Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 7 Dicembre.
Accadde che:
1941 (82 anni fa): centinaia di aerei e alcuni sottomarini della Marina Imperiale giapponese attaccano la base navale americana di Pearl Harbor, nelle Hawaii. Fu uno degli attacchi militari più importanti della storia contemporanea: durò circa due ore, provocò migliaia di morti e spinse gli Stati Uniti a entrare nella Seconda guerra mondiale. La guerra era iniziata da due anni. L’anno prima, nel 1940, il Giappone aveva firmato un’alleanza difensiva con l’Italia e la Germania nazista. Gli Stati Uniti, invece, non erano ancora intervenuti. L’attacco di Pearl Harbor fu inaspettato. Nel dicembre 1941 i canali diplomatici tra Giappone e Stati Uniti erano ancora aperti e i due governi avevano una serie di negoziati in corso. Proprio il giorno dell’attacco, per esempio, una delegazione di rappresentanti giapponesi si trovava alla Casa Bianca per un incontro di natura diplomatica. Da parte giapponese la pianificazione dell’attacco proseguiva però da mesi, L’autorizzazione definitiva da parte dell’imperatore Hirohito arrivò il primo dicembre. L’attacco durò circa due ore e fu devastante: furono uccise 2.403 persone tra soldati e civili americani. I feriti furono 1.178. Tra i mezzi distrutti e quelli danneggiati l’attacco riuscì a mettere fuori combattimento più di 300 velivoli e 19 navi. Se confrontati con le perdite giapponesi, furono danni enormi: tra i giapponesi ci furono 55 morti e furono distrutti e danneggiati circa venti aerei, oltre ai sommergibili impegnati nell’attacco.
2018 (5 anni fa): in una discoteca di Corinaldo nelle Marche, durante un concerto all’interno della discoteca La Lanterna Azzurra, del trapper Sfera Ebbasta, il fuggi fuggi a causa di una sostanza urticante diffusa all’interno, provoca il panico tra i giovanissimi presenti e la morte di sei persone. In quella discoteca c’era troppa gente: tre volte più del consentito. Erano arrivati almeno in 1.400 per assistere al dj set di Sfera Ebbasta, ma nella sala c’era posto solo per 469. Ma ancora prima dell’esibizione del rapper un odore acre, probabilmente spray al peperoncino, ha mandato in tilt la situazione. Il panico diventa ingestibile, scatta una fuga dal locale, si crea una ressa ingovernabile. Molti provano a scappare per una delle tre uscite di sicurezza, che dà su un ponticello sopra un fossato. Ma una delle balaustre cede e a decine precipitano. Gli uni sopra gli altri. La calca li schiaccia e li uccide. Sei di loro non sopravvivono: sono cinque ragazzi tra i 14 e i 16 anni e una giovane donna. Ma come loro tanti altri finiscono schiacciati e feriti in gravi condizioni.
Nato oggi:
1944 (79 anni fa): nasce, a Fiumara (Reggio Calabria), Mino Reitano, pseudonimo di Beniamino Reitano cantante. Perde la mamma a soli 2 anni, crescendo con il padre, un ferroviere con la passione per la musica: suonava il clarinetto ed era il direttore della banda del paese. Trasmette al figlio la sua stessa passione, infatti, Mino, studia musica per otto anni in Conservatorio, imparando a suonare il pianoforte, il violino e la tromba. La sua carriera musicale inizia nei primi anni Sessanta, dividendosi tra l’Italia e la Germania. Tutto comincia con un incontro speciale, quello con i Beatles: con loro Mino, stringe amicizia ad Amburgo, ed insieme si esibiscono nel locale Star Club del quartiere a luci rosse. Lui con il gruppo Benjamin and His Brothers, cioè Mino con i fratelli Antonio, Gegè, Franco e Domenico, mentre i ragazzi di Liverpool non ancora famosi, si facevano chiamare Silver. Nel 1967, debutta al Festival di Sanremo con “Non prego per me” un brano scritto da Mogol e Lucio Battisti, ma il successo arriva nel 1968 con: “Avevo un cuore (che ti amava tanto) e Una chitarra, cento illusioni”. L’anno dopo, ritorna a Sanremo in coppia con Claudio Villa, cantando “Meglio una sera piangere da solo”. In quello stesso anno scrivee per Ornella Vanoni “Una ragione di più”. Nel 1988 ritorna sul palco del Festival di Sanremo con un altro brano che riscuoterà un grande successo: “Italia”, una canzone patriottica che conquistò, immediatamente, il pubblicò. La sua ultima partecipazione al Festival della Canzone risale al 2002 con “La mia canzone”, senza però ottenere grande successo. Nel 2007 gli viene diagnosticato un cancro all’intestino. Ecco le sue parole, in una delle sue ultime interviste su come stia affrontando la sofferenza: “ Mi affido a Gesù e alla Madonna. Gesù è l’immagine della bontà, il Figlio di Dio, di Colui che ha creato il Bene, il mondo, la natura. La Madonna è Sua Madre, mia Madre, la mamma della Chiesa, la discepola fedele che mai ha perduto la speranza. E sull’esempio di Maria, neanch’io perdo la speranza di farcela. Inoltre, Uno dei doni più belli che la vita mi ha dato è stato proprio quello della famiglia: una moglie splendida e due figlie che mi sono sempre vicine e non mi lasciano mai. Cos’altro avrei potuto pretendere di più?”. Purtroppo, non riuscirà a vincere la battaglia contro la malattia muore, ad Agrate Brianza (Monza), il 27 gennaio 2009, all’età di 64 anni. Pochi mesi dopo la sua norte le Poste Italiane emettono un francobollo a lui dedicato, terzo di una serie di tre valori della storia musicale italiana: gli altri due francobolli della serie erano stati dedicati a Luciano Pavarotti e Nino Rota. Nel corso della sua vita non ha mai dimenticato la sua terra, dimostrandole con le parole e con i fatti amore e completa dedizione e la Calabria non ha mai dimenticato il suo celebre compaesano. Infatti, a Fiumara, è nato un museo dedicato alla sua memoria con foto, ricordi, poster, strumenti musicali e moltissime immagini della sua lunga carriera artistica.