Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 26 Luglio.
Accadde che:
1983 (40 anni fa): avviene l’intensa ondata di calore che interessa gran parte dell’Europa e che fa registrare in molte città italiane le temperature più elevate della storia: a Firenze la massima raggiunge +42,6 °C. La possente struttura anticiclonica di origine subtropicale continentale, associata ad altezze di geopotenziale molto elevate, sospingeva ininterrottamente aria molto calda a tutte le quote verso il settore centrale del continente europeo fino all’ultimo giorno del mese. Nessuno immaginava che fosse il primo di una lunga serie di fenomeni estremi che negli anni a venire avrebbero creato allarme e disagi. Tutti pensavano ad un’eccezione, nessuno immaginava fosse una regola. La prima di una lunga e sempre più minacciosa serie di regole alla cui apparizione fu dato il nome di Ondate di calore. Il perché avvengono oggi è noto: l’onda di caldo si genera nell’emisfero boreale a causa della discesa di aria fredda dal nord. Nel punto più meridionale si genera di conseguenza un’area di bassa pressione che attira aria calda africana producendo temperature fino a pochi decenni fa inimmaginabili. Per stabilire se si tratti di un’onda anomala o meno, non esiste a tutt’oggi un metro internazionale. Per capirci in Francia si parla di onda di calore quando per un certo periodo le temperature superano i 30 gradi. Negli Usa sono sufficienti invece tre giorni consecutivi con il termometro a più 32. Gli inglesi sempre originali applicano il termine solo in presenza di medie di 4 gradi superiori alla media del periodo. E in Italia? In Italia non si sa. Ma quando fa molto caldo e c’è afa e si è fuori dalla media storica di stagione, allora si dice che siamo in una piena ondata di calore.
2016 (7 anni fa): Hillary Clinton entra nella storia come prima donna candidata alla Casa Bianca per un grande partito. L’ufficialità è arrivata quando alla convention democratica di Philadelphia l’ex responsabile della diplomazia statunitense ha raggiunto la fatidica soglia dei 2.382 voti nel corso della conta dei delegati, ed è stata formalmente designata per la sfida a Donald Trump alle presidenziali. La candidata democratica alla Casa Bianca ha affidato a Twitter la sua gioia: “È storia. Questo momento è per ogni bambina che sogna in grande. “Sono così orgoglioso di te, Hillary”, ha twittato l’ex presidente Bill Clinton. Tante le star che si sono alternate sul palco per dare il loro sostegno a Hillary, dall’attrice Meryl Streep alla sceneggiatrice Lena Dunham, al primo segretario di Stato americano donna, Madeleine Albright. A vincere le elezioni presidenziali sarà, però, Donald Trump.
Scomparsa oggi:
1952 (71 anni fa): muore, a Buenos Aires (Argentina), all’età di 33 anni, Evita Peron, first Lady dell’Argentina dal 1946 fino al giorno della sua morte. Nata, a Los Toldos (Argentina), il 7 maggio 1919, con il nome di María Eva Duarte, è stata un’attrice, politica, sindacalista e filantropa, seconda moglie del Presidente Juan Domingo Perón. La madre Juana Ibarguren svolgeva le mansioni di cuoca nella tenuta di Juan Duarte, da cui ebbe quattro figlie ed un figlio. “El estanciero” però (così era chiamato Duarte), non la porterà mai davvero all’altare, a causa del fatto che aveva già una famiglia. Evita cresce così in questo clima un po’ ambiguo con un padre, che non è un vero padre a venendo a contatto giornalmente con situazioni assai equivoche sul piano dei rapporti personali con i familiari. Fortunatamente,l’illegittimità non pesa tanto a lei, quanto alla mentalità gretta delle persone che la circondano. Evita cresce una ragazza sognatrice, molto romantica e portata a vivere i sentimenti con tutta la pienezza possibile. Trascura la scuola, ma in compenso si dedica alla recitazione, con la speranza di diventare una grande attrice. Una volta arrivata a Buenos Aires, si trova ad affrontare la vera e propria giungla del sottobosco che popola il mondo dello spettacolo. Riesce, però, con grande tenacia ad ottenere una particina in un film, “La senora de Pérez”, cui seguirono altri ruoli di secondaria importanza. Talvolta, però, rimane senza lavoro, senza ingaggi, barcamenandosi in compagnie teatrali a salari da fame. Nel 1939, la grande occasione: una compagnia radiofonica la scrittura per un radiodramma, in cui lei ha la parte della protagonista, così arriva la fama. La sua voce fa sognare le donne argentine, interpretando di volta in volta personaggi femminili dal drammatico destino con inevitabile lieto fine. Durante il terremoto, che nel 1943 rade al suolo la città di S. Juan, nella capitale viene organizzato un festival per raccogliere i fondi destinati alle vittime della sciagura. Nello stadio, fra numerosi Vip e politici nazionali, è presente anche il colonnello Juan Domingo Perón. La leggenda vuole che sia stato un colpo di fulmine. Eva attratta dal senso di protezione che Perón, di ventiquattro anni più anziano, le suscita; lui colpito dall’apparente bontà di lei e dal suo carattere insieme nervoso ed insicuro. Nel 1946 Perón decide di candidarsi alle elezioni politiche e dopo un’estenuante campagna elettorale, viene eletto Presidente. Ad Evita il ruolo di “first lady” le si taglia a perfezione. L’8 giugno la coppia visita, osteggiando enorme sfarzo, la Spagna del generale Francisco Franco, poi si fa ricevere nei più importanti Paesi europei, lasciando sbalordita l’opinione pubblica argentina, uscita da poco da una dolorosa guerra. Evita visita solo i quartieri poveri delle città, lasciando somme ingenti per aiutare i bisognosi. Tornata dal viaggio si mette al lavoro, nuovamente, con lo scopo di aiutare la povera gente e di difendere alcuni diritti fondamentali. Purtroppo, dopo qualche anno di una vita così appagante ed intensa, si profila l’epilogo, sotto forma di banali disturbi all’addome. Inizialmente si pensa a normali scompensi dovuti ai suoi cattivi rapporti con la tavola, dato che il terrore di diventare grassa l’aveva sempre indotta a mangiare con parsimonia, fino a sfiorare l’anoressia. Poi un giorno, durante controlli per un’appendicite, i medici scoprono trattarsi in realtà di un tumore all’utero in stato avanzato. Evita, inspiegabilmente, rifiuta di farsi operare, accampando la scusa che non vuole restare confinata a letto, quando intorno c’è così tanta miseria e dichiarando che la gente ha bisogno di lei. Le sue condizioni rapidamente peggiorarono, aggravate dal fatto che ormai non tocca praticamente cibo. Quando accetta di farsi operare ormai è troppo tardi. Durante la malattia il marito dorme in una stanza lontana e si rifiuta di vedere l’ammalata, perché ormai ridotta ad uno stato cadaverico impressionante. Malgrado questo, alla vigilia della morte Evita vuole, comunque, avere il marito accanto e stare da sola con lui. Quando muore è assistita solo dalle amorevoli cure della madre e delle sorelle. Il decesso viene annunciato via radio a tutta la nazione, che proclama il lutto nazionale. l corpo venne imbalsamato ed esposto in una bara di vetro per una quindicina di giorni, affinché i cittadini argentini, visibilmente commossi, potessero porgere l’estremo saluto alla loro Evita, definita anche la “Madonna dei descamisados”. Daniel Nijensohn, un neurochirurgo presso la Yale University Medical School, qualche anno fa ha scoperto nuove prove che suggeriscono una storia ben diversa di quela raccontata fino ad ora. Secondo la teoria di Nijensohn, il marito sarebbe stato responsabile del suo rapido declino, costringendola ad avere una lobotomia. Questa operazione consiste nel recidere le connessioni neurali tra i lobi prefrontali e il resto del cervello, una procedura volta a intorpidire le reazioni emotive. Una delle possibilità è che la lobotomia sia stata una misura radicale per gestire il dolore del tumore. Nijensohn crede, tuttavia, che possa essere stato anche l’ultimo tentativo del marito per frenare un comportamento sempre più pericoloso della moglie.