tutte le procedure con Pasquale, il quale alla fine del funerale mi disse: “Da una morte nasce la vita, per cui ti chiedo se ti farebbe piacere se io cresimassi tuo figlio Virgilio”. Non dimenticherò mai la mia gioia, perché l’affetto che ci legava si trasformava in qualcosa di più forte, che è come se andasse a scriversi nel DNA. Da lì abbiamo iniziato a chiamarci compari. Nel ricordare questo episodio mi si stringe il cuore, perché mai avrei potuto immaginare di essere oggi qui a scrivere di questo atto di affetto che non si realizzerà, come non riusciremo a vivere molte delle cose che questo rapporto avrebbe portato, come è stato per i nostri genitori. Sicuramente il nostro patto continuerà a vivere, come Pasquale continuerà a far parte della mia vita, anzi questo assurdo destino legherà ancora di più noi che rimaniamo. Pasquale negli anni era diventato un punto di riferimento, anche perché oltre all’amicizia abbiamo iniziato anche dei rapporti di collaborazione tra la sua azienda e il giornale, che è uno dei mezzi di espressione del ricordo, per cui ci sentivamo per vari motivi, in particolare quando c’era un parente che voleva dedicare un saluto, un ricordo a un caro che non c’era più. Ricordo anche i momenti di difficoltà nel novembre del 2013, quando dopo aver pubblicizzato la casa funeraria, qualcuno le aveva dato fuoco. Ma nonostante questo, Pasquale e il padre Nino non si lasciarono intimorire e proseguirono per la loro strada a testa alta. Oggi, ricordo molti episodi simpatici, molte telefonate, molti incontri. Sale la rabbia, perché queste cose non dovrebbero accadere, non si può morire all’uscita di un cinema a 43 anni. Non si può”.

 

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