Ripercorriamo, insieme, gli avvenimenti e i personaggi più importanti che hanno segnato la data del 13 Luglio.
Accadde che:
1923 (100 anni fa): avviene l’installazione della scritta “Hollywood” sul Monte Lee, a Los Angeles. La prima versione della scritta era leggermente diversa da come appare oggi. Era composta da tredici lettere e alzando lo sguardo verso Mount Lee si poteva leggere “HOLLYWOODLAND”, ovvero il nome di un nuovo quartiere in costruzione. L’idea era quella di usare l’insegna per vendere i futuri appartamenti in quella zona di Los Angeles, quindi nulla a che vedere con il cinema. Le lettere erano state disegnate dallo stesso proprietario della ditta che costruì la scritta, ognuna di esse era alta 15 metri e larga 9. L’insegna era rivolta a Sud ed era illuminata da circa 4mila lampadine elettriche e un da faro che puntava verso il cielo, in modo da attirare ulteriormente l’attenzione. La scritta, in origine, si accendeva ad intermittenza: prima “Holly”, poi “wood” e dopo ancora “land” e poi si illuminava per intero. Nel progetto del costruttore, quell’installazione doveva essere temporanea e avrebbe dovuto svettare da Mount Lee per circa un anno, giusto il tempo per vendere le palazzine in costruzione. Ma i piani presto cambiarono, la scritta non venne rimossa e la società che aveva piantato le 13 lettere sulla collina di Los Angeles ha continuato ad occuparsene fino al 1929, anno della Grande crisi che colpì gli Stati Uniti. Con la depressione economica che fece sentire i suoi effetti anche in California, l’insegna venne abbandonata. Fino a quando, nel 1949, venne ceduta alla città di Los Angeles insieme al terreno su cui ancora oggi sorge. Gli anni di abbandono avevano danneggiato la scritta, ma dismetterla era ormai impossibile, dato che, nel frattempo, in tutto il mondo era diventata l’emblema di Hollywood, inteso come industria cinematografica. E furono proprio i produttori degli Studios che, attraverso la Camera di Commercio locale, finanziarono un suo restauro e la rimozione delle ultime quattro lettere, “LAND”, in modo che restasse solo il nome del distretto e non più quello dell’investimento edilizio.
1943 (80 anni fa): durante Seconda guerra mondiale, aerei inglesi bombardano Torino, causando la morte di 792 persone e il ferimento di quasi mille. Complice, probabilmente, il ritardo nell’ azionamento dell’allarme antiaereo cadono prima i diversi tipi di ordigni e solo successivamente si sente la sirena. Gli Inglesi non utilizzarono un unico tipo di arma: si contano bombe dirompenti, al bosforo, spezzoni incendiari, bottiglie e bidoni di benzina al fosforo. La tattica prevedeva di intralciare il lavoro dei mezzi antincendio, che non dovrebbero riuscire a circolare durante l’attacco, favorendo il propagarsi incontrollato delle fiamme e moltiplicando, così, i danni. I Vigili del fuoco di Torino continuarono il loro lavoro per oltre 50 ore, a volte riuscendo ad estrarre dalle macerie solo corpi senza vita, a volte di madri che abbracciavano i loro bambini. Tanti, nel cercare un rifugio, si affidarono a strutture che non potevano proteggerli, come vecchie cantine. Nulla si è salvato dalle bombe: strade, fabbriche, chiese; centro e periferia; persino il Cimitero Generale non ne è uscito illeso.
Nato oggi:
1808 (215 anni fa): nasce, a Firenze, Antonio Meucci inventore, diventato celebre per lo sviluppo di un dispositivo di comunicazione vocale a distanza, che egli chiamò «telettrofono» e che diverse fonti accreditano come il primo telefono. La sua è una famiglia povera: non può completare gli studi presso l’Accademia di Belle Arti e inizia a lavorare molto giovane; svolge varie professioni, da quella di impiegato doganiere, a quella di meccanico di teatro. Nell’ambiente teatrale incontra Ester Mochi, sarta, che diventerà sua moglie. si appassiona fin da giovane all’elettricità fisiologica e animale. Nel 1850 si trasferisce negli Stati Uniti, stabilendosi nella città di New York. In America apre una fabbrica di candele, qui incontra Giuseppe Garibaldi, il quale lavorerà per lui: tra i due nasce un’importante amicizia. La collaborazione dei due illustri italiani è testimoniata ancora oggi dal Museo newyorcheese “Garibaldi – Meucci”. L’inventore porta avanti i suoi studi sull’apparecchio telefonico già da tempo, ma è nel 1856 che l’invenzione viene completata con la realizzazione di un primo modello: l’esigenza è quella di mettere in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto della moglie, dove è costretta da una grave malattia. Ben presto arrivano a mancare i soldi anche per la propria sussistenza: Meucci può contare solo sull’aiuto e la solidarietà di altri emigrati italiani conosciuti. Gli accade, inoltre, di rimanere vittima di un incidente su una nave. La moglie Ester sarà costretta a vendere tutte le attrezzature telefoniche a un rigattiere per soli sei dollari. Meucci non demorde e nel 1871 decide di richiedere il brevetto per la propria invenzione, che chiama “teletrofono”. Il problema economico si ripresenta: con i 20 dollari che ha disposizione non può nemmeno permettersi di pagare l’assistenza dell’avvocato che ne esige 250. La strada alternativa è quella di ottenere una sorta di brevetto provvisorio, il cosiddetto caveat, che va rinnovato ogni anno al prezzo di 10 dollari. Meucci riuscirà a pagare la somma solo fino al 1873. Nel 1876 Alexander Graham Bell presentato domanda di brevetto per il suo apparecchio telefonico. Gli anni successivi della vita di Meucci saranno spesi in una lunga vertenza per rivendicare la paternità dell’invenzione. La causa termina il 19 luglio 1887 con una sentenza che, pur riconoscendo alcuni meriti ad Antonio Meucci, dà ragione a Bell. Muore, a New York, il 18 ottobre 1889. Per oltre un secolo, ad eccezione dell’Italia, Bell è stato considerato l’inventore del telefono. Il giorno 11 giugno 2002 il congresso degli Stati Uniti ha ufficialmente riconosciuto Antonio Meucci come primo inventore del telefono.