Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 2 Dicembre.
Accadde che:
1804 (219 anni fa): nella Cattedrale di Notre-Dame, a Parigi si svolge, alla presenza di Papa Pio VII, la solenne e storica doppia incoronazione con la quale Napoleone Bonaparte e sua moglie, Giuseppina di Beauharnais, divennero imperatore e imperatrice dei francesi. L’epico evento, già di per sé importante e fastoso, assunse un’aura affascinante e quasi mistica, proprio per il particolare valore che lo stesso Napoleone volle attribuirgli. Il coraggioso e intrepido generale corso, infatti, dopo aver completamente cancellato ogni traccia della tradizionale monarchia dell’ancien regime, diede a quest’ultima il colpo fatale quando decise di porre da solo sul proprio capo la corona che lo avrebbe portato a governare una delle Nazioni più potenti del tempo. Napoleone unì per l’occasione una serie di riti e costumi, incorporando cerimonie della tradizione carolingia, antica e della Rivoluzione francese, il tutto guarnito da un notevole sfarzo.
1984 (39 anni fa): all’uscita da una chiesa, di fronte ai propri familiari, viene assassinato Leonardo Vitale, il primo pentito di mafia. Aveva denunciato Totò Riina, Bernardo Provenzano, Michele Greco e Vito Ciancimino ma non era stato creduto e trascorse 12 anni tra carcere e manicomio. Cresciuto in una famiglia mafiosa, nel 1973 decise di cambiare vita. Così elencò gli scempi della famiglia Liggio, denunciò Calò, ed altri 27 mafiosi come autori del delitto del procuratore Scaglione. Scattò la retata: cento capi clan finirono in prigione, ma dopo il processo sono stati tutti assolti per insufficienza di prove. Gli unici ad essere condannati furono proprio Leonardo Vitale e lo zio, l’uomo che lo aveva introdotto nella famiglia di Porta Nuova e capo del clan dei Danisinni. L’uomo, in Appello, fu dichiarato seminfermo di mente e rinchiuso in diversi manicomi giudiziari. A causa delle sue dichiarazioni sulla mafia, infatti, venne sottoposto a numerose perizie psichiatriche e i medici stabilirono che era affetto da schizofrenia. Anche i parenti presero le distanze. Il giorno della sua morte, era stato appena dimesso dal manicomio giudiziario, quando fu colpito in testa da un colpo di pistola. Morirà dopo cinque giorni di agonia. Vitale, il primo pentito di mafia, venne messo a tacere per sempre dai corleonesi che mandano così un segnale a chi ha voltato le spalle a Cosa nostra
Nata oggi:
1923 (100 anni fa): nasce, a New York, Maria Callas soprano, considerata regina indiscussa della lirica, soprannominata la “Divina”. Ma oltre per la tecnica superlativa, la Callas è ricordata per la maestria, mai vista fino ad allora su un palcoscenico, di una persona che riuscisse a fondere canto e recitazione. La sua vita è stata costellata da tanti successi, ma anche tante sofferenze. Come le eroine che portava in scena, anche lei ha conosciuto i tormenti, le delusioni e il vero amore. Ha vissuto una storia d’amore appassionata con il magnate del petrolio, Aristotele Onassis, per lui aveva lasciato il marito Giovanni Battista Meneghini, di 27 anni più grande. La morte del figlio Omero perso pochi minuti dopo la nascita, a causa di un’insufficienza respiratoria. E ancora il matrimonio del suo grande amore con Jackie Kennedy, la vedova del presidente americano John Fitzgerald kennedy. E infine, l’addio alle scene, costellato di ritorni annunciati e sempre smentiti, la depressione dopo la morte dell’armatore greco e l’assassinio di Pier Paolo Pasolini che l’aveva voluta nel film “Medea”. La più grande soprano di tutti i tempi nel giro di cinque anni perse ogni cosa: voce, amori e gloria, rimando sola in quella grande casa dove si è spenta. Confidò le sue ultime volontà alla sua fidata domestica Bruna: “Abbraccerò il mio Aristo attraverso il mare”, alludendo alla sua volontà di far spargere le sue ceneri nel mar Egeo. Muore, a Parigi, il 16 settembre 1977. Alcune curiosità sulla Divina:
- I genitori di Maria avrebbero voluto un maschio, per rimediare alla perdita del figlio Vasily, morto durante un’epidemia di tifo a soli 3 anni nel 1923. Quando la madre apprese che si trattava di una femmina, per i primi giorni non volle nemmeno vederla, ed il padre non si curò di registrarla all’anagrafe.
- Ad undici anni partecipò alla trasmissione radiofonica “L’ora del dilettante”, cantando “La Paloma” e vincendo il secondo premio (un orologio Bulova).
- Maria aveva una sorella maggiore di 6 anni, Jakinthy detta Jackie, che era la prediletta in casa, ed inizialmente solo a lei venivano impartite lezioni di canto e di pianoforte: Maria era costretta ad ascoltare dietro la porta le lezioni, riuscendo ad imparare subito quello che la sorella apprendeva con difficoltà.
- Il fatto di essere molto miope la costrinse sempre ad effettuare sforzi di memoria e di concentrazione enormi: in tutta la sua carriera ha interpretato decine di opere in teatro senza mai riuscire a vedere il direttore. Era quindi costretta, per non sbagliare gli attacchi, ad imparare alla perfezione non solo la sua parte ma anche le parti degli altri personaggi.
- Sempre nel 1947, appena arrivata a Verona, incontrò G.B. Meneghini, un uomo d’affari molto più vecchio di lei, con cui stipulò un contratto che coinvolgeva gli affetti e gli affari. Per sei mesi Meneghini si sarebbe preso cura di lei spesandola di tutto e lei gli avrebbe offerto il suo amore. Non sappiamo se Maria sia stata costretta ad accettare questo contratto “speciale” perché in situazione di estremo bisogno o se, come affermano le lettere scritte da Maria, fu un colpo di fulmine. Per certo sappiamo che almeno in questo iniziale periodo Meneghini non aveva affetto per lei ma solo attenzione sessuale.
- Alla fine del 1948 abbiamo la testimonianza di una lettera in cui Maria invoca la morte: non lo aveva mai fatto prima, neanche nei momenti di maggior sconforto. Lo fa in un momento artistico per lei molto felice, alla vigilia della Norma di Firenze, quando la sua volontà di perfezione supera le immense capacità della sua voce.
- Nel 1949 Maria si sposò, precisamente il 21 di Aprile. Ma non lo fece come ogni sposa al mondo desidererebbe; fu costretta a farlo in modo dimesso e non all’interno della Chiesa, ma nella sacrestia. Oltre agli sposi erano presenti solo due testimoni, il Parroco ed il sacrestano. Tutto ciò perché Maria era di religione ortodossa e da qualche tempo conviveva con Meneghini, quindi era considerata una pubblica peccatrice. Solo con il Concilio Vaticano II cancellò o per lo meno mitigò le difficoltà che incontrò Maria per potere ufficializzare la sua unione.
- La rivalità Callas – Tebaldi fu un cavallo di battaglia di molte testate italiane e non, durante tutti gli anni Cinquanta. Le battute tra le due primedonne erano feroci.